Come gli sponsor influenzano i tifosi di calcio
Il mondo del calcio è sicuramente interessante anche se ci sono alcuni aspetti, spesso sottovalutati, che invece hanno dei risvolti importanti. Un caso tra tutti, ad esempio, è quello delle sponsorizzazioni. Le aziende più importanti del pianeta, infatti, scelgono di investire diversi milioni di euro per far sì che il loro nome sia pubblicizzato. Questo, però, ha comunque dei risvolti non sempre positivi.
Ne è un caso evidente quanto accaduto con Cristiano Ronaldo e la Coca-Cola, main sponsor di Euro 2020. Il fuoriclasse portoghese, infatti, nel corso di una conferenza stampa post-gara, ha spostato le bottiglie di Coca Cola presenti, consigliando, inoltre, di bere acqua.
Un messaggio lanciato dal più forte e importante giocatore presente in quella competizione e seguito da milioni di tifosi che è costato circa quattro miliardi di dollari all’azienda americana.
Il suo titoli in borsa, infatti, ha subìto un piccolo crollo. Questo perché gli investitori hanno ritenuto plausibile che i follower di Ronaldo decidessero di non bere più la bevanda zuccherata.
Situazione simile anche per Paul Pogba, talentuoso centrocampista della nazionale francese che ha spostato una bottiglia di Heineken. In questo caso, però, l’azione del francese è stata molto più discreta, e soprattutto, era dettata da una questione religiosa. In quanto musulmano, infatti, non beve alcolici e quindi non vuole neanche essere ripreso con una bottiglia al suo fianco.
Una scelta che ha portato l’organizzazione degli Europei e decidere di non mostrare più bottigliette di birra quando ci sono calciatori di religione musulmana in conferenza stampa.
L’azienda olandese, però, non ne ha risentito e questo per un motivo semplice: la scelta di Pogba era religiosa e quindi anche gli altri musulmani, che sicuramente hanno apprezzato il gesto del centrocampista, non avrebbero bevuto birra. Di conseguenza, non c’è stata alcuna potenziale perdita.
Almeno fino a qualche tempo fa, era impensabile che nel calcio ci fossero delle squadre che cambiassero nome per uno sponsor, come avviene da anni nel basket americano ed europeo. In realtà, però questo tabù è stato sfatato anche nello sport più seguito al mondo.
La Red Bull è stata la prima a dar vita a questa tendenza entrando nel mondo del calcio con il Salisburgo, poi è passata in Germania con il Lipsia, in America con i New York Red Bull e con il campionato brasiliano. Ovviamente si tratta di una scelta importante sotto diversi punti di vista, tra cui ovviamente il settore economico. Dare il proprio nome ad una squadra significa praticamente acquistarla e gestirla. Il ritorno pubblicitario è sicuramente alto, ma comunque è un impegno gravoso. Basta considerare che ogni volta che si nomina la squadra c’è sempre il nome dello sponsor.
Altri sponsor, invece, hanno deciso di investire solo sugli stadi che danno allo stesso modo un grande ritorno di immagine, visto che viene sempre nominato. Allo stesso tempo, non prevede però, un impegno così importante sia economico che di impegno. I due esempi da citare sono l’Allianz, che ha dato il suo nome allo stadio della Juventus e alla famosa arena di Monaco, o il caso ancora più importante dell’Emirates, main sponsor di diverse squadre, ma in particolare dell’Arsenal.
Non a caso lo stadio di Highbury, noto quartiere di Londra, è denominato Emirates Stadium.
Gli sponsor cercano con il loro investimento di riuscire a trarre dei benefici, far sì che i tifosi ricordino il loro nome e anche convincerli che scegliere loro a differenza dei concorrenti sia la cosa migliore.
Alcuni sponsor, però, spesso trovano delle difficoltà, ad esempio quelli legati al mondo dei fast food. Il cibo che si mangia in queste catene, infatti, è considerato spesso “spazzatura” e quindi non certo approvato da nutrizionisti e sportivi vari. Questo, però, è anche il motivo per cui cercano di essere sempre presenti nelle grandi manifestazioni sportive o di sostenere le varie squadre tramite sponsor.
McDonald, ad esempio, è spesso main sponsor delle grandi competizioni internazionali, tra cui Euro 2020 e sostiene anche alcune squadre. Stessa cosa anche per Burger King. Anzi, a proposito di quest’ultima catena, c’è sicuramente un aneddoto curioso da raccontare, anche per dimostra l’importanza e la potenza di questi brand sulle maglie.
Il caso arriva dalla Costa Rica ed in particolare con l’Alajuelense, importante club che milita nel massimo campionato nazionale di questa meravigliosa isola. Gli sponsor come Burger King rappresentano un’importante entrata per squadre che non hanno una visibilità molto alta.
C’era però un problema nell’Alajuelense: uno dei migliori calciatori della squadra è Jonathan McDonald. Capirete da soli che si tratta di un nome che decisamente contrasta con lo sponsor e quindi si arriva ad una soluzione molto efficace dal punto di vista pubblicitario.
Approfittando del match tra l’Alajuelense e il Deportivo Saprissa, una delle gare più importanti del campionato, J. McDonald cambia nome. Sulla sua maglietta, infatti, spunta il nome Burger King.
Una trovata come detto sicuramente efficace e che dimostra quanto gli sponsor possano incidere.
Anche il settore delle scommesse non è rimasto lontano dal calcio e dalle sponsorizzazioni.
Infatti diversi bookmaker come Snai hanno reso il rapporto con le squadre di calcio una parte integrante della loro promozione e della strategia di Pubbliche relazione. Il bookmaker appena citato, ad esempio, collabora con due importanti squadre italiane, come la Roma e il Milan.
Il calcio italiano, giusto per citare uno dei campionati più importanti e seguiti sia in Europa che nel Mondo, è un chiaro esempio di quanto gli sponsor stiano diventando sempre più importanti.
Secondo i dati della UEFA, nel 2015 i brand contribuivano al 20% nell’economia dei club.
Questa cifra, poi, è aumentata nel corso degli anni fino al 2018 (ultimo anno per cui ci sono dati).
Un’ennesima chiara dimostrazione che la sponsorizzazione diventa sempre più importante per tutti i club. Ovviamente, però, ora che abbiamo visto l’importanza degli sponsor e parlato anche di un curioso episodio che ha riguardato il giocatore costaricano, bisogna fare il possibile affinché gli sponsor non passino da comparse a protagonisti del calcio, già ricco di interesse così com’è adesso.