Caso scommesse, Tonali ha patteggiato: 10 mesi di squalifica e 8 di pene alternative
Sandro Tonali è stato inibito per 18 mesi a causa dello scandalo relativo al calcio scommesse. Il centrocampista, che ha scelto di patteggiare dopo aver ammesso di aver giocato ai tempi anche sulla propria squadra, il Milan, dovrà scontare un lungo stop. In tutto 18 mesi: 10 mesi di squalifica effettiva lontano dal campo e 8 mesi di prescrizioni alternative. Dovrà rispettare un piano terapeutico ed almeno 16 incontri di testimonianza in presenza con i giovani di realtà territoriali dilettantistiche per spiegare i rischi connessi alle scommesse. Una pena dunque più severa di quella inflitta a Fagioli.
La Procura generale dello Sport presso il Coni dovrà adesso approvare l’accordo tra Chiné, procuratore federale, e l’entourage del classe 2000, poi la comunicazione alla Uefa per far si che il provvedimento sia valido anche nelle competizioni europee e in Inghilterra. L’iter di Tonali è stato simile a quello adottato da Fagioli, con il patteggiamento e il certificato medico presentato per accertare la ludopatia di cui è affetto il ragazzo. Il 23enne intanto, ha già iniziato il percorso terapeutico con una specialità con l’obiettivo di guarire e voltare pagina. Ieri sera intanto, l’ex Milan ha giocato l’ultima gara prima dello stop, ossia quella tra Newcastle e Borussia Dortmund, conclusasi con la sconfitta dei Magpies.
Il numero 1 della Figc Gabriele Gravina ha commentato: “Tra la Procura Federale e Sandro Tonali è già stato raggiunto l’accordo, che è avvenuto prima del deferimento, quindi deve essere avallato dal sottoscritto, cosa che ho fatto – ha detto il presidente -. Previsto un patteggiamento per 18 mesi di cui 8 mesi di attività di recupero: alcune riguardano l’attività terapeutica e almeno 16 incontri in presenza come testimonianza. Le regole prevedono un certo numero di anni di sanzione, è previsto il patteggiamento, sono previste le attenuanti, i ragazzi hanno collaborato fino all’inverosimile, quindi noi continuiamo a rispettare delle regole che ci siamo prefissati”.
Poi ancora: “Non possiamo pensare di elogiare le dimensioni del mondo del calcio nella valorizzazione di alcuni aspetti sociali e poi pensiamo solo di punire alcuni ragazzi e di non recuperarli – ha aggiunto Gravina -. Io credo che valgano molto di più, rispetto ad un mese di squalifica, 8 mesi di attività di intervento a testimoniare, in maniera vera con i propri comportamenti e quello che hanno vissuto sulla propria pelle. Questo vale più di semplici parole. Se abbiamo informato la Uefa? Dobbiamo ancora avere l’ok da parte della Procura generale, quindi noi tra oggi e domani pensiamo di definire il tutto e poi sicuramente l’avviseremo”.