Quelli che restano: Elisa e Francesco De Gregori insieme in un pezzo da brividi
Il testo e il video ufficiale della canzone uscita il 14 settembre
Quelli che restano: Elisa e Francesco De Gregori insieme | Il testo e il video ufficiale della canzone
‘Quelli che restano’ è il pezzo da non perdere in questo weekend musicale così ricco.
Elisa e Francesco De Gregori si uniscono in un duetto destinato a restare e che cattura l’attenzione in un venerdì denso di (ottime) novità italiane – dal nuovo album di Gué Pequeno a quello di Riccardo Sinigallia, passando per i nuovi singoli degli ‘indie’ Gazzelle, Kaufman e Management.
La canzone è firmata – testo e musica – dalla stessa Elisa e anticipa l’uscita del suo nuovo album previsto per il prossimo autunno.
‘Quelli che restano’ parte piano, l’attacco è quasi sussurrato, strabordante di testo. Poi il ritmo accelera, cresce la musica, i due artisti si prendono per mano e il racconto si fa impetuoso.
Una poesia contemporanea dai richiami proprio “degregoriani”, il De Gregori de L’abbigliamento di un fuochista.
Quelli che restano | De Gregori Elisa | Il testo
È che mi chiedevo se la più grande fatica è riuscire a non far niente /
A lasciare tutto com’è fare quello che ti viene e non andare dietro la gente /
È che mi perdevo dietro a chissà quale magia quale grande canzone in un cumulo di pietre /
Sassi più o meno preziosi e qualche ricordo importante che si sente sempre /
È che mi lasciavo trascinare in giro dalla tristezza quella che ti frega e ti prende le gambe /
Che ti punta i piedi in quella direzione opposta così lontana dal presente /
Ma noi siamo quelli che restano in piedi e barcollano su tacchi che ballano /
E gli occhiali li tolgono e con l’acceleratore fino in fondo le vite che sfrecciano /
E vai e vai che presto i giorni si allungano e avremo sogni come fari /
Avremo gli occhi vigili e attenti e selvatici degli animali /
È che mi voltavo a guardare indietro e indietro ormai per me non c’era niente /
Avevo capito le regole del gioco e ne volevo un altro uno da prendere più seriamente /
È che mi perdevo dietro chissà quale follia quale grande intuizione tra piatti sporchi e faccende /
Tra occhi più o meno distanti e qualche ricordo importante che si sente sempre /
Ma noi siamo quelli che restano in piedi e barcollano su tacchi che ballano /
E gli occhiali li tolgono e con l’acceleratore fino in fondo le vite che sfrecciano /
E vai e vai che presto i giorni si allungano e avremo sogni come fari /
Avremo gli occhi vigili e attenti e selvatici degli animali /
E più di una volta e più di un pensiero è stato così brutto da non dirlo a nessuno /
Più di una volta sei andato avanti dritto dritto sparato contro un muro /
Ma ti sei fatto ancora più male aspettando qualcuno /
Ma ti sei fatto ancora più male aspettando qualcuno /
Siamo quelli che restano in piedi e barcollano su tacchi che ballano /
E gli occhiali li perdono e sulle autostrade così belle le vite che sfrecciano /
E vai e vai che presto i giorni si allungano e avremo sogni come fari /
Avremo gli occhi vigili e attenti e selvatici e selvatici selvatici /
Siamo quelli che guardano una precisa stella in mezzo a milioni /
Quelli che di notte luci spente e finestre chiuse non se ne vanno da sotto i portoni /
Quelli che anche voi chissà quante volte ci avete preso per dei coglioni /
Ma quando siete stanchi e senza neanche una voglia /
Siamo noi quei pazzi che venite a cercare /
Quei pazzi che venite a cercare /
Quei pazzi che venite a cercare /
Quei pazzi che venite a cercare /