Serie e film: cosa vedere questo weekend in tv. I consigli del regista Matteo Vicino su TPI
Cosa vedere questo weekend in tv: la rubrica di TPI
Questa settimana fa il suo ritorno il miglior serial dell’anno passato insieme ad Ozark e Ted Lasso: The Morning Show, Kolossal con Reese Whiterspoon, Jennifer Aniston e Steve Carell. Possiamo definire il primo episodio storico; per la prima volta viene trattato l’argomento Pandemia, che si staglia con un semplice starnuto in redazione o una notizia non letta di una improbabile epidemia dalla Cina, ma fa quella magia che solo l’arte sa fare. E The Morning Show stagione due apre con un colpo da maestro: raccontare il Capodanno 2020, i conflitti, gli abbracci, la vita normale, gli auguri per un anno che tutti pensavamo migliore del 2019. Vedere attraverso la lente dell’arte i protagonisti muoversi inconsapevoli verso il baratro fa capire tutta la potenza negativa di ciò che abbiamo subito in questi due anni, e di come tutto sia cambiato. Vorremmo avvisarli, urlare loro: ‘rimanete lì! Perché festeggiate l’arrivo del 2020? Sarà orribile!’ Questa apparente normalità, quella che viviamo oggi, intrisa di rabbia e litigi feroci ci fa sembrare tutti ancora più pazzi.
Vogliamo tutti tornare a prima, ma il prima non c’è più e vedere le immagini di persone che si abbracciano a Times Square il Primo Gennaio 2020 è un colpo geniale e una pugnalata al cuore di un grande serial, Che ci fa capire quanto il mondo sia precipitato in un incubo in cui la nostra mente, si, quella è negazionista. Per sopravvivere. Guardatelo perché è stato il miglior serial dell’anno passato, e questa serie sarà sicuramente innovativa. Su Apple TV+, episodi nuovi ogni settimana.
Parliamo poi di due “grandi vecchi”, Clint Eastwood e Woody Allen. Su Sky trovate Richard Jewell, la storia di un uomo addetto alla Security che sventa un attentato e salva la vita a decine di persone. Tratto da una storia vera, e con grande accuratezza nel rispettare la verità storica, sia nei protagonisti che nelle vicende, Eastwood sorprende ancora attraverso una narrazione fluida e una storia da vivere. Un bel film che consiglio senza remore. Gran Film.
Di diversa fattura purtroppo Rifkin’s Festival, ultima opera del maestro Woody Allen. Di buono, la capacità straordinaria di Allen di farti sentire a casa a ogni film, ben sapendo che ogni scena che vivi l’hai già vista, che ogni storia o narrazione di gelosia o tradimento l’hai già vissuta in decine di suoi film. Di brutto invece il fatto che lui e Vittorio Storaro, regia e Direzione Fotografica, confezionano un film davvero povero, e davvero sbagliato dal punto di vista delle immagini, dall’impianto drammaturgico alla Color Correction. Potrà essere gradito ai fan accaniti di Allen, e qualche sorriso lo strappa, ma il mondo è cambiato davvero, e dal Direttore della Fotografia di Apocalypse Now, Novecento, Ultimo Tango a Parigi, Il Té nel deserto, non ci si aspetta qualcosa di simile. Se lo vediamo come un nostalgico ricordo del cinema da parte di due maestri, in un dolce tramonto, va tutto bene. Allen è comunque più attivo e originale di tutti i registi italiani messi insieme al cubo, ma questo film rimane davvero povero per contenuti, e la metafora del non capire il cinema moderno è ben rappresentata dal giovane e presuntuoso regista protagonista del film. Prendiamo “KATE”, su Netflix, film orrendo dal punto di vista dei contenuti ma mirabile nella fotografia, nella costruzione scenica, Uso di Led per luci, immagini sontuose, montaggio quasi perfetto, altamente godibile per gli amanti dell’azione. Accade un po’ come nella musica moderna, tutto perfetto, ma senz’anima. Segnalo l’avvio interessante di “Scene da un matrimonio”, tratto dall’omonima mini serie di Bergman (Sky), di cui parlerò diffusamente la settimana prossima. Buona Visione.