PhEST – Festival internazionale di fotografia e arte: la nuova edizione a Monopoli dal 1 settembre all’1 novembre
Al via dal 1° settembre al 1° novembre a Monopoli in Puglia PhEST – festival internazionale di fotografia e arte che dedica questa ottava edizione al tema ESSERE UMANI e insieme a LensCulture lancia dal 7 luglio per due settimane la terza edizione della PhEST Pop Up Open Call, contest internazionale aperto ad artisti di tutto il mondo. Dopo un’edizione 2022 dedicata al Futuro, quest’anno PhEST si concentra sull’essere umano provando a interrogarsi sull’uomo e su cosa voglia effettivamente dire oggi essere umani.
Esplorando tappe, stili di vita, emozioni, credenze e passioni, il festival vuole interrogare lo spettatore proponendo una varietà di rappresentazioni dell’essere umani con uno sguardo interdisciplinare su cultura, natura, relazioni, attraverso la psicologia, la filosofia e l’antropologia. Tratterà i grandi temi del pensiero contemporaneo; la trasformazione dei valori e delle loro pratiche e la complessità delle attività e delle interrelazioni tra gli esseri senzienti in tutto il pianeta.
Comunità, famiglia e consapevolezza globale insieme a tecnologia, migrazione sono alcuni dei punti chiave del nostro essere animali sociali in questo mondo. Artisti da tutto il mondo – selezionati dal direttore artistico Giovanni Troilo con la curatela fotografica di Arianna Rinaldo – verranno coinvolti in mostre, portfolio review – presto prenotabili attraverso i canali social e il sito della manifestazione – masterclass, installazioni, nutrendo una comunità vibrante e diversificata di creativi e appassionati. Tra i primi nomi confermati ci sono: Phil Toledano, noto artista concettuale britannico che vive e lavora a NY, i pluripremiati fotografi Koos Breukel (ritrattista) e Zed Nelson (documentarista). Grande spazio alle donne quest’anno con artiste come Lisa Sorgini, australiana classe 1980, Elinor Carucci, fotografa israeliana, Giulia Gatti, giovane talento italiano, Cristina De Middel fotografa documentarista spagnola parte dell’agenzia Magnum.
Alla parte fotografica si aggiunge come sempre anche quella dell’arte contemporanea, la cui curatela è affidata anche per questa edizione a Roberto Lacarbonara.
PhEST – See Beyond the Sea, prodotto e promosso dall’associazione culturale PhEST, con sostegno di Regione Puglia, PugliaPromozione, Teatro Pubblico Pugliese e del Comune di Monopoli, si conferma così sempre più come un importante e riconosciuto evento internazionale che celebra il potere della fotografia e dell’arte nel catturare ed esprimere nuove narrazioni. Dal centro di Monopoli, della Puglia e del Mediterraneo, PhEST esplora il contemporaneo attraverso il racconto visivo e promuove il dialogo con il pubblico e il suo coinvolgimento. La città di Monopoli si trasformerà in un museo a cielo aperto, aprendo al pubblico e agli artisti palazzi storici e antiche chiese. Il direttore artistico Giovanni Troilo ha voluto portare immagini e visioni tra le vie e le piazze di Monopoli creando percorsi inediti e nuove percezioni sul tema dell’anno: «Essere umani, cosa vuol dire? Negli ultimi anni un vasto campo che credevamo centrale ed esclusivo dell’uomo è andato riducendosi. Dopo “Her”, il film di Spike Jonze, il mondo è sembrato improvvisamente differente e da allora, questo vale per me, ho cominciato a vedere tutto quello che ci riguardava sotto una luce completamente differente. Oggi quella profezia, quella di intelligenze artificiali sempre più performanti, umanoidi ed empatiche, si avvera ad una velocità impressionante. L’esclusività, il primato dell’uomo si riduce. L’opera d’ingegno, il genio creativo non è detto che appartenga più solo a noi, una rivoluzione è alle porte. Prendendola dal capo opposto, Stefano Mancuso ci rivela: “Le piante sono più intelligenti dell’uomo”. L’obiettivo che tutte le specie hanno in comune è la sopravvivenza e se una specie su questo pianeta sopravvive in media per 5.000.000 di anni, noi possiamo definirci una specie molto giovane. Se fossimo come le altre specie avremmo un orizzonte di 4.700.000 anni. Se saremo in grado di estinguerci prima, avremo dimostrato di essere una delle specie più stupide del pianeta. Viene da chiedersi allora, cos’è che ci rende davvero così speciali? Questo nocciolo che si riduce ci porta a scoprire davvero la nostra essenza?».
Il Festival intanto ha già avuto un suo prologo: si è appena conclusa la Residenza d’Artista che si è tenuta a Monopoli dal 15 al 24 giugno. Il duo fotografico Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni, ospitati a Monopoli da Santa Maria 24, hanno indagato il tema di PhEST esplorando le molteplici relazioni tra l’essere umano e il proprio ambiente, abbracciando gli aspetti politici e sociali, quelli legati al territorio e alla sfera emotiva. Il duo, attivo dal 2013, ha ricevuto premi prestigiosi e un riconoscimento globale da stampa e media. Il lavoro realizzato dal duo durante la Residenza D’Artista, dal titolo “‘Nzìm” [Insieme] sarà esposto al Porto Vecchio, nella storica location che ospita gli assegnati sul territorio.
Ecco chi sono i primi ospiti italiani e internazionali che prenderanno parte alla VIII edizione di PhEST:
Artista australiana di fama internazionale, Lisa Sorgini è profondamente interessata al modo in cui le nostre relazioni familiari appaiono e cambiano nel tempo, con una predilezione per la rappresentazione del ruolo della madre. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo, riscontrando successo di pubblico e di critica: nel 2020 ha vinto il premio LensCulture Critics Choice per la sua serie di ritratti “Behind Glass”, che è stata poi selezionata per partecipare al CLIP Award 2020, all’Australian Photography Awards 2020 e al premio Head On Portrait.
“Mother” è una panoramica di immagini scattate in varie località dell’Australia a madri e figli negli ultimi 7 anni di attività dell’artista. “Mother” racconta uno dei topoi della produzione di Lisa Sorgini, quale la figura materna e l’evoluzione del ruolo della stessa sia in relazione alla crescita e alla maturazione dei figli sia in relazione alle aspettative della società.
Elinor Carucci, artista israelo-americana, combina la professione di fotografa alla carriera accademica presso Harvard, Princeton e la School of Visual Arts di New York, dove attualmente insegna. Il suo lavoro ricerca costantemente il personale, l’intimità delle esperienze individuali, ma sempre con lo scopo di trovare un significato universale alle storie dei singoli immortalate dal suo obiettivo. Come la vita professionale dell’artista, le opere di Elinor Carucci combinano l’estetica dell’istantanea fotografica da album di famiglia – poco costruite ma estremamente evocative e comunicative – all’estetica della messa in scena teatrale.
“Midlife” è un viaggio attraverso la maternità, il matrimonio, la malattia, l’amore e l’invecchiamento. Seguendo le dinamiche quotidiane della vita familiare e gli alti e bassi delle relazioni, cifra stilistica dell’arte fotografica di Elinor Carucci, “Midlife” è un documento viscerale, emotivamente carico ed onesto dell’esperienza di una donna che vive il cambiamento.
Koos Breukel è uno dei più prolifici e apprezzati fotografi ritrattisti dei Paesi Bassi. Nel corso della sua carriera ha realizzato ritratti di decine di suoi colleghi fotografi, riconoscendoli come spiriti affini, fonte di ispirazione o amici. Tutto ciò trasmette una meravigliosa stima del mondo professionale verso Breukel “tra i fotografi”, compresi i “colleghi” locali e personaggi come Richard Avedon e Robert Frank.
“Me We” è, finora, l’opera magna di Koos Breukel, che riunisce le immagini dei primi 30 anni della sua carriera. L’opera racconta una storia di vita universale, ma molto personale: le fotografie raffigurano ed attraversano ogni fase della vita, dalla nascita alla morte; ne risulta sia un album di famiglia alternativo e universalistico un’agenda personale sullo sviluppo artistico di Koos Breukel. “Me We” è una dichiarazione sulla vita e una retrospettiva della carriera di uno dei più grandi ritrattisti dei nostri tempi.
Noto per progetti fotografici personali e a lungo termine che indagano intorno alla società contemporanea, Zed Nelson ha esposto alla Tate Britain, alla National Portrait Gallery e al V&A Museum nel Regno Unito. Dopo aver ottenuto importanti riconoscimenti come fotografo documentarista, grazie ai progetti realizzati in alcune delle aree più povere e difficili del mondo, Zed Nelson ha rivolto sempre più la sua attenzione alla società occidentale, adottando un approccio maggiormente concettuale per riflettere sulle questioni sociali attuali.
“The Family” vede la luce 25 anni fa, quando una coppia di amici chiede all’artista di posare per lui con il proprio bambino neonato; Zed Nelson ha l’idea scattare loro delle foto in time-lapse, dal momento della nascita del bambino e negli anni futuri, fino al compimento del progetto, e di pianificare gli scatti: la famiglia è stata fotografata sempre nella stessa data, sullo stesso sfondo, sotto la stessa luce. Ne risulta la descrizione visiva del miracolo della vita e della crescita.
Phillip Toledano, fotografo poliedrico di origine britannica, ritrova nelle tematiche socio-politiche la principale fonte di ispirazione per i suoi progetti e nella forma concettuale la migliore forma espressiva: secondo l’artista, tutto inizia con un’idea e l’idea determina l’esecuzione; di conseguenza, il suo lavoro varia rispetto al medium utilizzato, che può essere la fotografia, l’installazione, la scultura, la pittura e il video.
“Another America” è un riflesso di questo mondo incerto, ambientato alla fine degli anni ’40, durante l’età d’oro del fotogiornalismo, quando una fotografia corrispondeva alla verità. “Another America” ci mostra ciò che sembra familiare, ma non lo è realmente e si sviluppa a partire da una riflessione che Phil Toledano pone contemporaneamente a se stesso e al pubblico: L’incertezza che ammanta il nostro passato e il nostro presente si dirada grazie all’utilizzo della tecnologia ma non è forse vero che gli avanzamenti della tecnologia – come l’AI – rendono incerto il futuro?
Dopo 10 anni di lavoro come fotoreporter, Cristina De Middel ha iniziato ad indagare l’ambiguo rapporto della fotografia con la verità: mescolando documentario e pratiche fotografiche concettuali, mette in discussione gli stereotipi e le verità spacciate dai media come assolute. Cristina De Middel è membro del consiglio di amministrazione della Deutsche Börse Photography Foundation e del Vist Projects. Nel 2017 ha ricevuto il Premio Nazionale di Fotografia (Spagna) ed è entrata a far parte di Magnum Photos, di cui è presidente dal 2022.
“Gentlemen’s Club” è un viaggio attraverso il fenomeno della prostituzione, tradizionalmente narrata come mercificazione del corpo. L’artista, per 7 anni, ha visitato le città che hanno un legame col sex-work, arrivando a raccogliere un totale di 100 immagini e interviste in cui gli uomini condividono le loro motivazioni e opinioni sul sesso a pagamento. Cristina De Middel è riuscita col suo progetto a ribaltare completamente i ruoli: la fotografa ha infatti pagato questi uomini per il tempo trascorso a chiacchierare e a posare per lei, una persona sconosciuta, e per aver accettato di rinunciare alla privacy per il suo interesse.
Giulia Gatti è un’artista italiana che da anni viaggia nel sud America, tra Perù, Bolivia, Patagonia e Messico, firmando progetti dedicati alla danza. Nel 2019 vince il primo premio “Portfolio sul Po” del circuito “Portfolio Italia 2019” e, l’anno successivo, ottiene il Premio Paresi con il progetto “Su mia madre tira vento”. Nel 2022 partecipa ai festival di fotografia di Ragusa e a Castelnuovo Fotografia. A settembre 2023 Sky Arte le dedicherà una puntata del programma “Le Fotografe”.
Nato da viaggi, ritorni e lunghe soste nell’istmo di Tehuantepec (Oaxaca) in Messico e reso possibile solo grazie alla collaborazione intimista tra la fotografa e le donne ritratte, “Corazonada” racconta i corpi femminili accomunati da un desiderio di indipendenza, libertà e potenza, mossi dal desiderio di sovvertire gli scenari normativi disegnati dall’esterno. I corpi catturati dalla macchina fotografica di Giulia Gatti sono liberi nella realtà: si appropriano di elementi legati al potere, di simboli dell’erotismo, della caccia, del mistero. “Corazonada” gioca provocatoriamente con le tappe —naturali, culturali e normative — del corpo femminile.
“Essere Umani” è anche il tema della III edizione della PhEST Pop Up Open Call, contest internazionale promosso insieme a LensCulture che nel 2022 ha assegnato 5 premi esclusivi tra i 464 progetti ricevuti, per un totale di quasi 5000 immagini, da 50 Paesi da tutto il mondo. L’edizione 2023 della call vuole essere gratuita, veloce, aperta a tutti per due sole settimane. Dal 7 al 21 luglio potranno essere inviati lavori intensi, intimi e profondi interpretati con ogni linguaggio, tutti i media, immagini fisse o in movimento, dalla fotografia all’illustrazione, al collage, all’animazione. L’iscrizione è gratuita e prevede 2 categorie: SERIES (immagini fisse, illustrazioni) e SINGLES (video, animazione). La giuria, composta da Maurizio Beucci – Head of Leica Akademie Italia, Jim Casper – Caporedattore, editore & co-fondatore di LensCulture, Rocco Venezia – Visual artist & Curatore PHmuseum, Arianna Rinaldo – Curatrice di fotografia a PhEST, e Giovanni Troilo – Direttore artistico di PhEST, indicherà i progetti vincitori a cui saranno assegnati i seguenti premi:
- Una mostra all’edizione 2023 di PhEST (che inaugura il 1 settembre 2023)
- Una mostra dedicata ad un partecipante residente in Puglia, Italia, sempre a PhEST 2023
- Una fotocamera Leica D-Lux7 del valore di 1.315,00 Euro offerta da Leica Akademie Italia
- n. 1 NETGEAR Router mobile Nighthawk M6 Pro 5G WiFi 6E del valore di 999,99 Euro
- n. 1 NETGEAR Cornice digitale nera Meural Canvas II da 27 pollici del valore di 899,99 Euro
- 1 posto per un workshop di Eolo Perfido offerto da Leica Akademie Italia
- 1 posto per un workshop di Carlo Carletti offerto da Leica Akademie Italia
- Una pubblicazione su uno dei canali di comunicazione di PhMuseum
- Una pubblicazione su uno dei canali di comunicazione di LensCulture
Qui il regolamento e form di iscrizione della PhEST Pop Up Open Call.
PhEST è sostenuto da istituzioni, sponsor e partner culturali che hanno a cuore l’evento e la sua mission.
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha confermato ancora una volta il valore della manifestazione: «La nostra programmazione culturale regionale vede da otto anni in PhEST una delle sue esperienze più significative, con una scelta che va, da sempre, anche nella direzione della destagionalizzazione turistica a cui come amministrazione stiamo lavorando intensamente. Attraverso la sensibilità degli scatti portati a Monopoli si riesce di anno in anno ad indagare alcuni dei grandi temi del nostro tempo. Per questa nuova edizione il tema scelto è “Esseri Umani”. Una scelta non casuale e che vuole riconnetterci al nostro essere e alle nostre dinamiche di vita senza barriere, per riscoprire l’essenza stessa dell’uomo e del suo essere. Un tema che arriva con una forza dirompente in un momento storico complesso come quello che stiamo attraversando. Un ringraziamento va quindi agli organizzatori, a tutto il team di PhEST e al suo direttore artistico, Giovanni Troilo per quello che realizzeranno da settembre a Monopoli, portando con il loro lavoro la nostra Puglia nel mondo».
Il direttore generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia Aldo Patruno ha ricordato: «Il tema scelto quest’anno per l’VIII edizione di PhEST – “ESSERE UMANI” – per una strana associazione mentale mi ha immediatamente rimandato alla storica espressione che il Sindaco di Bari Dalfino utilizzò nel 1991 all’arrivo dei 20.000 profughi albanesi stipati sulla Vlora: “SONO PERSONE”. 32 anni dopo, PhEST, attraverso il linguaggio potente della fotografia e dell’arte – come solo Giovanni Troilo e la sua splendida squadra sanno fare – sembra ricordarci che bisogna ripartire da lì, dal nostro ESSERE UMANI, dal nostro ESSERE PERSONE per provare a darci chiavi di lettura utili ad interpretare il tempo complesso e spesso incomprensibile che stiamo attraversando. Sono certo che alla fine di questa edizione 2023 del Festival – che invaderà pacificamente Monopoli dal 1^ settembre al 1^ novembre – (ri)scopriremo che è possibile immaginare e (ri)costruire un mondo migliore solo (ri)partendo dalla nostra umanità. Esattamente come è successo e continua a succedere in Puglia, proprio a partire da quel 1991 così lontano, ma così attuale».
Il Sindaco di Monopoli, Angelo Annese, ha dichiarato: «Siamo all’ottava edizione. Anche per il 2023 PhEST entra di diritto nel calendario degli eventi del Comune di Monopoli per la sua capacità di sorprendere e innovarsi annualmente e di attirare visitatori da ogni parte d’Italia. Una mostra a cielo aperto tra i vicoli del nostro borgo antico che consente al visitatore di scoprire le bellezze dei luoghi con i suoi palazzi storici e le sue antiche chiese. Il mio ringraziamento va al direttore artistico Giovanni Troilo e a tutto il team di PhEST per offrirci ogni anno un appuntamento che è ormai entrato nel cuore di tutti gli appassionati e non» e l’Assessore alla Cultura di Monopoli, Rosanna Perricci ha aggiunto: «Con grande orgoglio anche quest’anno l’Assessorato alla Cultura ha voluto investire su PhEST, la mostra a cielo aperto che la Città di Monopoli ospita sin dal 2016 Monopoli. PhEST non è solo fotografia ma anche arte, musica e cinema con grandi collaborazioni dai contenuti inediti con partner internazionali. Resta invariata la formula con le esposizioni outdoor e indoor e proprio la mostra diffusa sul territorio consente di valorizzare, riscoprendoli, tesori dimenticati o da tempo chiusi al pubblico. Ma anche workshop, videoproiezioni, visite guidate con gli autori e appuntamenti speciali con gli studenti. E soprattutto per quest’ultimi PhEST rappresenta una grande opportunità. Basti pensare che solo lo scorso anno oltre 1600 ragazzi di ben 18 istituti differenti provenienti da tutta la Puglia hanno visitato le mostre. La macchina organizzativa è già partita e Monopoli è pronta ad aprire le porte a PhEST».