Sanremo 2020, Junior Cally si esibisce senza maschera sul palco dell’Ariston
Sanremo 2020, Junior Cally canta senza maschera sul palco dell’Ariston
Dopo tutte le polemiche della vigilia sui testi delle sue canzoni, è arrivato il giorno dell’esibizione di Junior Cally a Sanremo 2020: il rapper romano ha cantato nella seconda serata del Festival e – un po’ a sorpresa – è salito sul palco dell’Ariston senza maschera. Mostrando il suo vero volto il cantante si è esibito con la sua “No grazie” davanti al pubblico della kermesse.
Junior Cally, infatti, fin dall’inizio della sua giovane carriera ha mascherato la sua vera identità dietro una maschera antigas. Una scelta di marketing, per alimentare il mistero dietro alla sua figura, che però nel 2019 ha deciso di abbandonare. Sulla cover del suo secondo album in studio, “Ricercato”, Junior Cally ha infatti mostrato per la prima volta il suo vero volto.
E lo ha rifatto stasera, mercoledì 5 febbraio 2020, sul palco dell’Ariston per Sanremo 2020. Sperando di dare un calcio alle polemiche e lasciar parlare solo la sua musica.
Sanremo 2020, le polemiche su Junior Cally
Le polemiche intorno a Junior Cally erano state sollevate inizialmente dall’Intergruppo per le donne, i diritti e le pari opportunità della Camera dei deputati: 29 deputate di tutti gli schieramenti avevano firmato per chiedere ad Amadeus, oltre alle scuse per la sua gaffe nella conferenza stampa di presentazione del Festival, anche l’esclusione di Junior Cally.
A cavalcare l’onda delle polemiche era stato anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che si era espresso in questi termini: “Junior Cally? Uno che incita all’odio e alla violenza contro le donne. Per un anno ho lavorato con Giulia Bongiorno per far approvare il codice rosso. Oggi leggo che la Rai e il più importante festival della canzone italiana, usando denaro pubblico, sdoganano femminicidio e stupro. Non ho parole: mi auguro che questo tizio non metta mai piede sul palco di Sanremo“.
Junior Cally però era stato anche difeso da parte dell’opinione pubblica, che ha difeso la libertà di espressione soprattutto nelle forme artistiche e che ha snocciolato una serie di altri artisti, osannati dalla critica, che però hanno fatto discutere per i testi delle loro canzoni.
Lo stesso rapper romano, qualche giorno dopo il polverone mediatico attorno alle sue canzoni, ha chiesto scusa: “Ho provato a spiegare che era un altro periodo della mia vita e che il rap ha un linguaggio descrittivo nel bene e nel male e rappresenta la cruda realtà come fosse un film. Purtroppo moltissime persone, forse che si avvicinano al rap per la prima volta, si sono sentite ferite. Me ne dispiaccio profondamente, non era e non sarà mai mia intenzione ferire qualcuno”, ha detto.