Amadeus: “Ecco come sarà il mio Festival di Sanremo”
Amadeus sarà il presentatore e il direttore artistico del prossimo Festival di Sanremo, un Sanremo speciale: il 70esimo. “Sono commosso,confuso e felice, eccitato”, ha detto Amedeo Umberto Rita Sebastiani – questo il nome all’anagrafe del celebre conduttore – in un’intervista al Messaggero.
Amadeus, conduttore oggi, ma prima dj e presentatore di tanti Festivalbar, pensa a un Sanremo diverso: “Sarà un Sanremo di tutti”, esordisce convinto. “Come sempre dovrebbe essere la tv del servizio pubblico. Guarderò alla musica che trasmettono le radio, che i giovani ascoltano sui telefonini, che Baglioni in qualche modo aveva già sdoganato nell’ultima edizione, la seconda affidata a lui: la trap, il rap, l’indie, l’elettronica…”.
Non ha alcuna intenzione di voltare pagina, però. Non del tutto. Perché Amadeus riconosce la ricchezza della tradizione: “Non tralascerò, anzi, la tradizione canora nostrana: perché se Sanremo è Sanremo, come ci ha insegnato super Pippo, lo è grazie a canzoni che sono rimaste negli anni. Ecco, so che lo hanno già detto tutti quelli mi hanno preceduto, ma il mio compito sarà scovare quante pi˘ canzoni capaci di resistere all’usura del tempo, trap o veteromelodiche che siano, senza snobismi e pregiudizi”.
Ancora è presto per parlare di chi lo affiancherà sul palco, anche se pare certa la presenza dell’amico fraterno Fiorello (che in realtà si è autoinvitato all’Ariston!). Tenero il ricordo dei primi Festival, da spettatore: “Ero bambino, con tutta la famiglia andavamo dai nonni a seguire le serate. » il rito Sanremo ad avermi stregato, per me ha il sapore di quelle belle serate in famiglia o con gli amici che vorrei restituire al pubblico con la necessaria modernità. Per me è davvero un sogno che si realizza, come per un romano che arriva a giocare nella Roma che è stata di Totti”, spiega il conduttore.
Anche il DopoFetsival potrebbe riservare sorprese interessanti, anche se il conduttore ancora non si sbilancia troppo: “Il tavolo di lavoro svoltosi martedì con la filiera dell’industria musicale potrebbe permetterci di intercettare musica giovanile finora sfuggita al festivalone. E il Dopofestival è da sempre lo spazio dove si sperimentano nuove formule”.