Sean Penn: “Boicottate gli Oscar se non danno voce a Zelensky”
Per Hollywood questa è la notte più importante dell’anno, vale a dire la notte degli Oscar. Molti si stanno chiedendo come il patinato mondo del cinema americano affronterà il tema della guerra in Ucraina. Sembra sfumata l’ipotesi di un collegamento video da parte del leader ucraino Zelensky. Pare che gli organizzatori preferiscano evitare quello che sarebbe stato un contrasto troppo forte con il clima di festa e intrattenimento della serata.
Non l’ha presa benissimo l’attore e regista Sean Penn, che alla Cnn ha dichiarato: Se il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky non sarà invitato agli Oscar o non gli sarà consentito di parlare, “mi auguro che ci sia un boicottaggio e un abbandono della cerimonia”. “L’Ucraina è la punta di diamante della lotta per i sogni della democrazia. Se la lasciamo a combattere da sola, perdiamo la nostra anima come America”, ha aggiunto Sean Penn.
E ancora: “L’Academy non potrebbe fare nulla di più giusto che concedere al Presidente Zelensky lo spazio che merita, permettendogli di raccontare a tutti cosa sta accadendo in Ucraina. Mi è giunta voce però che si sia deciso di non permettere la sua apparizione nel corso della cerimonia di premiazione. La trovo una scelta davvero terribile, il momento più basso dell’intera storia di Hollywood”.
Non usa mezzi termini, insomma, il due volte premio Oscar, che si è detto pronto a distruggere le sue statuette “se non farete parlare Zelensky, spero vivamente che non sia stata presa una decisione del genere e che l’Ucraina possa trovare lo spazio che gli è dovuto nel corso di un evento tanto importate, se così non dovesse accadere, invito il mio pubblico a non vedere quella roba”. Come ricorderete, l’attore si trovava in Ucraina al momento dell’invasione russa, per girare un documentario. Lì ha incontrato anche il presidente Zelensky che lo ha ringraziato su Facebook: “Il nostro Paese gli è grato per questa dimostrazione di coraggio e onestà”. Per lasciare l’Ucraina Sean Penn ha dovuto raggiungere a piedi il confine con la Polonia, dove si trova per aiutare i rifugiati tramite la sua fondazione umanitaria.