Chi è Salvatore Rossi, istruttore de La Caserma
Chi è Salvatore Rossi, istruttore de La Caserma
Chi è Salvatore Rossi, uno degli istruttori de La Caserma? Il nuovo docu-reality di Rai 2 vede ventuno ragazzi seguire un percorso di formazione militare, tra rigide regole da rispettare. Parole d’ordine saranno disciplina, doveri, convivenza, addestramenti e dure esercitazioni. I concorrenti sono “affiancati” da alcuni istruttori professionisti che rispondono all’istruttore capo, Renato Daretti. Tutti gli istruttori sono di estrazione militare. Tra questi Salvatore Rossi. Ecco chi è l’istruttore de La Caserma.
Si tratta di un personal trainer napoletano di 42 anni, insegnante di TSJJ (Tactical Survival Ju Jitsu), allenatore esperto di ostacoli, di mobilità e di condizionamento del peso corporeo. L’istruttore de La Caserma è inoltre membro della World Raw Powerlifting Federation. Alcune curiosità: ha un pitbull ed è appassionato di moto. Su Instagram Salvatore Rossi è seguito da oltre 1300 persone.
La Caserma: cosa è e come funziona
Il programma (che non ha alcuna collocazione temporale) è un mix tra romanzo esperienziale e adventure, con l’idea di raccontare i ventenni del 2020 che gli autori del programma descrivono come “una generazione profondamente matura, capace di leggere la tradizione, proiettarsi nel futuro e ben consapevole di se stessa”. Tra i 18 e i 23 anni, i protagonisti sono ragazzi “comuni”. Studenti, lavoratori o appartenenti alla sempre più nutrita categoria dei neet, i giovani inattivi che non studiano e non cercano un lavoro. Attraverso un training ispirato alla disciplina militare, si troveranno ad affrontare duri addestramenti, percorsi ginnici, corse zavorrate, camouflage, escursioni in esterna, e poi suggestive arrampicate e spettacolari traversate di un ponte tibetano. Questi giovani avranno dunque trenta giorni per superare i propri limiti, per crescere e diventare un po’ più adulti. Scopo del programma sarà la formazione di un gruppo solidale e unito: ciascuno dei protagonisti dovrà sviluppare il “senso del fare” – sfruttando le capacità e superando le divergenze – per un unico obiettivo, essere una squadra.