Caso scommesse, nelle chat di Fagioli spunta Bonucci: “Altri della Juventus sapevano”
Leonardo Bonucci sapeva del vizio del gioco di Nicolò Fagioli. A rivelarlo è Repubblica, secondo cui agli atti della Procura di Torino ci sarebbero conversazioni tra i due sul tema delle scommesse, ma non esiste prova che il difensore partecipasse alle puntate. Insieme a Bonucci dalle chat sul cellulare di Fagioli emergerebbero anche altri due giocatori bianconeri, giovani e stranieri, e un membro dello staff tecnico di Massimiliano Allegri. E qui – scrive Repubblica – si fa largo l’ipotesi dell’omessa denuncia: secondo il codice di giustizia sportiva chi viene a conoscenza di un giocatore o una società che abbia scommesso o stia per farlo, ha l’obbligo di informare immediatamente la Procura Federale. Per chi non lo fa la sanzione è di non meno di sei mesi di squalifica.
Escluso, sempre stando al quotidiano, il coinvolgimento della figura di Massimiliano Allegri: “Sono in corso accertamenti su altri tesserati non calciatori che pure sembrerebbe conoscessero il vizio di Fagioli. Uno farebbe parte dello staff tecnico, certamente non si tratta dell’allenatore Massimiliano Allegri”. Gli inquirenti stanno verificando se esistono gli estremi per contestare i reati di usura o estorsione: il giocatore bianconero era disperato per le somme di denaro che stava perdendo.
Per quanto riguarda la strategia difensiva di Fagioli, si va verso il patteggiamento e la massima collaborazione con la giustizia. Secondo quanto riferisce la Gazzetta dello Sport, sembra ormai assodato che Fagioli abbia ammesso di aver puntato su partite di calcio (si sussurra anche di Serie A e Champions), ma mai su quelle della Juventus. E questo a livello difensivo è stato un passaggio fondamentale per puntare dritti a un sostanzioso sconto sulla pena.
Nell’articolo 24 si spiega che “la violazione del divieto di scommesse comporta per i soggetti dell’ordinamento federale la sanzione della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore a 25mila euro”. Ma per chi ammette le proprie colpe, lo sconto c’è eccome. Scartata la possibilità di arrivare a una squalifica di 5 anni non avendo scommesso sulla propria squadra, l’obiettivo di Fagioli è stato quello di patteggiare prima del deferimento per ottenere così una riduzione del 50% della pena. “Conviene” farlo ora, perché se invece si patteggia tra il deferimento e la prima udienza la riduzione è soltanto di un terzo.