Chi è Paolo Sommaruga, l’erede di Vincenzo Mollica a Sanremo 2021
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Chi è Paolo Sommaruga, l’erede di Vincenzo Mollica a Sanremo 2021: carriera, balconcino
Chi è Paolo Sommaruga, l’inviato del Tg1 al Festival di Sanremo 2021 che ha preso il posto di Vincenzo Mollica? Lo storico cronista, che per circa 40 anni ha raccontato il Festival e il mondo dello spettacolo per il tg di Rai 1, è andato in pensione. Così a raccogliere la pesante eredità di Mollica da quest’anno c’è Paolo Sommaruga, che guida la delegazione di inviati del Tg1 a Sanremo 2021. Per molti Sommaruga è considerato l’erede di Mollica, tanto che in un recente collegamento Fiorello ha scherzato dicendo che è il figlio dello storico inviato. Ma chi veramente Paolo Sommaruga, qual è la sua carriera? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sul giornalista.
Carriera e biografia
Romano, classe 1964, Paolo Sommaruga è stato allievo prediletto di Vincenzo Mollica al Tg1, seguendolo ed accompagnandolo in tutti i grandi eventi del mondo dello spettacolo. Ora, con il Festival di Sanremo 2021, si trova a raccoglierne l’eredità, dopo il pensionamento del cronista che ha inventato il balconcino. Molto riservato, sappiamo che Sommaruga è un giornalista professionista dal febbraio del 1999. Lo scorso ottobre è diventato caporedattore degli Spettacoli del Tg1, subentrando ad un’altra colonna come Maria Rosaria Gianni. Sarà proprio Paolo Sommaruga, molto probabilmente, a ereditare anche il “balconcino di Mollica”, vale a dire il collegamento con il Tg1 dal balconcino dell’Ariston a pochi minuti dall’inizio della serata del Festival. Una tradizione che va avanti dal 1996 e che ci sarà anche quest’anno, nonostante il pensionamento di Mollica.
Per molti si è trattato della fine di un’era, e non sarà facile per Paolo Sommaruga rimpiazzare “il presidente”, come tutti bonariamente in Rai lo chiamavano. “Di questi tempi ho due compagni di viaggio: uno è mister glaucoma, un bel figlio di mignotta; l’altro mister Parkinson che è come una canzone di Celentano anni 60: ha due ritmi, uno lento e poi parte il rock hard tosto e duro – aveva raccontato Mollica – non ho proclami da dirvi. Fare il cronista è stato il mio mestiere, il Tg1 casa mia. La mia massima principale è questa: omerico non fui e non sarò mai per poesia ma per mancanza di diottria”.