Il calciomercato, le illusioni e la natura irrazionale del tifo
Su queste pagine se ne è già parlato: il calciomercato sembra sempre più un affare che riguarda altri campionati con la serie A che rischia di trovarsi più da spettatrice che da protagonista, a non troppi anni da quando i più grandi campioni al mondo sceglievano di venire a giocare da noi. L’ingresso a gamba tesa dei sauditi in questa sessione di mercato ha reso più acuto questo processo, i cui semi si vedevano già da anni.
Ma anche di fronte a questo panorama non proprio stimolante, rimane una questione: il tifo è qualcosa di irrazionale e il calcio è una di quelle realtà che più di tutte riesce ancora a coinvolgere, far innamorare e gridare di gioia o di dolore miliardi di persone in tutto il mondo. Mettiamo insieme questi elementi e aggiungiamone altri, come la speranza di vedere un nuovo campione con la propria maglia, il timore di dover vendere una propria bandiera, mentre dal divano di casa, dal computer in ufficio o dagli ombrelloni in spiaggia seguiamo il calciomercato, anche senza avere veramente contezza di cosa stia accadendo tra intermediari, direttori sportivi e procuratori.
Il risultato non può che essere che nonostante tutto, il tempo del calciomercato, complice anche la pausa del calcio giocato, diviene il tempo delle illusioni. Perché in fondo, fino all’istante che segna lo stop ai trasferimenti, nulla potrò togliere a nessun tifoso la speranza, anche oltre ogni logica, che arrivi il colpo del secolo, la svolta, la sorpresa come tante effettivamente ce ne sono state e non possiamo prevedere che non accada di nuovo.
E così, in una società dove i social hanno sempre più centralità, proviamo a interpretare il “mi piace” di un calciatore a una foto, la posa criptica, le vacanze passate nello stesso luogo del direttore sportivo della propria squadra e chi più ne ha più ne metta. Magari, alla fine, potremmo scoprire che ci avevamo preso. O forse rimarremo a bocca asciutta.
Il tempo delle illusioni e il tempo delle speranze, ma anche il tempo dei timori, è il momento in cui forse tanti tifosi sono più suggestibili a questo tipo di notizie. Siamo anche i primi a mettere benzina nelle nostre suggestioni, nelle nostre chiacchiere tra appassionati, e oggi anche nelle tante conversazioni a mezzo social, a volte fuorvianti, a volte brillanti. Possiamo illuderci, continueremo a farlo perché siamo tifosi prima di tutto: poi scopriremo che le dinamiche che porteranno un giocatore in una squadra o in un’altra saranno del tutto diverse dalla visione romantica che ci ostiniamo ad avere anche nel calcio dei nostri tempi, ma il bello del tifo è proprio questo, la sua totale irrazionalità, che non sappiamo se di più o di meno ma sicuramente ci accompagna in questo momento dell’anno.