Pietro Mennea, la storia vera dell’atleta italiano da cui è tratta la miniserie della Rai
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Pietro Mennea, il velocista più amato d’europa: chi era e la storia vera da cui trae spunto la miniserie della Rai
Chi era Pietro Mennea? Perché la Rai ha deciso di dedicargli una miniserie, che va in onda in replica lunedì 24 luglio 2020? Pietro Paolo Mennea sarà per sempre ricordato come il più grande corridore italiano nella storia dell’atletica leggera. Nato a Barletta nel 1952, dal suo soprannome – la freccia del sud – trae spunto la serie televisiva. Mennea ha vinto la medaglia d’oro dei 200 metri piani e due bronzi alle Olimpiadi estive di Mosca (1980): fu proprio in quegli anni che la sua fama ebbe un aumento esponenziale, tutti lo conoscevano e non soltanto in Italia, in particolare per lo storico record mondiale sui 200 metri piani: correva l’anno 1979 e Mennea partecipava alle Universiadi di Città del Messico, un record durato 17 anni (superato poi da Michael Johnson). Mennea è stato l’unico duecentista della storia ad essersi qualificato per quattro finali olimpiche consecutive, dal 1972 al 1984.
Pietro Mennea, la storia vera
Della sua carriera, oltre all’oro, Mennea ha vinto anche un argento ai Mondiali e sei medaglie agli Europei. Oltre all’atletica, il velocista conseguì anche quattro lauree (scienze politiche, giurisprudenza, scienze motorie e lettere), insegnò persino all’università, fece l’avvocato, il commercialista e il parlamentare europeo. Insieme a sua moglie ha fondato la Fondazione Pietro Mennea, una ONLUS benefica per la ricerca e lo sport. Mennea morto nel 2013, in una clinica a Roma: aveva 60 anni e fu un tumore al pancreas a portarlo via. A lui è dedicato il Golden Gala di Roma, un evento internazionale di atletica leggera che si svolge ogni anno allo stadio Olimpico di Roma.
La miniserie che va in onda in replica sulla Rai è stata ideata da Ricky Tognazzi e si basa sulla vita dell’atleta, ispirandosi liberamente al libro “La grande corsa” realizzato proprio da Mennea.