La direttrice di Rai Uno: “Mio editore è il governo”. Il PD insorge
Direttrice Rai Uno – “Sembrerei una pazza se oggi tentassi di negare che la Rai ha un editore che fa capo il Governo”. Sono le parole pronunciate dalla direttrice di Rai Uno Teresa De Santis durante la presentazione dei palinsesti estivi della Rai.
“Il servizio pubblico è fatto di addizioni, moltiplicazioni, di ogni possibile istanza politico-culturale di questo paese. Lo ha sempre fatto nella sua storia, continuiamo a farlo senza problema”, ha aggiunto la De Santis.
Le dichiarazioni stanno già sollevando un polverone politico, poiché sembrano dimostrare come la tv di stato sia al servizio dell’esecutivo M5s-Lega.
Il deputato del Partito Democratico Michele Anzaldi ha commentato sdegnato: “Scriverò all’Ebu, l’ente europeo che riunisce i servizi pubblici radiotelevisivi, per chiedere se le dichiarazioni della direttrice di Rai1 Teresa De Santis che confessa l’occupazione politica della Rai siano compatibili con un’emittente pagata dai soldi di tutti i cittadini italiani. La De Santis ha apertamente teorizzato la lottizzazione politica, ha addirittura detto che il suo editore è il governo”.
“De Santis conferma l’occupazione selvaggia della Rai da parte di Salvini e Di Maio, a spese degli italiani. È evidente che siamo di fronte ad una deriva gravissima, che supera addirittura l’editto di Bruno Vespa del ’92, quando disse che il suo editore di riferimento era la Dc”, ha aggiunto Anzaldi.
Negli ultimi mesi, la Rai è stata spesso nell’occhio del ciclone, accusata di favorire il governo e di fare mobbing nei confronti dei conduttori non allineati come Fabio Fazio.
In particolare, a finire sul banco degli imputati è stato il Tg2, ribatezzato da alcuni “Tg Salvini” e all’interno del quale sono stati mandati in onda diversi servizi discussi e favorevoli al vicepremier, in alcuni casi delle vere e proprie bufale.
Le parole della De Santis, in prima linea contro Fabio Fazio e attaccata per questo dall’AD della tv di stato Fabrizio Salini, sono quindi destinate ad accendere nuovamente le polemiche.