Qualcosa sta cambiando e questo Sanremo lo racconta come mai prima: l’Italia ha voglia di rinascere
Qualcosa sta cambiando in Italia e il Festival di Sanremo 2022, con i suoi riflettori e le sue paillettes, ce lo sta raccontando, come mai prima d’ora. In una perfetta congiuntura astrale e temporale, la kermesse canora ha messo la quarta alla voglia di rinascita di un Paese che per primo ha assaggiato i morsi della pandemia più devastante degli ultimi cento anni, riprendendo il discorso e sublimandolo da dove Bugo e Morgan l’avevano lasciato, esattamente due anni fa.
“Che succede?”, chiedeva Morgan con finto stupore al pubblico sanremese nell’edizione 2020, pochi giorni prima del paziente uno di Codogno. E mentre pian piano i suoi meme lasciavano spazio sui social ai bollettini quotidiani, ce lo siamo chiesto un po’ tutti cosa stesse succedendo. E ben presto l’abbiamo capito. La vita che conoscevamo si era fermata, cristallizzata in qualche nostalgico fermo immagine del Festival 2020, poi definitivamente sostituito nella memoria collettiva, dai palloncini in platea nell’edizione silenziosa del 2021.
Un’edizione silenziosa e senza pubblico in sala che però ha innescato, vallo a sapere per quale strana congiuntura favorevole, il processo di rinascita dell’Italia, che dalla vittoria dei Maneskin – prima a Sanremo e poi agli Eurovision – a quella degli Europei di Calcio, passando per i successi alle Olimpiadi, è tornata ad essere protagonista nel palcoscenico internazionale. Il Festival ha mostrato a tutti, con orgoglio, la nuova faccia di quest’Italia 3.0, un po’ fiaccata dalla pandemia, ma con una voglia di ricominciare senza pari, incarnata (è proprio il caso di dirlo) da un teatro Ariston pieno al 100 per cento e da una scaletta tutta nostrana, ospiti compresi, che celebra le eccellenze del Bel Paese, da Laura Pausini, a Cesare Cremonini, agli stessi Maneskin, che, forse, avevamo dimenticato di avere.
Un Festival che riprende il filo interrotto delle vite di prima da dove lo avevamo perso due anni fa, riannodandolo con il meglio del tessuto artistico del Made in Italy per confezionare un prodotto nuovo che piace a tutti. Amadeus, dopo il primo tentativo, ben riuscito ma ancora imperfetto del 2020, perfezionato nel 2021 con una delle selezioni musicali più efficaci di sempre, quest’anno ha portato a casa il risultato strabiliante di unire e sublimare il tutto in un programma nazionalpopolare che mette d’accordo la Generazione Z con i Boomer, mentre ci mostra la nuova sostanza di cui siamo fatti e della quale andare fieri: da Drusilla Foer a Lorena Cesarini, passando per Blanco e Mahmood.
Nel giorno del giuramento di Mattarella, la terza serata del festival di Sanremo ha avuto il pregio di mostrare, meglio di una mascherina logata di Salvini, cosa vuol dire davvero essere italiani nel 2022. E la cosa più bella è che, grazie all’arrivo dei vari Sangiovanni, Rkomi e Blanco, lo ha mostrato nel migliore dei modi a quel 78 per cento di giovanissimi che fanno parte, per la prima volta, del pubblico sanremese, alternando la leggerezza della musica Pop ai contenuti alti portati ieri da Saviano in memoria di Falcone e Borsellino. L’Italia sta rinascendo proprio dove sembrava finita, tra un timido inizio di Primavera e un bollettino che scende, mentre le scuole non chiudono più e i ragazzi domani canteranno Gianni Morandi.