Serie e film: cosa vedere questo weekend in tv. I consigli del regista Matteo Vicino su TPI
Cosa vedere questo weekend in tv: la rubrica di TPI
Ogni dieci disastri, di cui nove italiani, Netflix tira fuori un capolavoro. È il caso di “Wildlife”, opera prima di Paul Dano, film uscito nel 2018 nei cinema americani e clamorosamente snobbato nonostante un cast d’eccezione: Jake Gyllenhaall e Carey Mulligan. Lei, diciamolo subito, ampiamente da Oscar. Siamo nel Montana, nel 1960, e nel racconto di enorme forza narrativa da grande classico, una famiglia affronta diverse vicissitudini legate alle primi crisi depressive post-belliche e al benessere conquistato.
Il film è tratto da un libro di Richard Ford, e teoricamente il film non dovrebbe reggere l’impatto di un regista alla prima esperienza. Invece, seppur senza uno stile definito a tratti, tra camera fissa, inevitabili inquadrature strette, e macchina a mano, questo film ha dalla sua una sceneggiatura granitica, un manuale di narrativa cinematografica. Tre atti, un grande inizio, un finale pittorico che è l’essenza del cinema. In una immagine, straziante, inevitabile, crolliamo nella commozione. Il fantastico potere del cinema in una sola immagine finale. Come sostiene l’insegnante di sceneggiatura Robert McKee, “Show, don’t tell”.
Il disastro del cinema italiano, uno dei peggiori al mondo per raccomandazione e politica, è, tra gli altri, quello di parlare troppo, quello di voler raccontare Sorrentinianamente ciò che va espresso per immagini. Sono regole basiche del cinema, ma da noi non vince il migliore, mai. Gli Stati Uniti sono più inclini a premiare il merito, e complimenti quindi ai produttori per un film che dovete assolutamente vedere, vi rimarrà dentro, è, a tutti gli effetti, un capolavoro. Immagini di rara forza, dialoghi perfetti e misurati, forza della narrativa, recitazione ad altissimi livelli e ambientazione perfetta. Un gioiello.
Su Sky trovate “Il Giorno Sbagliato”. Russel Crowe, visibilmente fuori forma ma incredibilmente magnetico, è uno psicotico che gira per la città uccidendo chiunque gli passi davanti. Parlo di questo film perché è asincrono. Sin dai primi minuti dell’opera si capisce di avere davanti qualcosa di angosciante, malato. Il film ha quasi un taglio autoriale per quanto è morboso. Sinceramente, in tempi di pandemia, dove il nostro equilibrio psicologico è già precario, è un film che sconsiglio. Esasperato, nauseante a tratti, scorretto nell’impostazione drammaturgica. Tra Haneke e il peggior Horror.
Su Netflix trovate “Seaspiracy”, un prodotto da vedere soprattutto se avete dei figli, e tratta dell’olocausto animale che stiamo perpetrando. Se vogliamo trovare al prodotto un difetto, posto che ogni opera ambientalista è benvenuta, e andrebbe proiettata in tutte le scuole (O in Dad..), è la presenza del protagonista, Ali Tabrizi, che si compiace davanti allo schermo forte della gioventù e del suo ego, quando in realtà basterebbe fare parlare le immagini. Chi fa documentari, ha la forza economica per viaggiare, utilizzare attrezzature costose, e spesso si parla di alta borghesia. In questo caso, il documentario soffre di una vena narcisistica degli autori, ma è ripeto, comunque benemerito e va visto. Mangiare carne o pesce nel 2021 significa, semplicemente, dare l’ultima coltellata a un pianeta al collasso. Sconsigliati, come sempre, tutti i prodotti italiani. Ci sono serial nostrani, prodotti da grandi Network come Amazon o Sky, semplicemente aberranti. Non c’è fine per la notte del cinema italiano.