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Home » Spettacoli

Ascolti bassi per il nuovo show di Simona Ventura: ecco che cosa non ha funzionato in “Game of Games”

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Ancora totalmente prigioniera – beata lei – della propria fase personal-televisiva adolescenziale (del resto è quello l’abito che veste meglio, a costo di forzarlo troppo nei colori e nelle misure) Simona Ventura si è cimentata nella conduzione del nuovo “Game of Games – Gioco loco”, al debutto ieri sera su Rai2.

Adattamento del format di NBC presentato da Ellen DeGeneres, è stato scodellato in sei puntate registrate alcuni mesi fa in Portogallo, dove c’erano studi già allestiti. Sono le comprensibili “economie di scala”, bellezza. La lunga anteprima andata in onda ieri alla vigilia della prima, più che un teaser, sembrava quei trailer di film da sala che, mostrando troppo della trama, ti tolgono poi il gusto di andare a vedere tutto il resto perché sai già come andrà a finire: sarà un calco infinito delle stesse scontate situazioni con facce diverse. Ma l’anteprima è un dettaglio. Andiamo al sodo.

L’ascolto è stato molto basso: 1.267.000 spettatori con il 5,1% di share. Troppo poco per giustificare la disfatta parlando di serata concorrenziale. È vero, c’erano Italia-Lituania su Rai1 (5.972.000 teste, 21,7%), Sabrina Ferilli su Canale 5 con la fiction “Svegliati amore mio” (3.586.000 – 14,7%, peraltro in affanno rispetto al debutto), e soprattutto il botto di “Chi l’ha visto?” su Rai3 con il ritorno sul caso di Denise Pipitone (3.520.000 con il 15,2%). Però si trattava di proposte completamente diverse rispetto al gioco mattacchione di Super Simo, della serie “stacchiamo la spina” al neurone, detto con abusata e infelice espressione, che celebrava il suo attesissimo ritorno in onda pompato con inusitata lena da tutte le reti Rai. Almeno la curiosità avrebbe dovuto fare premio. Invece, nisba.

Che cosa non ha funzionato in “Game of Games”? La volontà evidente era quella di allestire una baracconata caciarona e adrenalinica piena di luci, suoni, capitomboli e metaforiche torte in faccia. E il paradosso è che ci sono riusciti. Il punto è che si è ricreato il drammatico effetto serata all’arena del villaggio turistico (quelle con gli show degli animatori dilettanti ai quali sorridi tirato solo perché in fondo è compreso nel prezzo del pacchetto) o, ancora peggio, il divertimento forzato da trenino di Capodanno. Ventura, che per il cazzeggio è perfetta, ci ha messo l’anima: sempre forzatamente sopra le righe, come d’abitudine, sembrava l’unica a crederci davvero. Ma mettere in scena la frenesia del divertimento da coercizione stavolta non ha convinto il pubblico. Che è rimasto impietrito di fronte al corto circuito dalla noia che si trasforma in esagitazione.

Gli ospiti Vip (ci perdonino i Vip, ovunque e chiunque essi siano) stavolta erano Raffaella Fico, Elettra Lamborghini, Max Giusti, Massimiliano Rosolino, Ignazio Moser e Nicola Ventola. Chiamati in causa da 12 concorrenti Nip frutto di accurati casting fra soggetti ipercinetici per dar vita a giochi buffi e schiamazzanti. Una volta (quando in tv girava l’argent) c’erano la grandeur di “Giochi senza frontiere” o il disimpegno delle prime edizioni di “Buona domenica” con Columbro e Cuccarini. Oggi ti devi accontentare di prodotti come questo, frutto di montaggio (velocissimo ma spesso poco curato) e post produzione con la cosa migliore del programma: sonorizzazioni e colonna sonora fatte scegliendo con cura brevissimi flash di canzoni molto amate con le quali infarcire a mo’ di citazione/didascalia un po’ tutto il programma.

Simona Ventura ha dichiarato: “Non farò mai più l’Isola dei famosi”. E c’è da capirla. È stata la miglior conduttrice del programma (partito in Rai, non dimentichiamolo), quando l’Isola aveva ancora un senso. Quand’era solo la cinica esposizione alle nude privazioni di un gruppo di famosi alle prese con la fame. Il togliere tutto a chi non si privava di niente. Con adeguato cachet come contropartita, s’intende. L’estetica della cattiveria spacciata per reality-show, non la versione en plein air del Grande fratello Vip. Ecco, se la donna che non dà l’idea di avere troppa simpatia per i consigli ne accetta uno, per ritornare a splendere dovrebbe mordere di nuovo e sul serio la tv come faceva un tempo. E se “Le iene” e “L’isola” fanno parte della sua preistoria, bisogna trovare qualcosa che faccia da surrogato. Oppure rassegnarsi all’idea che si è adolescenti una volta sola.

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