Sanremo 2020, il testo della canzone cantata da Roberto Benigni: “Il cantico dei cantici”
Sanremo 2020, il testo della canzone cantata da Roberto Benigni
Roberto Benigni è il grande ospite della terza serata di Sanremo 2020, quella dei duetti di oggi – giovedì 6 febbraio 2020 – su Rai 1: il celebre attore e regista italiano, dopo aver ricordato il suo passato al Festival, ha deciso di cantare una canzone, “Il cantico dei cantici” (contenuto nella Bibbia) con un testo davvero molto romantico.
“È una canzone così bella, che racconta l’amore tra due persone e che è persino diventata sacra – ha detto Benigni – e la cosa più strana è che mai nessuno l’ha cantata a Sanremo o in latre trasmissioni nella televisione italiana. Non è possibile, serve rimediare”.
Ma qual è il testo della canzone cantata da Benigni a Sanremo 2020? Vediamolo insieme.
Il testo de “Il Cantico dei cantici”, portato da Roberto Benigni a Sanremo 2020
Cantico dei Cantici, di Salomone. Desiderio d’amore
Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, migliore del vino è il tuo amore.
Inebrianti sono i tuoi profumi per la fragranza, aroma che si spande è il tuo nome: per questo le ragazze di te si innamorano.
Trascinami con te, corriamo! M’introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci rallegreremo di te, ricorderemo il tuo amore più del vino. A ragione di te ci si innamora!
PRIMO POEMA
La sposa si presenta
Bruna sono ma bella, o figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar, come le cortine di Salomone.
Non state a guardare se sono bruna, perché il sole mi ha abbronzato. I figli di mia madre si sono sdegnati con me: mi hanno messo a guardia delle vigne; la mia vigna, la mia, non l’ho custodita.
Desiderio dello sposo
Dimmi, o amore dell’anima mia, dove vai a pascolare le greggi, dove le fai riposare al meriggio, perché io non debba vagare dietro le greggi dei tuoi compagni?
Se non lo sai tu, bellissima tra le donne, segui le orme del gregge e pascola le tue caprette presso gli accampamenti dei pastori.
Colloquio d’amore
Alla puledra del cocchio del faraone io ti assomiglio, amica mia.
Belle sono le tue guance fra gli orecchini, il tuo collo tra i fili di perle.
Faremo per te orecchini d’oro, con grani d’argento.
Mentre il re è sul suo divano, il mio nardo effonde il suo profumo.
L’amato mio è per me un sacchetto di mirra, passa la notte tra i miei seni.
L’amato mio è per me un grappolo di cipro nelle vigne di Engàddi.
Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe.
Come sei bello, amato mio, quanto grazioso! Erba verde è il nostro letto
di cedro sono le travi della nostra casa, di cipresso il nostro soffitto.