Sanremo, Mahmood risponde a Salvini
Il vincitore del Festiva, in una lunga intervista al Corriere della Sera, ha parlato anche del rapporto col padre
MAHMOOD SALVINI RISPOSTA – “Io non ho mai avvertito di essere diverso. La differenza me la stanno facendo sentire oggi. Ho fatto le scuole con bimbi russi, bulgari, rom. Il più figo della classe era cinese, quello un po’ bullizzato era italiano, messo in mezzo perché cicciottello, non per altro”.
È la risposta che Mahmood, vincitore del Festival di Sanremo, ha dato alla domanda di Aldo Cazzullo su cosa pensasse delle polemiche innescate da Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno, infatti, dopo la serata finale del Festival aveva twittato “Mahmood… Mah… La canzone italiana più bella? Io avrei scelto Ultimo”.
“Sui social, c’è chi ha scritto italo egiziano e pure gay, Salvini sarà contento”, lo ha incalzato Cazzullo.
“Io non ho mai detto di essere gay. La mia è una generazione che non rileva differenze se hai la pelle di un certo colore o se ami qualcuno di un sesso o di un altro”, ha risposto Mahmood, che ha aggiunto: “Io sono fidanzato, ma troverei poco educata la domanda se ho una fidanzata o un fidanzato. Specificare significa già creare una distinzione”.
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Nella lunga intervista al Corriere della Sera, è stato dato ampio spazio al rapporto del cantante con il padre, che abbandonò la famiglia quando Mahmood aveva appena cinque anni.
“I momenti di rabbia sono venuti dopo e li ho superati”, spiega Mahmood. “Quattro sono le mogli che ha avuto papà. Ci ho fatto i conti: le persone si amano, non si capiscono più, si lasciano. Ma non sto parlando di poligamia. Mamma e papà si sono sposati in chiesa, io ho frequentato l’oratorio, ho fatto battesimo, comunione, cresima. L’Islam non c’entra”.
Quanto agli altri figli avuti da suo padre, “io ho conosciuto una sorella a Milano e un fratello in Egitto. Quando conosci un fratello dall’altra parte del mare, a8anni, è già successo tutto e, dopo, niente può farti male. Dopo, io e papà, abbiamo passato altre estati insieme. I primi addii sono belli tosti, alla quarta ti abitui e ti senti più sicuro nel posto dove stai sempre”.
L’assenza del padre ha caricato tutte le responsabilità sulle spalle della madre: “Devo tutto a mamma. All’inizio, mi accompagnava lei dal maestro di musica, partendo da Buccinasco, dove lavorava, e portandomi a Baggio. Ogni giorno, un viaggio. Mi ha fatto da madre e da padre. Non posso dire che papà mi sia mancato, perché lei mi ha dato tutto. Mi ha sostenuto. Mi diceva: ti pago i corsi di musica solo se vai bene a scuola”.
“Alle elementari vincevo sempre la medaglia come miglior lettore di libri. Però, alla maturità, non mi sono presentato. Era una fase ribelle, facevo tardi la sera. L’anno dopo, per punizione, mamma non mi mandò a musica”, racconta il cantante.
Al padre, comunque, Mahmood non chiude le porte: “Non penso che non se ne importi. Voglio credere che tutti hanno umanità. Ma ci sarà modo di chiarire”.