Prima della Scala, l’urlo in platea dopo l’inno: “Viva l’Italia antifascista”
Prima della Scala, l’urlo in platea dopo l’inno: “Viva l’Italia antifascista”
Con il “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, oggi si è aperta ufficialmente la stagione lirica del Teatro alla Scala. Mentre sul palco reale si sedevano il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepremier Matteo Salvini, la senatrice a vita Liliana Segre e il sindaco di Milano Giuseppe Sala, in piazza si riunivano i manifestanti.
I primi ad arrivare sono stati i sindacati di base, che hanno contestato “l’avidità dei potenti” in un’Italia “sempre più povera e diseguale”. Anche all’interno del teatro c’è stato un accenno di protesta. Al termine dell’Inno di Mameli, che come di consueto ha preceduto l’inizio dell’opera, nel teatro si è levato il grido “viva l’Italia antifascista”.
Presente anche una donna ucraina con indosso una sciarpa dei colori della bandiera e un cartellone per dire “no ai concerti della cantante Anna Netrebko: l’artista collegata al regime di Putin”, che salirà sul palco questa sera per interpretare Elisabetta di Valois.
Per commemorare le vittime di femminicidio, molte ospiti hanno scelto di indossare il rosso, sfidando l’usanza che lo considera un colore da evitare a teatro. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la drammaturga Sabina Negri ha indossato scarpe rosse e davanti al teatro ha tirato fuori delle chiavi dalla borsa per fare rumore, come chiesto dalla sorella di Giulia Cecchettin.