Simone Annichiarico: “Mio padre Walter usava la droga come il viagra. Era un timido, la cocaina lo sbloccava”
Simone Annichiarico parla del padre Walter: “Usava la droga come viagra”
La cocaina, la militanza nella Decima Mas, le donne: in una lunga intervista al Corriere della Sera, Simone Annichiarico ripercorre la vita professionale e privata di Walter Chiari, pseudonimo di Walter Michele Armando Annicchiarico, il grande attore e cabarettista morto nel 1991.
Simone Annichiarico rivela di non votare più perché il papà gli ha insegnato “a essere libero, lontano dai partiti”, anche se negli anni Ottanta lui era di sinistra mentre il papà era di destra.
“Era nato nel 1924, prima dell’entrata in guerra diceva che si viveva bene, era il rimpianto di una giovinezza felice e avventurosa. Sua madre, cioè mia nonna, era fascista. Walter è un nome tedesco che vuol dire condottiero del popolo, il fratello di papà si chiamava Benito” racconta Simone.
Alla fine degli spettacoli Walter Chiari diceva: “Un saluto alla prima fila e alla decima. Lui nella Decima Mas durante il fascismo aveva militato davvero. Dopo, non sopportò l’egemonia culturale della sinistra. Ma lo ricordo quando mi diceva, Simone, non hai capito che io sono più a sinistra di tutti, era solidale, siamo tutti uguali, diceva”.
Simone, che ha 52 anni, scoprì per caso che il padre era stato in carcere per droga: “Ne parlai con papà, ma non lo riteneva rilevante. Io sapevo dei suoi vizi. Fu Marisa Maresca, la soubrette, che lo prese come capocomico per portarselo a letto, a introdurlo alla cocaina. A fine spettacolo papà si allontanava con la ballerina di turno, la cocaina era legata al sesso, era timido e lo sbloccava, era il suo viagra”.
Secondo Simone Annichiarico, Walter Chiari non era un seduttore: “No, era bello, atletico. E pudico. Erano le donne che gli andavano dietro. Ho la lettera che gli scrisse Ava Gardner, ‘Sono a letto sola pensandoti e desiderando di essere a letto con te’; ho una foto molto bella di lui che esce da un locale di via Veneto con Anita Ekberg, e poi Delia Scala che era bellissima, con Anna Magnani fu una storia breve e privata, Elsa Martinelli. Mi diceva, non sai quali volgarità possano uscire fuori da certe donne che sembrano principesse. E Mina, che in una lettera si finse bambina, faceva apposta errori di ortografia, scriveva di aver perso un palloncino. Per me, mamma e papà che cambiavano partner era normale”.
Simone definisce il padre il “re dei bugiardi” e rivela di non aver mai fatto visita alla tomba di Walter Chiari, sulla cui lapide c’è scritto: “Amici non piangete: è tutto sonno sprecato”.
“Me l’hanno riferito ma io non ci sono mai andato, era stato un patto tra noi. Era fatto così. Quando morì sua madre, che aveva 84 anni ed era zoppa, lo chiamai costernato, papà com’è successo? Mi disse che si era iscritta a una gara di motocross a Barletta, all’ultima curva era caduta. Morta sul colpo senza soffrire. Tutta una balla. Scoppiai a ridere, quel giorno mi tolse la paura della morte”.