Sanremo 2023, quando Gino Paoli ha tentato il suicidio sparandosi
Sanremo 2023, quando Gino Paoli tentò il suicidio sparandosi
Gino Paoli è il super ospite della finale di Sanremo 2023 in programma oggi, 11 febbraio 2023. Uno degli artisti italiani più grandi di sempre, interprete della scuola genovese, proporrà sul palco dell’Ariston alcune delle sue canzoni più belle. Non tutti però sanno che diversi anni fa Gino Paoli tentò il suicidio sparandosi al cuore. Un gesto estremo che per fortuna non andò a termine. Ma quali sono state le motivazioni di questo tentato suicidio?
Era l’11 luglio 1963, e anche a causa di una serie di difficoltà e di crisi sentimentali, Gino Paoli ha tentato il suicidio sparandosi un colpo di pistola al cuore. “Ogni suicidio è diverso, e privato. È l’unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l’amore e la morte, non si scelgono; tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. Il suicidio è l’unico, arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero. Il proiettile bucò il cuore e si conficcò nel pericardio, dov’è tuttora incapsulato. Ero a casa da solo. Anna, allora mia moglie, era partita; ma aveva lasciato le chiavi a un amico, che poco dopo entrò a vedere come stavo”, ha dichiarato il cantautore in una vecchia intervista.
Un paio di anni prima Paoli aveva avviato una relazione clandestina con Stefania Sandrelli. Pochi mesi prima del tentato suicidio aveva pubblicato il suo successo più grande, Sapore di sale, per tanti dedicato proprio a lei, anche se il cantautore lo ha sempre negato. L’ogiva in realtà non ha mai perforato il miocardio, ma si è fermata nel torace senza intaccare organi vitali. Ancora oggi, il proiettile “vive” nel pericardio di Gino Paoli. Intervistato recentemente da Walter Veltroni, l’artista ha provato a spiegare cosa lo ha spinto a togliersi la vita, dichiarando: “Per andare a vedere cosa c’era dall’altra parte. Non ho una ragione specifica. Avevo avuto tutto dalla vita. Almeno credevo di aver avuto tutto, di aver visto tutto, di non avere ormai più niente da guardare. Quindi volevo andare a vedere dall’altra parte. È una stronzata mostruosa, quello che ho fatto quel giorno. Ad un certo punto ho pensato: mi sparo, vediamo. L’ho fatto. Come se mi avessero tirato un masso enorme addosso. Poi ho perso conoscenza. Mi sono svegliato in ospedale con il prete che mi dava l’estrema unzione e l’ho mandato a quel paese”.