Franco Battiato, le canzoni più belle
Franco Battiato canzoni, le più belle e famose del cantautore siciliano
Franco Battiato, morto oggi – 18 maggio – all’età di 76 anni, ci lascia un patrimonio di canzoni straordinarie, che hanno fatto la storia della musica italiana e resteranno per sempre. Capace di spaziare come pochi tra generi diversissimi, ha sperimentato l’elettronica, si è misurato con la musica etnica e con l’opera lirica. Da La cura a Voglio vederti danzare, da L’era del cinghiale bianco a Bandiera bianca, passando per Cuccurucucù e Centro di gravità permanente, sono tante le canzoni di Battiato che non dimenticheremo. Ecco una selezione delle più belle e famose da ascoltare e riascoltare nel giorno in cui la musica italiana è in lutto per la perdita di un grande artista.
La cura
Considerata da molti una delle canzoni d’amore più belle mai scritte, se non la più bella in assoluto, questo brano del 1996, contenuto nell’album “L’imboscata”, è uno dei tanti scritti in collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro. Al centro il tema del potere curativo della musica e dell’amore. È stata reinterpretata da numerosi altri cantanti.
Centro di gravità permanente
Uno degli album più iconici della produzione di Franco Battiato, nonché uno dei più significativi di tutto il Novecento, è sicuramente La voce del padrone. Al suo interno questo brano, con il quale il cantautore parla della sensazione di smarrimento che lo attraversa e della necessità di trovare un punto stabile.
Franco Battiato canzoni: L’era del cinghiale bianco
L’album omonimo, del 1979, segna una svolta nella carriera di Battiato, dopo gli inizi in cui si dedica prevalentemente alla musica sperimentale, con l’avvicinamento alla cosiddetta new wave. In questo pezzo, tra i suoi cavalli di battaglia, diversi riferimenti a mondi da lui molto amati come la mitologia e la magia.
Bandiera bianca
Altro pezzo indimenticabile tratto da La voce del padrone è Bandiera bianca. Una critica alla società del periodo, con riferimenti alla politica, al terrorismo e alla dipendenza dal denaro.
Cuccurucucù
“Cuccurucucù paloma, ahi ahi ahi ahi ahi cantava”: un brano con cui Battiato fece ballare l’Italia. Il riferimento del titolo è al successo di Caetano Veloso “Cuccurucucù paloma”.
Voglio vederti danzare
Traccia contenuta nell’album “L’arca di Noè”, del 1982. Ebbe un successo addirittura inaspettato e tantissimi riconoscimenti e rifacimenti da parte di altri artisti. Tra cui più di recente la versione dance a opera del dj italiano Prezioso, con il featuring di Marvin. Indimenticabile il valzer viennese nel finale.
E ti vengo a cercare
Brano dell’album del 1988, “Fisiognomica”, con cui Battiato torna a uno stile più intimo, dopo le esperienze più commerciali degli anni precedenti. Nel brano si alternano due linee: una mistica e più spirituale e una più terrena e materiale.
Franco Battiato canzoni: La stagione dell’amore
Dall’album “Orizzonti perduti”, del 1983, è una delle canzoni più famose della ricca produzione di Battiato. Tra i temi del brano il tempo e il fatto che tutto, anche le relazioni umane, siano condizionate da questo fattore.
Povera patria
Arriviamo agli anni Novanta, precisamente al 1991, con l’album “Come un cammello in una grondaia”, che rappresenta una svolta nella sua carriera. Con questo album infatti Battiato prova ad avvicinare la musica leggera a quella classica. Povera Patria è un’accorata invettiva ancora oggi di grande attualità.
Up patriots to arms
Un’altra attenta analisi della società odierna viene da questo brano del 1980: “La fantasia dei popoli che è giunta fino a noi non viene dalle stelle”. Quando la realtà è molto più semplice dell’immaginazione.
Franco Battiato canzoni: Prospettiva Nevskij
Tratta dall’album Patriots del 1980, con questa canzone il Maestro ci porta in Unione Sovietica e precisamente a San Pietroburgo-Leningrado, nella via principale della città. Un brano ricco di politica e riferimenti alti alla musica classica e al cinema.
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