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Inter, da campione d’inverno a campione d’Italia il passo è così breve?

Immagine di copertina
L’ottimo girone d’andata dei nerazzurri è solo una base di partenza per sperare nel tricolore

Dobbiamo ammetterlo: il Natale in casa Inter quest’anno è più ricco che mai. La squadra di Inzaghi dopo essersi regalata il titolo di campione d’inverno ha deciso di concedersi un altro piccolo dono da scartare sotto l’albero, battendo il Torino nell’ultima giornata di andata di Serie A. Certo questa vittoria per 1 a 0 non sarà stata sontuosa e impressionante come quelle contro le malcapitate Cagliari e Salernitana, ma si sta pur sempre parlando di altri 3 punti conquistati e messi in cassaforte. Punti che fanno più che comodo, perché tengono distante chi insegue di 4 lunghezze, che se per ora bastano e avanzano non basteranno e non avanzeranno quando si ricomincerà a far sul serio. Altre 19 gare attendono infatti la Benamata, che, come dicono in molti, avrà anche conquistato un pezzo di scudetto grazie al titolo invernale ma per conquistarlo per intero (e per davvero) dovrà faticare e non poco a partire dal prossimo anno. Detto diversamente, quanto visto finora è un ottimo punto di partenza, indispensabile per l’Inter per costruire, vittoria dopo vittoria, quelle solide mura che dovranno resistere alle impetuose folate di vento delle avversarie da qui a metà maggio! Con questo non vogliamo spegnere l’entusiasmo dei tifosi nerazzurri che credono, giustamente, al tricolore, ma ricordare loro che il cammino è ancora troppo lungo per poter cantare già oggi vittoria. Certo, il fatto che la squadra giochi un bellissimo calcio, che domini qualsiasi avversario e che in difesa non prenda praticamente più goal fanno ben sperare per il futuro, ma attenzione perché tutto può cambiare. Senza voler portare sfortuna, ma bastano alcuni infortuni e il cammino potrebbe essere meno in discesa di come appare adesso. Prendete il Napoli: finché disponeva della rosa al completo non ha perso una partita, poi sono arrivati gli infortuni e ha iniziato a fare molta fatica. Non auguriamo certo all’Inter ciò che ha passato il Napoli, ma crediamo che con un girone di ritorno ancora tutto da disputare sia meglio tenere i piedi ben ancorati a terra. Anche se, come sopra accennato, le belle notizie in casa della Beneamata non mancano affatto. Non ci riferiamo solamente al fatto che il suo attacco sia il più prolifico della Serie A (49 goal messi a segno, 4 in più dell’Inter di Conte) o ai tanti clean sheet collezionati, ma anche alla mole di gioco offensiva che si traduce di solito in una ventina circa di tiri scagliati nella portata avversaria a partita.

La seconda stella passa per la maturità in campo

Aver conquistato lo scettro di campione d’inverno con un turno d’anticipo, grazie anche alla sconfitta del Milan contro il Napoli, è certamente una bella notizia per quest’Inter devastante che in campionato fa sul serio. Tuttavia, prima di gioire per davvero alzando al cielo il trofeo scudetto, c’è tutto un girone di ritorno da affrontare nel migliore dei modi possibili. I presupposti per fare bene ci sono ovviamente, come dimostra il ruolino di marcia degli uomini di Inzaghi e soprattutto le migliori piattaforme che se ne intendono a livello di quote Serie A, tuttavia bisognerà prima capire come e se l’11 titolare di Inzaghi riuscirà a reggere i ritmi mostrati sin qui. Il dispendio di energie, soprattutto da inizio novembre a metà dicembre, è stato importante, dunque per continuare a fare bene ci vorrà una forma fisica impeccabile. Che da sola non basterà, perché dovrà essere supportata dalla maturità in campo appena raggiunta. Ecco il segreto per il successo nerazzurro, ossia non disperdere quel tesoretto che fa la differenza e che va sotto il nome appunto di maturità in campo. Sapere quando è il momento di attaccare e quando invece è il momento di compattarsi in difesa significa leggere i vari “capitoli” di una partita interpretandoli al meglio. La squadra che vincerà lo scudetto sarà quella che riuscirà a eccellere in questo. I nerazzurri sotto tale aspetto si stanno dimostrando i migliori, ma riusciranno a esserlo dalla giornata numero 20 alla 38? Se sì allora sarà scudetto, una seconda stella più che meritata.

Calciatori che fanno la differenza

Se la mentalità è importante, lo sono anche i calciatori che scendono sul terreno di gioco. Senza i “nuovi” Džeko e Çalhanoğlu l’Inter probabilmente non si troverebbe oggi a occupare il primo posto in classifica. Contro il Torino il loro apporto è stato meno decisivo del solito ma comunque importante, in particolare per organizzare al meglio la manovra d’attacco; il bosniaco è sceso a centrocampo per smistare palloni per i compagni, operando da regista avanzato, mentre il turco ha preso in mano le redini della mediana, vista l’assenza del “tutto-campista” Barella. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che la difesa continua a dimostrarsi impenetrabile, grazie al trio delle meraviglie Škriniar-de Vrij-Bastoni, Handanovič e i tifosi interisti possono dormire sonni tranquilli, immaginando di poter toccare con mano uno scudetto che di questo passo potrebbe essere realtà.

Ali che volano. Letteralmente

Le 7 vittorie consecutive del Biscione in campionato, condite da una media di oltre 2,5 goal a partita, sono un segnale importante per le altre pretendenti al titolo, ossia Napoli e Milan. Vincere e farlo in questo modo sta impressionando loro e l’Italia intera del pallone. A impressionare sono anche le ali nerazzurre, che stanno letteralmente volando; Perišić quest’anno è una certezza, e una certezza lo sta diventando anche il timido Dumfries – a segno contro il Torino – che dopo l’infortunio di Darmian ha trovato spazio in campo. La maturazione dell’olandese è una nota lieta, una delle tante di quest’Inter che punta diritto in direzione scudetto. A marzo sapremo se avrà preso la strada giusta oppure se si sarà persa cammin facendo, perché sostenere in questo momento che i campioni d’inverno sono a un passo dal diventare campioni d’Italia è sia prematuro sia un azzardo. Quando di mezzo c’è lo spettacolo del calcio si sa tutto può succedere, anche che gli interisti dopo questa nostra affermazione facciano tutti gli scongiuri del caso.

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