Chi sono Mariantonia, Tommaso e Alvise, i figli di Pupi Avati ospite a Oggi è un altro giorno
Chi sono Mariantonia, Tommaso e Alvise, i figli di Pupi Avati ospite a Oggi è un altro giorno
Chi sono Mariantonia, Tommaso e Alvise, i figli di Pupi Avati ospite a Oggi è un altro giorno? Il noto regista ha tre figli, tutti avuti dalla moglie Amelia Turri, chiamata Nicola in onore del nonno molto amato. Si tratta di Mariantonia (1966), anche lei regista, Tommaso (1969), sceneggiatore, e Alvise (1971), animatore 3D. Tutti loro, come si può dedurre, hanno manifestato sin da subito una grande passione per il cinema e hanno fatto il possibile affinché questa potesse trasformarsi in un lavoro.
Mariantonia, come detto, è anche lei una regista. La sua prima direzione risale al 2006, anno in cui è uscito il film “Per non dimenticarti”. E sin da subito è arrivato per lei un riconoscimento importante, quello come “migliore opera prima” al Magna Graecia Film Festival.
Il secondogenito di Pupi Avati, Tommaso, è invece laureato in Scienze della Comunicazione e ha deciso di specializzarsi come sceneggiatore e autore. Nel corso degli anni ha avuto la possibilità anche di lavorare come aiuto regista al fianco di Fabrizio Laurenti e Roberto Riviello.
Alvise è infine un supervisore della produzione e ha avuto la possibilità di fare esperienze importanti anche all’estero. Tra i film in cui ha lavorato ci sono “Guardiani della Galassia Vol. 2”, “Edge of Tomorrow – Senza domani” e “Thor: Ragnarok”.
Chi è Pupi Avati
Abbiamo visto chi sono i figli di Pupi Avati, ma cosa sappiamo su di lui? Giuseppe Avati, noto con il nomignolo “Pupi”, figlio di un antiquario bolognese di origine calabrese e fratello maggiore di Antonio, sceneggiatore e produttore, nasce a Bologna il 3 novembre 1938 ed è sposato con Amelia Turri, chiamata Nicola in onore del nonno molto amato. Studia scienze politiche all’Università degli Studi di Firenze, e inizialmente tenta una carriera nel jazz: dal 1959 al 1962 fa parte della Doctor Dixie Jazz Band come clarinettista dilettante, ma rinuncia dopo l’ingresso nella band di Lucio Dalla.
“Il mio sogno era diventare un grande clarinettista jazz – ha raccontato -. Ma un giorno nella nostra orchestra arrivò Lucio Dalla. All’inizio non mi preoccupai più di tanto, perché mi pareva un musicista modestissimo. E invece poi ha manifestato una duttilità, una predisposizione, una genialità del tutto impreviste: mi ha tacitato, zittito, messo all’angolo. Io a un certo punto ho anche pensato di ucciderlo, buttandolo giù dalla Sagrada Familia di Barcellona, perché si era messo in mezzo tra me e il mio sogno”.
Successivamente per quattro anni lavora come rappresentante della Findus surgelati, quelli che descrive come i quattro anni peggiori della sua vita. Illuminato dalla visione di 8½ di Federico Fellini, tenta la strada del cinema. Nel 1968 ottiene da un misterioso imprenditore i finanziamenti per girare due film: Balsamus, l’uomo di Satana (1968) e Thomas e gli indemoniati (1970), due film “orgogliosamente provinciali”. Da qui parte la sua grande carriera, ancora in corso.