Renato Zero su Rosa Chemical (e il bacio a Fedez): “La colpa è di chi lo manda sul palco”
“Non è colpa di Rosa Chemical ma di chi ritiene che la musica sia solo performance e manda in scena persone che non hanno ancora quella preparazione artistica. Di chi ritiene che la musica sia una velleità”, sono le parole di Renato Zero che si è scagliato contro il Rosa Chemical e il bacio con Fedez a Sanremo.
“Io non sono un cantante, sono un interprete dei sentimenti”, dice l’artista presentando il suo tour: “Zero a Zero”. “Sono un professionista, una persona perbene, mai fatto speculazioni”, ci tiene a dire affrontando l’argomento televisivo della sua partecipazione alla trasmissione di Maria De Filippi e la contemporanea rinuncia ad andare a Sanremo.
“Ero stato interpellato da Amadeus per Sanremo: ma prima di andare al Festival devi preparare tutta l’artiglieria, mentre per andare da Maria basta indossare un tailleurino e una scarpetta lucida con il tacco, è meno impegnativo”.
“Se il prossimo anno sarò nuovamente invitato ad andare al Festival di Sanremo, ci farò un pensierino”.
E, a proposito delle performance musicali e non solo sul palco dell’Ariston, Renato Zero – che decenni prima proponeva brani dai titoli espliciti come ‘Mi vendo’ o ‘Il triangolo’ – commenta: “Una volta c’erano tantissimi esperti nelle case discografiche, che ti davano i giusti consigli e ti aiutavano a trovare la tua strada artistica da percorrere, con i tempi giusti. Oggi non è colpa di Rosa Chemical o di altri ragazzi, che sono sempre da assolvere… La colpa è invece di chi pensa che fare il cantante sia un mestiere improvvisato e che non ci sia una responsabilità nell’andare in scena davanti al pubblico, teatrale o televisivo”.
Durante la conferenza stampa del suo nuovo tour – che parte dal 7 marzo al Mandela Forum di Firenze per poi toccare i principali palasport italiani – è proprio Renato Zero a frenare sull’argomento: “Mi sono accorto che i miei sosia sono tantissimi, ma l’originale vince sempre. Vorrei che oggi i ragazzi potessero godere di una preparazione adeguata prima di essere mandati su un palco”.
L’artista, 72 anni, se la prende con tiene le fila nel mondo della musica: “Una volta c’erano tantissimi esperti nelle case discografiche, che ti davano i giusti consigli e ti aiutavano a trovare la tua strada artistica da percorrere, con i tempi giusti. Oggi non è colpa di Rosa Chemical o di altri ragazzi – continua – ma di chi ritiene che la musica sia solo performance e manda in scena persone che non hanno ancora quella preparazione artistica. Di chi ritiene che la musica sia una velleità. La colpa è di chi pensa che fare il cantante sia un mestiere improvvisato e che non ci sia una responsabilità nell’andare in scena davanti al pubblico, teatrale o televisivo”.