Dal Tg1 a Rai Sport: i nomi in lizza per le nuove nomine Rai
Tagli all’editoria, canone pure per telefonini e tablet. Le soluzioni indicate dall’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, nel corso della sua audizione in Commissione Vigilanza, per far fronte ai conti in rosso di viale Mazzini hanno fatto scattare l’allarme da più parti. Critica sia buona parte della politica che la Fieg.
Fuortes ha parlato di “uno scenario che desta molta preoccupazione”, considerando soprattutto, negli ultimi tredici anni, la forte flessione dei ricavi da canone, pubblicità e commerciali per il servizio pubblico. Con entrate ridotte di oltre 792 milioni di euro. Per il manager, o si garantiscono risorse adeguate alla Rai in linea o avvicinandosi ai principali Paesi europei, oppure bisognerà ridurre il perimetro o, in alternativa, lo sviluppo sul digitale e gli investimenti sul prodotto culturale e tecnologico”. Per lui il canone attuale è “una risorsa del tutto incongrua”.
In realtà, a quanto è in grado di rivelare TPI, a Palazzo Chigi sarebbero anche disposti a trovare il modo di far arrivare più soldi nelle casse di “mamma Rai” purché siano “finalizzati” ad uno scopo. In particolare, si starebbe ragionando su come rinnovare il parco giornalisti di viale Mazzini, magari utilizzando lo strumento dei prepensionamenti. Insomma, l’idea sarebbe quella di uno “scivolo” ad hoc per ringiovanire il personale giornalistico della Rai ed accompagnare all’uscita quelli ormai prossimi alla pensione.
Intanto, a proposito di nomine (che rimane pur sempre il passatempo preferito da viale Mazzini a Saxa Rubra) ci sono due scuole di pensiero. La prima, sulla scorta anche di quanto affermato dall’amministratore delegato nell’ultima commissione parlamentare di vigilanza, ritiene che tutte le nomine saranno rinviate a data da destinarsi, ovvero dopo l’approvazione del piano editoriale. Ovviamente, nel frattempo sarebbe necessaria una proroga di qualche tempo per i direttori dei tg in scadenza.
L’altra scuola di pensiero ritiene invece che le nomine, almeno quelle giornalistiche, verranno fatte tra la fine di ottobre e i primi di novembre (solo quelle giornalistiche, quelle delle reti verranno comunque rinviate alla fine dell’anno o addirittura all’inizio dell’anno nuovo perché si vuole prima applicare la riforma Salini).
Ovviamente, come da tradizione è già scattato il totonomi: Ludovico Di Meo che doveva andarsene a fine ottobre a San Marino resterà invece fino a dicembre. Monica Maggioni sempre più sicura al Tg1 (scelta gradita a Palazzo Chigi) anche se in pista c’è anche Simona Sala, molto stimata in casa 5 Stelle e dal PD di Enrico Letta; Gennaro Sangiuliano e Mario Orfeo confermati (a quest’ultimo comunque l’incarico scade l’anno prossimo). Rischiano invece la sostituzione Casarin alla Tgr e Bulbarelli a Rai Sport, entrambi da sempre apprezzati in casa Lega.
Alla Tgr al posto di Casarin potrebbe andare Carboni in uscita dal Tg1. Oppure potrebbe essere promosso Antonio Preziosi che lascerebbe così Rai Parlamento. A Raisport quasi certa la promozione della vice direttore Alessandra De Stefano.