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Junior Cally, chi è il cantante in gara al Festival di Sanremo 2020

Immagine di copertina

Junior Cally, chi è il cantante in gara al Festival di Sanremo 2020

Tra i cantanti in gara a questo Festival di Sanremo 2020 c’è Junior Cally, rapper romano molto seguito dai giovani. Un artista che già prima dell’inizio di questa 70esima edizione ha fatto parlare molto di sé, a causa di alcuni testi delle sue canzoni accusati di sessismo e addirittura istigazione allo stupro e al femminicidio.

Ma chi è Junior Cally? Nonostante la sua giovane età, si tratta di un rapper già molto affermato, che di certo non passerà inosservato sul palco dell’Ariston. 28 anni, si nascoste dietro una maschera: una forma di protezione che aumenta il mistero attorno al suo personaggio. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla sua carriera e vita privata.

Tutto sul Festival di Sanremo 2020: cantanti, canzoni, conduttori, conduttrici, ospiti

Junior Cally chi è il cantante di Sanremo 2020: la carriera | Le polemiche

Classe 1991, nato a Roma, Junior Cally è lo pseudonimo di Antonio Signore. L’annuncio della sua presenza sul palco dell’Ariston ha suscitato numerose polemiche a causa di alcuni suoi testi ritenuti sessisti e che istigherebbero allo stupro e al femminicidio. 29 deputate si sono schierate contro la presenza del cantante sul palco dell’Ariston, inviando una lettera alla commissione di Vigilanza sulla RAI, all’amministratore delegato Fabrizio Salini, al cda RAI e all’Usigrai: “Tra i cantanti in gara è prevista la presenza del rapper per ragazzini Junior Cally, i cui testi – come già evidenziato alla Rai da molte associazioni di donne – sono pieni di violenza, sessismo e misoginia, appare evidente che la direzione artistica del Festival di Sanremo 2020 sia in palese contrasto con il contratto di servizio della Rai”.

In particolare, ad aver scatenato l’ira delle deputate è un brano del 2017 di Junior Cally, intitolato “Strega”, il cui testo è considerato violento e offensivo nei confronti delle donne. “Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la tro.. / L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / c’ho rivestito la maschera”, questo è uno dei versi della canzone.

Molto dura anche Lucia Borgonzoni, che su Facebook ha scritto: “Questo non è Sanremo. È Sanschifo. Uno schiaffo alle vittime e alle loro famiglie, al dolore, alle sofferenze inaudite delle donne sfregiate e violentate, un insulto senza precedenti a chi si è visto uccidere una figlia, una sorella, una compagna.

Il “cantante” Junior Cally sul palco di Sanremo è disgustoso. Uno che incita al femminicidio, allo stupro, alla violenza non può esibirsi tra i big del festival nazional popolare più famoso del Paese davanti a un pubblico di famiglie, giovani e bambini. È indegno. Come donna prima di tutto e come politico denuncio con rabbia questo scempio, è un’offesa a tutte le donne, uno schiaffo alle famiglie delle vittime di femminicidio. Uno che canta “l’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera” mentre si muove davanti a una giovane ragazza legata mani e piedi a una sedia e con un sacchetto sulla testa, mentre cerca, inutilmente, di liberarsi non è arte. È schifo, violenza, aberrazione”, scrive la Borgonzoni.

Contro la presenza del rapper Junior Cally a Sanremo anche Matteo Salvini: “Junior Cally? Uno che incita all’odio e alla violenza contro le donne. Per un anno ho lavorato con Giulia Bongiorno per far approvare il codice rosso. Oggi leggo che la Rai e il più importante festival della canzone italiana, usando denaro pubblico, sdoganano femminicidio e stupro. Non ho parole: mi auguro che questo tizio non metta mai piede sul palco di Sanremo”, queste le parole del leader della Lega.

Accuse pesanti, a cui ha risposto il management di Junior Cally con un comunicato: “Junior Cally non è sessista ed è contro la violenza sulle donne. In merito alle polemiche sui presunti contenuti sessisti dei testi di Junior Cally precisiamo che la posizione dell’artista è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente – sembra banale dirlo, ma non lo è – contro la violenza sulle donne. Non capiamo, inoltre, se la polemica sia di carattere musicale o politica: della partecipazione di Junior Cally a Sanremo si ha notizia dal 31 dicembre e tutti i suoi testi sono disponibili sul web.

Mentre del testo di No grazie selezionato al Festival di Sanremo e delle sue rime antipopuliste si è venuti a conoscenza solo il 16 gennaio da un’intervista al Corriere della Sera. Il giorno dopo, per pura coincidenza, si accendono polemiche legate a canzoni pubblicate da anni in un età in cui Junior Cally era più giovane e le sue barre erano su temi diverse da quelle di oggi”.

E ancora: “È evidente dunque che su questa polemica non solo Junior Cally e le sue rime, ma anche le donne e il sessismo non c’entrano nulla. Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”.

Anche il brano che porta sul palco del Festival di Sanremo 2020, dal titolo No grazie, è finito al centro di numerose polemiche per le sue frasi contro il populismo e l’attacco, non troppo velato, ai due Matteo della politica italiana, Salvini e Renzi: “La politica ormai sta su internet – ha dichiarato Junior Cally in un’intervista al Corriere – e i populisti sono quelli che vorrebbero risolvere i grandi problemi con i video su Tik Tok e le soluzioni buttate lì. Le soluzioni si cercano studiando. In un passaggio parlo di razzismo e mojito e di qualcuno che da sconfitto ricrea un partito presentando cose vecchie sotto una nuova veste”.

Un riferimento per niente velato a, rispettivamente, Salvini e Renzi: “È abbastanza chiaro. La politica ormai è attenzione ai social e voglia di apparire, assecondo i meme con le rime”. Tuttavia, si appresta a chiarire Junior Cally, neanche il M5s o il nuovissimo movimento delle Sardine lo rappresentano: “Anche se non trovo giusto dire ‘non me ne frega nulla della politica’. Delle Sardine, però, apprezzo che ci siano giovani che tornano in piazza per dire la loro”.

junior cally

Junior Cally chi è il cantante di Sanremo 2020: la carriera | Le canzoni

Antonio Signore, vero nome di Junior Cally, è nato a Focene, sul litorale romano, il 10 ottobre 1991. Muove i primi passi nel mondo della musica partecipando ad un concorso della casa discografica Honiro Label con il nome Socio, ma senza ottenere notevoli risultati.

Decide poi di rilanciarsi con il nome Junior Cally, e indossando una maschera antigas sul volto. Il 10 gennaio 2017 pubblica il suo primo singolo, Alcatraz. Nell’ottobre dello stesso anno pubblica il singolo  Magicabula che ottiene oltre 11 milioni di visualizzazioni su YouTube e il disco di platino. Il suo primo album si intitola Ci entro dentro, e rimanda al suo passato, infatti è considerato dall’artista come un motto di rivincita verso coloro che hanno cercato di ostacolare il suo sogno di sfondare nel campo musicale.

Junior Cally, dopo l’iniziale successo, firma un contratto con la casa discografica Sony. Nel settembre 2019 esce il secondo album del rapper, dal titolo Ricercato, in cerca della consacrazione dopo gli iniziali successi dei primi anni. Il disco si avvale di importanti collaborazioni con artisti della scena rap e trap come  Jake La Furia, Giaime, Clementino, Livio Cori, Samurai Jay, Il Tre, Federica Napoli ed Eddy Veerus.

Partecipa a Sanremo 2020 con il brano No grazie. Il rapper ha raccontato il suo passato nel libro Il principe: “Io a Focene avevo una brutta fama: ero quello che si drogava, da non frequentare. Mi fa ridere se penso che sono l’unico a non essersi mai drogato. Ma il paese è così”, dice Junior Cally.

Il cantante dei Big di Sanremo ha raccontato anche di aver avuto dei problemi con la giustizia: “Quando senti l’urgenza di avere successo e sai che non potrai riuscire in quello che vuoi fare magari perché non hai le stesse possibilità di uno che i soldi ce li ha, allora devi cercare di farli sti soldi. Come non ha importanza. Mi sono preso un anno e due mesi. Dopo 4 anni sono stato chiamato per il processo, ho patteggiato 6 mesi con pena pendente che non ho dovuto scontare”.

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