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Home » Spettacoli » TV

Festival di Sanremo: quando si dice “l’importante è partecipare”

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Mancano davvero pochissime ore all’accensione dei riflettori sul palco dell’Ariston per la 72esima edizione del Festival di Sanremo, l’olimpo per eccellenza della musica in Italia, vetrina di straordinarie canzoni che negli annali della kermesse hanno raggiunto un’incredibile fama. Non sempre la vittoria ha consacrato il successo delle canzoni e, al contrario, alcune che in gara sono state “sconfitte”, nei fatti sono entrate nella storia della musica italiana. Lucio Battisti, Vasco Rossi, Dalla, Mina, Mia Martini per citarni alcuni, sono tra i nomi di chi ha ricevuto la bacchettata da parte dell’Artiston, eppure se questi sono i presupposti, ben venga! L’importante è partecipare.

Lucio Battisti con “Un’avventura”
Lui lo aveva annunciato o meglio cantato: “Non saraaaaaaà un’avventura” e così è stato. Anno 1969, prima e ultima volta al Festival di Sanremo per Lucio Battisti. Il brano “Un’avventura”, scritto da Mogol, mal si adatta al clima sanremese di quegli anni, posizionandosi nono nella classifica. Un’esperienza da dimenticare per lui sul palco dell’Ariston, anche se il riscatto è immediato grazie al pubblico che in tutta Italia canta questa canzone

Lucio Dalla con “Piazza Grande”
Siamo al 1972, l’anno prima Lucio Dalla, si presentò al Festival di Sanremo con “4/3/1943”, arrivando terzo e conquistando i cuori degli italiani. Nonostante la già notorietà, il cantautore di Bologna prova a ripetersi, puntando tutto su Piazza Grande, incassando la delusione sanremese con un amaro ottavo posto in classifica. La giuria non apprezzò, ma fu l’unica: il brano diventò poi un grande classico.

Vasco Rossi con “Vita Spericolata”
“E poi ci ritroveremo come le star” cantava un giovanissimo Vasco Rossi al Festival di Sanremo del 1983 con la sua “Vita Spericolata”. Penultimo posto per lui, sicuramente uno dei casi più clamorosi della storia del Festival. Questione di attimi, la canzone lo porterà di lì a poco alla sua definitiva consacrazione di rocker italiano. “Vita spericolata” è oggi una delle più famose canzoni della storia musicale italiana.

Zucchero con “Donne”
Il Festival 1985 sarà ricordato come un’edizione dal forte batticuore, colpa probabilmente dei Duran Duran che mandarono in delirio le fan, il tentativo di Eros Ramazzotti di bissare la vittoria puntando sull’amore con una “Storia importante” e per il brano “Donne” di Zucchero Fornaciari dedicato all’universo femminile. La canzone venne criticata e davvero poco apprezzata dalla giuria di allora. Per lui un misero penultimo posto anche se il pubblicò non la pensò proprio così. Il brano subito dopo il Festival prese il via nelle classifiche “insieme agli aeroplani per volare ad alta quota”

Fiorella Mannoia con “Quello che le donne non dicono”
Si è ancora increduli che un brano come “Quello che le donne non dicono” nel 1987 arrivò solo all’ottava posizione. Il pezzo cantato da Fiorella Mannoia e scritto da Enrico Ruggeri è diventato uno dei brani cult della musica d’autore e tra più cantati dal pubblico femminile. In quell’edizione del Festival vinse comunque il Premio della Critica e restò nelle classifiche per settimane.

Tullio de Piscopo con Andamento Lento
Evidentemente il percorso della canzone aveva un’andamento lento. Tullio de Piscopo in assoluto uno dei più talentuosi batteristi del panorama musicale, nel 1988 è alla sua prima partecipazione al Festival con “Andamento lento”. Se nella città dei fiori la canzone non va oltre il diciassettesimo posto, nel corso di poche settimane il pezzo diventò una hit, vincendo poi il Festivalbar e facendo ballare su quelle note per tutta l’estate.

Mia Martini con “Almeno tu nell’universo”
Impossibile non avere la pelle d’oca quando si ascolta un brano com ‘Almeno tu nell’universo’, un capolavoro firmato Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio per Mia Martini, portata a Sanremo nel 1989. Quello fu un ritorno attesissimo dopo la lunga pausa che si era presa a causa di una crisi personale e delle maligne voci che giravano sul suo conto emarginandola per anni dal mondo della discografia. Il brano si classificò soltanto al nono posto, ma Mia Martini sigillò il suo riscatto di grande interprete.

Patty Pravo “E dimmi che non vuoi morire”
L’ex ragazza del Piper è in gara con “E dimmi che non vuoi morire” che trova tra gli autori la firma di uno dei suo ex: Vasco Rossi. La canzone a Sanremo 1997 era la favorita e si candidò da subito a diventare un classico del repertorio italiano. Invece arrivò solamente ottava. All’annuncio dei vincitori – i Jalisse – il pubblico non trattiene le proteste e si scatena tra fischi e “bu”.

Gigi d’Alessio con “Non dirgli Mai”
Nel febbraio del 2000 iniziava la lunga “storia d’amore” tra Gigi d’Alessio e il Festival di Sanremo. Il brano presentato fu “Non dirgli mai” con il quale non ottenne un posizionamento in classifica molto soddisfacente, chiudendo la classifica in decima posizione. Una partecipazione, però, che consentì a d’Alessio di fare il grande salto, ovvero di unire il pubblico napoletano, presso il quale era già noto a inizio anni Duemila, e quello nazionale. Il successo era dietro l’angolo ed arrivò subito dopo il festival che lanciò l’artista napoletano tra i nomi più apprezzati del panorama musicale italiano.

Negramaro con ‘Mentre tutto scorre’
Chi lo avrebbe mai detto… eppure loro, i Negramaro, ce l‘hanno fatta nonostante tutto. Nonostante quell’eliminazione a Sanremo tra le Nuove Proposte nel 2005 con il brano “Mentre tutto scorre”. Vennero esclusi nella terza serata, con il rischio di cadere nel dimenticatoio. Invece la storia racconta di altro… Di una canzone che da quel Sanremo ottenne un discreto successo, un disco di platino e un Nastro d’Argento come miglior colonna sonora (per il film “La Febbre”). Il resto poi vien da sé, tra palazzotti sold-out e ritorni all’Ariston da superospiti. Dopotutto quel Sanremo è stato meeeravigliosoooo!.

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