La figlia di Licia Colò: “Mamma non c’era mai, ma non ho sofferto. A scuola sono stata bullizata”
“Da piccola mi prendevano in giro, per loro ero una persona privilegiata, maleducata, che era incapace in tutto… Andavo in una scuola privata, ma sono stata trattata molto male, ho vissuto il vero bullismo”. Lo confida Liala Antonino, figlia della conduttrice tv Licia Colò, ospite insieme alla madre nel programma tv La Volta Buona, condotto da Caterina Balivo su Rai Uno.
Liala è nata nel 2005 dal matrimonio fra Licia Colò e il pittore Alessandro Antonino, che si erano sposati l’anno precedente pochi mesi dopo essersi conosciuti. Il suo nome rappresenta l’unione dei nomi dei due genitori: “Li” sta per Licia, “Al” per Alessandro e la “A” finale sta per “Always”. “Il significato è meraviglioso – riflette la ragazza- ma quando ero più piccola non riuscivo ad apprezzarlo, non riuscivo a vedere questa unicità. Crescendo ovviamente la percezione è cambiata».
Nel 2023 Colò e Antonino si sono separati. “Con Alessandro è finita – spiega la conduttrice tv – ma lui è il mio più grande amico, ci vogliamo bene. Poi se arriverà un altro amore va benissimo per lui. Io farò sempre il tifo per lui”.
La figlia, peraltro, dice di non aver sofferto per la fine del matrimonio dei genitori: “Non ho minimamente sentito la loro separazione”, spiega.” Ho un ottimo rapporto con entrambi: doppi regali, doppie vacanze”, aggiunge con ironia.
Durante la puntata di La Volta Buona Liala racconta che, quando lei era una bambina, sua madre era spesso via per lavoro: “Ma non ho sofferto l’assenza di mamma”, puntualizza, “ero sempre con persone che mi volevano bene. Con i nonni mangiavo sul divano, davanti alla tv. Crescendo io e mia mamma siamo diventate ottime amiche”.
“I soldi? Mamma e papà mi hanno insegnato il valore dei soldi, vivo da sola e mi mantengo da sola”, afferma la giovane. “Non è stato un distacco drammatico perché lei non c’era e quindi siamo un po’ abituate. Le faccio le lasagne da mettere nel congelatore. Mi piace cucinare, una passione coltivata dalla mia nonna napoletana”.