Pillon si scaglia contro il look dei Maneskin: “Arriveremo al reggiseno da uomo”
Dopo i Cugini di Campagna, anche Pillon. Il look dei Maneskin, freschi vincitori degli Mtv Ema, continua a far discutere. Il senatore leghista Simone Pillon si è scagliato in particolare contro l’abito indossato dal frontman della band rivelazione, Damiano David: “I Maneskin a Budapest con tanto di performer (maschietto) in culottes e giarrettiere, ricevono il premio. Tra poco arriveremo al reggiseno da uomo. Ovviamente, una volta preso il microfono, non possono esimersi dal piagnisteo per la sonora bocciatura del Ddl Zan. Guardandoli, mi chiedo: “dove sarebbero le discriminazioni?”, ha scritto su Facebook Pillon, strenuo difensore della “famiglia tradizionale” e uno dei più acerrimi nemici della legge contro l’omotransfobia, affossata al Senato.
L’esponente leghista nel post rincara la dose aggiungendo che se una band “si ispirasse alle radici cristiane d’Europa”, o “se inneggiasse alla difesa della vita dal concepimento” o “se prendesse a tema la lotta alla droga”, probabilmente non raggiungerebbe la stessa forma di successo. “Da giovani che si dicono alternativi e ribelli mi sarei aspettato qualcosa di diverso, che so, sul palco in smoking i maschietti e in abito da sera la signorina, con tanto di dichiarazioni tipo “i bambini hanno il diritto di avere una mamma e un papà””.
In questo caso, secondo Pilon, sicuramente “si sarebbero scordati i premi e gli applausi del mainstream, ma avrebbero dimostrato di essere davvero fuori dagli schemi”. Invece, “è sempre la solita solfa. Auguri”. Il post del senatore non è passato inosservato e ha suscitato diverse reazioni. Non è mancato neppure un commento da parte dello stesso Damiano dei Maneskin, che ironicamente ha ribattuto: “Hai ragione Simo, la prossima volta completo e paPillon”. La band, dopo la vittoria del premio come miglior gruppo rock agli Mtv Ema, aveva dichiarato: “Quest’anno, in particolare, bisogna andare fieri del nostro Paese per i risultati raggiunti non solo da noi ma da tanti sportivi e da tante personalità della cultura. Peccato per i diritti civili, dove continuiamo a rimanere indietro e invece per noi sarebbe stata la vittoria più importante”. Una stoccata che evidentemente a Pillon non è andata giù.
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