Sallusti di nuovo contro Giletti: “I propagandisti russi non hanno capito niente della par condicio”
Dopo l’uscita di scena da Non è l’Arena domenica Sera, il direttore di Libero Alessandro Sallusti ha spiegato i motivi del gesto e dei toni utilizzati per abbandonare il programma, condotto da Massimo Giletti in diretta dalla Piazza Rossa di Mosca.
“Se ho esagerato nei toni e negli aggettivi – ha scritto Sallusti – è soltanto permettermi a un livello comprensibile ai miei interlocutori. Ammiro, ma non comprendo, i colleghi che perdono tempo facendo loro domande sensate. È un esercizio inutile perché, come è successo anche domenica sera, mai si otterrà una risposta che faccia fare anche soltanto un passo in avanti al dibattito. Hanno imparato a memoria la storiella dell’Occidente baro e corrotto e di lì non si spostano se gli chiedi come si chiamano ti rispondono che il nome non conta, conta che tu sei servo dell’America, che non sei libero eccetera eccetera”.
“A questa sceneggiata io non voglio più partecipare, grazie”, aveva detto il direttore di Libero a Giletti dopo che quest’ultimo aveva intervistato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. “Tutto ciò non ha nulla a che fare con la libertà di espressione e neppure con la par condicio”, ha scritto oggi Sallusti. “Diceva Confucio: ‘Quando le parole perdono il loro senso le persone perdono la libertà’. Sono passati duemila e cinquecento anni, noi lo abbiamo capito e siamo liberi, i propagandisti russi no. Se uno di loro, per caso, volesse discutere seriamente di due o tre cose che riguardano questa assurda guerra noi siamo qua, ma niente trucchi e niente inganni. Perché non Confucio bensì Totò più di recente ebbe a dire: ‘Signori, ccà nisciuno è fesso’.”