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Sanremo 2019: le pagelle di TPI della quarta serata del Festival

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SANREMO 2019 PAGELLE QUARTA SERATA – Continua la 69esima edizione del Festival di Sanremo con la quarta serata. Venerdì 8 febbraio 2019 è il momento dei tanto attesi duetti.

Ciascun cantante in gara, dunque, si esibisce con il proprio brano, rivisitato e cantato assieme a un artista ospite (Qui tutti i nomi della sera dei duetti).

Ma il parterre di ospiti non si ferma ai duetti: per venerdì 8 febbraio, infatti, è atteso all’Ariston anche Ligabue, che presenta il suo nuovo album “Start”. Il cantante, insieme a Baglioni, renderà omaggio a Francesco Guccini.

> QUI LA NOSTRA DIRETTA DEL FESTIVAL DI SANREMO

> QUI LA DIRETTA DELLA QUARTA SERATA DEL FESTIVAL

Il direttore artistico di Sanremo 2019 Claudio Baglioni, confermato per il secondo anno consecutivo, ha voluto portare sul palco dell’Ariston generi e artisti molto diversi tra loro. La musica, insomma, realmente al centro di questo Festival, in tutte le sue forme.

> QUI TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SU SANREMO 2019

Ecco le recensioni e le pagelle di Tpi dopo la quarta serata del Festival di Sanremo 2019.

Federica Carta e Shade – Senza farlo apposta: voto 5

Il duetto con Cristina D’Avena non entusiasma e soprattutto non aggiunge granché a un brano di per sé deboluccio. Il pezzo è ritmato e può andare bene in radio, come si vede già da questi primi giorni. Ma entrambi questi ragazzi hanno le capacità per fare meglio.

Motta – Dov’è l’Italia: voto 7,5

La presenza di un’interprete di Serie A come Nada dà ancora più pathos e qualità a un pezzo interessante, ben scritto e che Motta esegue dignitosamente. Certo, la differenza di carisma tra i due è evidente, ma il ragazzo cresce bene.

LEGGI ANCHE: Tutto sul Festival di Sanremo 2019

Irama – La ragazza col cuore di latta: voto 7

Il brano di Irama migliora con il passare degli ascolti. Il successo di visualizzazioni su Youtube dimostra che il pubblico a casa ha gradito un brano orecchiabile, con un ritornello che entra in testa. Il tema trattato, la violenza casalinga subita da una ragazza, è forte ma può apparire un po’ “paraculo”. Ma lui è credibile e Noemi si inserisce bene nel pezzo. Tra i favoriti per la vittoria finale.

Sanremo 2019 pagelle quarta serata | Ligabue: voto 8

Entra in trionfo come un re. Fa impazzire l’Ariston con un grande classico come “Urlando contro il cielo”, poi con il suo nuovo singolo “Luci d’America” e soprattutto con l’omaggio in duetto con Baglioni al maestro Guccini: molto bella la versione di “Dio è morto”, un capolavoro che all’epoca la Rai censurò non avendone capito il senso vero, mentre Radio Vaticana la mandava senza problemi. L’unico rimpianto è che artisti del calibro di Ligabue non partecipino mai a Sanremo come concorrenti. La differenza è lampante.

LEGGI ANCHE: Tutti i cantanti in gara a Sanremo 2019 e le loro canzoni

Patty Pravo e Briga – Un po’ come nella vita: voto 5,5

Patty è la storia della musica italiana e questo non si discute. Entra trionfante e consapevole di tutto il suo carisma. Briga è una sorta di principe azzurro pronto ad accompagnare la sua regina, ma vocalmente incide poco. Caccamo al pianoforte dona ancor più grazia ed eleganza a un brano che resta mediocre. La Strambelli meriterebbe di più.

Negrita – I ragazzi stanno bene: voto 6

La voce e l’interpretazione di Enrico Ruggeri, la tromba di Roy Paci rendono più godibile una canzone senza troppe pretese. I Negrita portano un brano poco innovativo, troppo simile ai loro successi di dieci o più anni fa. Potevano osare di più, la sensazione è quella di qualcosa di già sentito.

Il Volo – Musica che resta: voto 8

Il brano è sanremese nel senso più classico del termine. D’altronde il Volo è questo, gran bel canto, vocioni, ugole da tenori. Prendere o lasciare. Il pubblico dell’Ariston li adora: a ogni loro esibizione è una standing ovation. Alla faccia dell’indie. Menzione speciale per il violino di Alessandro Quarta: rende “rock” e moderno un brano che più tradizionale non si può.

Arisa – Mi sento bene: voto 6

Il duetto con Tony Hadley non convince: tra i due non si crea quel feeling che avrebbe potuto dare qualcosa in più a un brano strano, che spiazza: inizia in un modo leggero e quasi fiabesco, poi si trasforma in un pezzo pop, da tormentone. Esibizione non impeccabile di Arisa che sforza troppo e vocalmente risulta meno precisa del solito.

Sanremo 2019 pagelle quarta serata | Mahmood – Soldi: voto 7

Lo abbiamo detto nelle serate precedenti, è la sorpresa di questo Sanremo, nel senso positivo del termine. Porta un brano fresco e giovane, canta con credibilità e quella faccia un po’ da ruffiano lo aiuta. Gué Pequeno fa il suo ma non aggiunge molto a un brano che ha già l’impronta del suo interprete. Può essere uno dei tormentoni dei prossimi mesi.

Ghemon – Rose viola: voto 7,5

Stravolge completamente la melodia e il ritmo della sua canzone rispetto alle prime serate. E ci piace assai. Bella l’intesa con Diodato e i Calibro 35. “Rose viola” è un pezzo fresco, soul, e con un ritornello che già tutti canticchiano. Uno dei pezzi cresciuti maggiormente nel corso di questa settimana.

Francesco Renga – Aspetto che torni: voto 5,5

La presenza di due étoile come Vogel e la nostra Abbagnato regala armonia all’esibizione di Renga, ma la canzone resta poca roba. Non migliora nonostante il passare degli ascolti. Renga canta bene, ha una voce possente e riconoscibile, ma questo pezzo è troppo classico, troppo nel suo stile, non esalta le sue qualità naturali.

Sanremo 2019 pagelle quarta serata | Ultimo – I tuoi particolari: voto 7

Che bello rivedere Fabrizio Moro a Sanremo. Ultimo dimostra ancora una volta di essere un interprete maturo e l’intesa con il concittadino Moro non è certo una novità. Merita il podio di questo Festival, anche se nel suo giovane repertorio ha pezzi migliori. Il brano è un po’ troppo sanremese rispetto al suo stile, ma il ragazzo ha talento e un posto assicurato nella musica italiana dei prossimi anni.

Sanremo 2019 pagelle quarta serata | Anastasio: voto 7,5

Completa nel migliore dei modi un monologo non esaltante di Claudio Bisio (scritto da Michele Serra). Lui si conferma, come dimostrato ad X-Factor, una penna interessantissima. Una via di mezzo tra il rapper e il cantautore. Scrive come pochi. Speriamo non si perda.

Nek – Mi farò trovare pronto: voto 6,5

Decide di trasformare completamente il suo pezzo. L’originale è un brano molto ritmato, leggero, radiofonico. Con Neri Marcorè assume tutta un’altra fisionomia, viene recitato con il solito carisma dall’attore, accompagnato dall’orchestra. Nel complesso risulta un esperimento affascinante ma poco credibile.

Boomdabash – Per un milione: voto 5,5

Come se il pezzo non fosse già super ritmato, reggae, un possibile tormentone estivo, i Boomdabash spingono ancora di più sull’acceleratore e aggiungono alla loro esibizione già travolgente la presenza di Rocco Hunt e dei Musici Cantori di Milano. Pezzo che può andare molto in radio e nei villaggi turistici agostani, ma di certo non resterà nella storia di Sanremo.

Zen Circus – L’amore è una dittatura: voto 6,5

Il brano resta travolgente, con un ritmo che procede senza soluzione di continuità, ben scritto. La presenza di un cantautore raffinato come Dario Brunori fa acquistare alla canzone uno spessore maggiore. Duetto ben riuscito.

Paola Turci – L’ultimo ostacolo: voto 6,5

Una delle esibizioni più di classe di questo venerdì sera. L’eleganza di Paola Turci, il tocco di Beppe Fiorello che non sfigura neppure nelle vesti di cantante. Il pezzo non è di per sé indimenticabile, ma quanto sentito nel duetto è assolutamente piacevole. Due voci che si fondono bene insieme.

Anna Tantangelo – Le nostre anime di notte: voto 5

Pezzo troppo melodioso, troppo sanremese, troppo tradizionale. E l’aggiunta di Syria non migliora le cose. Due belle voci, per carità, ma la canzone va via troppo in fretta e lascia poco. Non una delle cose migliori cantate in carriera dalla ragazza di Sora.

Ex-Otago – Solo una canzone: voto 6

Il brano si conferma melodioso, poetico, dolce, quasi onirico. Non indimenticabile, ma senz’altro leggero e orecchiabile. Poi entra Jack Savoretti e dà una sferzata che quasi spiazza. Uscendo dicono “global compact”.

Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood: voto 6,5

Racconta con passione quasi commovente la sua città, Livorno, i suoi ricordi, quel nonno che tanto gli manca. Un brano nostalgico ma vero. Si fa accompagnare dal pianoforte di Jannacci junior e dall’arte di Massimo Ottoni. Non un capolavoro, ma lui lo sente tantissimo ed è bravo a trasmetterlo.

Sanremo 2019 pagelle quarta serata | Loredana Bertè – Cosa ti aspetti da me: voto 7,5

Canta con una grinta unica, una voce sofferta e straziante, che racconta tutta la sua vita, il suo trascorso, la sua lunga carriera. Un brano pop che può funzionare in radio e che il pubblico applaude con convinzione. Si fa accompagnare da un’altra tosta e rock come Irene Grandi: la sintonia c’è e funziona, anche se Loredana è di un’altra categoria. A Sanremo non ha mai ottenuto grandi successi, meriterebbe un posto sul podio.

Daniele Silvestri – Argento vivo: voto 8

Il testo più bello di questo Sanremo. Profondo, originale, quasi disturbante. Agnelli aggiunge poco con la sua esibizione, ma non importa. La coppia Silvestri-Rancore funziona benissimo così com’è. Le strofe rap si inseriscono benissimo nel racconto drammatico di Silvestri.

Sanremo 2019 pagelle quarta serata | Einar – Parole nuove: voto 5

Sembra di vedere una puntata di Amici di Maria De Filippi. Tre giovani usciti tutti dal talent di Maria, con il rapper Biondo e il gigante buono Sylvestre a dare supporto a Einar, forse il cantante meno pronto e strutturato di questo Festival. Nel complesso le tre voci si fondono bene insieme, decisamente meglio dell’esibizione solitaria di Einar.

Simone Cristicchi – Abbi cura di me: voto 8

Bello, bellissimo. Una preghiera laica, come l’ha definita lo stesso Cristicchi. Il suo ritorno era tanto atteso e risulta vincente: porta sul palco dell’Ariston il teatro canzone di gaberiana memoria. Incisiva la partecipazione di Ermal Meta, credibile non solo vocalmente ma anche per quello che è stato il suo passato.

Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce: voto 6,5

Ci credono tanto e il pezzo è sicuramente più godibile rispetto al primo ascolto, quando aveva spiazzato per via dell’eccessivo ricorso al dialetto. Anche l’intesa tra due mondi all’apparenza così distanti come quello di Livio Cori e quello di Nino D’Angelo è cresciuta nel corso delle serate. Bello rivedere i Sottotono.

Achille Lauro – Rolls Royce: voto 7

La serata si chiude con il rock di Achille Lauro, travolto in queste ore dalle critiche di Striscia sulla sua canzone. Duetta con Morgan, un altro rocker ribelle come lui, peccato che la voce per l’ex dei Bluvertigo proprio non c’è. Ma l’alchimia tra i due “dannati” di questo Festival è evidente.

Sanremo 2019 pagelle quarta serata | Claudio Baglioni: voto 6,5

Sempre lui, oggi qualche sprazzo di autoironia e di maggiore scioltezza, come quando si cimenta in una divertente imitazione di Maurizio Costanzo.

Claudio Bisio: voto 5,5

Si ritaglia il suo spazio con un monologo sulle difficoltà del rapporto padre-figlio, scritto da Michele Serra. Nulla di eccezionale.

Sanremo 2019 pagelle quarta serata | Virginia Raffaele: voto 5,5

Come sempre Virginia Raffaele dà il meglio di sé quando veste i panni della comica. Purtroppo non ha uno spazio tutto per sé e le sue spassosissime maschere. Molto meno efficace come conduttrice.

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