Sanremo 2020, Paolo Palumbo commuove l’Ariston con la sua canzone “Io sono Paolo”
Il rapper porta a Sanremo la sua malattia e racconta la sua lotta
Sanremo 2020, Paolo Palumbo commuove l’Ariston con la sua canzone “Io sono Paolo”
“Io sono Paolo, ho 22 anni e ho la Sla”, parte così la canzone di Paolo Palumbo sul palco dell’Ariston. Ospite della 70esima edizione del Festival di Sanremo, Palumbo in realtà ha partecipato alle selezioni di Sanremo Giovani, ma non è riuscito a superare la scrematura. Ciò nonostante, Amadeus ha insistito per averlo sul palco di Sanremo 2020, per presentare all’Italia il suo brano, “Io sono Paolo”.
Paolo ha scoperto 4 anni fa di avere la Sla, sclerosi laterale amiotrofica, nel suo cuore sognava di diventare chef un giorno e, grazie a suo fratello, non ha mai abbandonato la passione per la cucina.
Sul palco dell’Ariston, accompagnato dall’artista Christian Pintus, Paolo ha raccontato la sua storia: “Il mio corpo è diventato una prigione”, spiega il 22enne tramite un sintetizzatore vocale, perché ormai non può più parlare.
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— Festival di Sanremo (@SanremoRai) February 5, 2020
“Sono la montagna che va da Maometto pur restando nel letto, per volare mi bastano gli occhi, quelle volte che il mondo sta stretto” canta Paolo. Poi continua: “Questa malattia fa paura a chi sta da fuori, ho lottato pure quando ho perso i sapori, ho guidato un drone nel cielo, ho parlato al G8 e ora canto a Sanremo”.
Qui potete recuperare l’esibizione integrale e il monologo di Paolo a Sanremo.
Paolo Palumbo a Sanremo 2020: “Date al mondo il lato migliore di voi”
Terminata la canzone, l’Ariston regala una standing ovation a Paolo Palumbo. Il giovane rapper inizia così il suo monologo: “Immaginate che il corpo che per anni vi ha sostenuti non risponda più ai vostri comandi. In Italia siamo oltre sei mila ad aver provato queste sensazioni”.
Ad aiutare Paolo è stato suo fratello. “La persona che mi sta vicino è Rosario, non è solo mio fratello, ma il vero eroe di questa storia. Ha lasciato tutto per prendersi cura di me, è diventato le mie gambe e le mie braccia”.
“La mia non è la storia di un ragazzo sfortunato, ma quella di un ragazzo che non si è arreso alle difficoltà. Quando vi dicono che i vostri sogni non si possono realizzare, continuare dritti per la vostra strada e seguite il cuore, i limiti sono solo dentro di noi. La vita non è una passeggiata”.
“Vi faccio una domanda: avete usato il vostro tempo nei migliori dei modi? Avete detto tutti i ti voglio bene che volevate? Vivete appieno le vostre vite. Nel vostro piccolo fate quanto più potete per aiutare gli altri. Date al mondo il lato migliore di voi”.