“Non riusciva a parlare, era incapace di muoversi, piangeva tra le mie braccia”: gli ultimi istanti di Robin Williams
In una biografia sono state raccolte le testimonianze di chi era accanto all'attore prima di suicidarsi
È stato un pilastro della storia del cinema e ancora oggi si riapre la ferita quando si pensa alla sua scomparsa: quella di Robin Williams. L’attore, amato da grandi e piccoli, si è suicidato l’11 agosto 2014. Il motivo che lo avrebbe portato al folle gesto sarebbe stata la depressione. Ma di recente, sulla sua morte, sono emersi nuovi dettagli. Almeno secondo la biografia firmata da Dave Itzkoff (Robin Williams. Storia di una vita) che ha restituito un ritratto doloroso e sofferente di Williams.
“Ogni fine giornata singhiozzava tra le mie braccia. È stato orribile”, ha scritto Itzkoff che ha raccolto, tra le varie testimonianze, quella della sua truccatrice, Cheri Mins. Che ha anche detto: “Non avevo la forza di affrontare ciò che gli stava accadendo”.
Nel libro, in cui si ripercorrono gli ultimi giorni di vita dell’attore dell’Attimo fuggente, il biografo ha sottolineato come Williams avesse difficoltà a ricordare le battute sul set. Sintomo di una malattia degenerativa, la Demenza da corpi di Lewy, che non scoprirà mai e che gli sarà diagnostica solo in seguito.
“Odiava non riuscire a trovare le parole quando conversava. A volte si bloccava in una posizione, incapace di muoversi: la cosa lo frustrava. Iniziava ad avere problemi di vista, non riusciva a valutare distanza a profondità. Era sempre confuso. Ho pensato: mio marito è ipocondriaco? Abbiamo indagato e provato qualsiasi cosa, ma non cerano risposte”, ha dichiarato Susan Schneider, l’ultima moglie, al biografo. Williams, poi, aveva difficoltà a muoversi e si spostava “con un’andatura lenta e strascinata”.
Dave Itzkoff, dunque, attraverso le parole della famiglia, degli amici e dei colleghi ha provato a capire quali sono stati i fattori che hanno spinto Williams al suicidio. Quel che è certo è che l’interprete ha svelato a pochissimi la sua vera identità: non a caso spesso ha indossato la “maschera” comica al cinema.