Guerra in Ucraina, Orsini a Cartabianca: “Tanti italiani non capiscono, i fatti mi danno ragione”
Guerra in Ucraina, Orsini a Cartabianca: “Avevo ragione io”
Sono destinate a far nuovamente discutere le ultime dichiarazioni sulla guerra in Ucraina del prof. Alessandro Orsini, ospite del programma Cartabianca, in onda su Rai 3 nella serata di martedì 12 aprile.
Alla domanda della conduttrice Bianca Berlinguer sul perché molti lo considerino “putiniano”, Orsini ha infatti risposto che “le ragioni sono molte”.
“Io mi vorrei soffermare – ha dichiarato il docente – su quella più interessante dal punto di vista culturale, ed è questa, che quando un uomo è sopraffatto da una quantità di informazioni che la sua mente non riesce a gestire io nei miei libri scrivo che entra in modalità codice binario. Cioè va in sovraccarico di informazioni e quindi diventiamo tutti filo putiniani o filo americani e non si riescono a cogliere le informazioni perché la mente umana non è in grado di farsi carico di tutte queste informazioni”.
“Per me è normale gestire quantità enormi di informazioni perché è il mio lavoro, quindi la mia mente è allenata quotidianamente a questo tipo di operazione, ma un uomo comune, magari anche alcuni giornalisti e politici, non conoscono la politica internazionale, l’hanno scoperta all’improvviso, hanno scoperto un’enorme quantità di informazioni e hanno iniziato a ragionare in termini di ‘buono’ o ‘cattivo’, ‘bene’ o ‘male’, Russia o Stati Uniti”.
“Noi abbiamo questo problema in Italia – ha aggiunto Orsini – il nostro Paese non conosce la politica internazionale perché sostanzialmente noi non ce ne siamo occupati più di tanto. Ci sono tanti italiani che non capiscono che questa trama è troppo complessa”.
Sugli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina, invece, Orsini afferma che i fatti gli stanno dando ragione: “Ho detto che la strategia dell’Europa di mandare armi avrebbe portato ad una mattanza e i fatti mi hanno dato ragione. Da quando abbiamo dato armi all’Ucraina abbiamo avuto molti più morti tra i civili e tra i soldati, molte più fosse comuni e molte più città devastate”.
“Prima di essere linciato, io non ho mai detto che dobbiamo rimanere con le mani in mano e stare a guardare senza dare le armi. Ho detto che serviva una strategia totalmente diversa, ma non ho mai detto che bisognava rimanere fermi senza far nulla” ha aggiunto il docente.
Su quello che potrebbe accadere nell’immediato futuro, Orsini spiega: “Putin è entrato in Ucraina con un obiettivo minimo, il Donbass, e un obiettivo massimo, tutta l’Ucraina. Cercherà di assicurarsi il Donbass, poi quello che farà nei confronti di Kiev dipende in larga parte da noi. Se non abbiamo la capacità di stabilire un dialogo vero con Putin, le probabilità che lui possa decidere di puntare su Kiev e di conquistarla interamente aumenteranno”.