Emma Marrone in passato ha dovuto affrontare un tumore: il racconto della malattia
Emma Marrone in passato ha avuto un tumore alle ovaie
Emma Marrone ha annunciato su Instagram che dovrà fermarsi per affrontare un problema di salute. In passato ha dovuto lottare contro un tumore alle ovaie, Emma ha anche dedicato alla malattia uno spazio speciale nella rivista che accompagnava il suo album “Essere qui”.
In quella rivista composta da circa 70 pagine la cantante ha pubblicato anche una foto inedita in cui mostra la cicatrice che le ha lasciato il doppio intervento chirurgico per un tumore alle ovaie.
La foto è sgranata e la cantante aveva scritto: “È la ferita che mi ha fatto meno male, la cicatrice indica che il male è stato tolto. Il male che resta dentro, ad esempio, è quello che viene dalle parole scagliate con irruenza”.
Emmanuela Marrone, in arte Emma, classe 1984 è nata a Firenze ma ha vissuto ad Aradeo in provincia di Lecce. Dopo alcune esperienze nell’ambito musicale con diversi gruppi, ha visto il successo come cantante solista tra il 2009 e il 2010, ottenendo la vittoria alla nona edizione del talent Amici di Maria De Filippi e firmando un contratto con l’etichetta discografica Universal Music Group.
Emma ha scoperto del cancro quando era ancora giovanissima nel 2009 a 25 anni, prima ancora della partecipazione ad Amici.
“Il ginecologo mi ha detto: tumore, operare con la massima urgenza. La neoplasia mi aveva preso utero e ovaie. Avevo fatto la Tac e la risonanza magnetica. Anche la ricerca dei marker nel sangue confermava la presenza di cellule tumorali. A quel punto non potevo più sfuggire. Il dolore che provavo non era legato alla notizia tragica. Per me non era il cancro il problema. Il mio dolore era dover rinunciare al sogno della musica, ai sacrifici fatti” ha raccontato la cantante.
Nel 2014 la vincitrice di Amici ha dovuto riaffrontare il tumore: “Vivo sempre sotto controllo: per me gli esami non finiscono mai. Il pensiero della malattia non mi abbandona, fa parte di me. Mi mette ansia, ma mi dà la spinta necessaria per vivere tutto fino in fondo. Non è una cosa nera. Ma una presenza che mi continua a invitare a dare il giusto peso alle cose: a volte ce la faccio, altre no! E allora purtroppo continuo a prendermela per cose troppo stupide. Non lo cerco l’amore, non lo aspetto. Ma mi piace immaginare che, un giorno, smetterò di sperare di tornare a casa e trovare una persona con cui condividere una mia gioia o un mio dolore. E proprio quel giorno, uscirò e inciamperò sulla persona giusta”.
Emma Marrone sulla base della sua esperienza personale è molto attenta al tema della prevenzione del tumore che promuove con diverse campagne: “Cercalo prima che ti trovi. Fidati di me e pensa seriamente alla prevenzione. Oggi sono impegnata su questo fronte e lo faccio perché ci credo e voglio aiutare, se posso”.
“Quand’ero malata, la musica per me non è stata altro che ascoltare playlist nel mio letto d’ospedale; questa cosa mi portava in un altro mondo dove non sentivo l’odore di disinfettante che è l’unico ricordo brutto che ho ancora”, racconta in un’intervista.
“Non voglio sembrare un supereroe ma io stessa sono stata il mio antidoto alla sofferenza. I miei genitori sono stati sgretolati dalla notizia ma io ho reagito come se tutto questo non stesse capitando a me, come se mi vedessi dall’esterno”, ha spiegato ai fan.
“Ho reagito con una rabbia e una violenza incredibili per resistere e combattere fino alla fine”, ha aggiunto.
“Non mi è costato molto dire che ero malata. Non è una questione di coraggio, il coraggio nella vita serve per altre cose”, ha spiegato Emma nel corso di un’intervista a Repubblica all’interno degli studi Gedi.
“Mi sono sentita in dovere di dirlo perché mi rendo conto di essere seguita da tante persone, giovani e adulti, che mi dicono di essere un esempio (e mi mettono anche un po’ di ansia, pressione e responsabilità). Ma più che della malattia ho voluto parlare della prevenzione, il messaggio che ho voluto lanciare era quello di andare dal medico non solo quando si sta male ma sempre perché noi alla fine noi siamo delle macchine e ogni tanto abbiamo bisogno di una revisione. Così dovremmo fare tutti noi, uomini e donne. Più che coraggio – perché non trovo niente di male – ho sentito il piacere e il dovere di dare un aiuto, un pensiero in più, un passaggio” ha spiegato la cantante salentina.
“Viviamo in una società che vuole essere supertecnologica e ultramoderna ma in cui c’è ancora un fondo di bigottismo e ignoranza dettati dalla paura di sembrare imperfetti e deboli. Per la società dobbiamo invece essere perfetti sempre e comunque, quindi una malattia è una cosa da non raccontare perché ci rende imperfetti e vulnerabili nei confronti di chi ci sta vicino. In realtà non è così e anzi bisognerebbe parlare di più delle imperfezioni e delle diversità perché ci rendono unici, senza le quali saremmo un ammasso di cose tutte uguali che non sanno dove stanno andando”.
E la cantante lancia anche un messaggio ai giovani: “Se avete un dubbio ricordate di chiedere alla vostra famiglia, agli adulti, senza vergogna. Se notate qualcosa che non va nel vostro corpo ditelo!”.
Emma Marrone è impegnata in campagne di prevenzione contro il tumore e coi bambini degli ospedali: “Più che lanciare messaggi cerco nel mio piccolo di essere vicina a chi sta poco bene. Lo faccio andando più spesso che posso andando a trovare le persone nelle strutture ospedaliere, specie quelle dove ci sono dei bambini. A volte i messaggi non servono a nulla, bisogna andare sul campo, prendersi degli impegni ed esserci, fino in fondo”.
La cantante ha raccontato anche dell’intervento a cui si è sottoposta, durato sette ore. “Non smetterò mai di ringraziare la dottoressa Marialuisa Framarino e lo staff di Ginecologia. Mi hanno accolto subito bene e mi hanno salvato la vita. Lei ce l’ha messa tutta per salvarmi le ovaie e l’utero. E c’è riuscita. Fortunatamente non c’è stato nemmeno bisogno di fare radio o chemioterapia, come invece mi era stato anticipato. Dopo l’intervento ho fatto di nuovo gli esami ed era sparito tutto. Nel sangue non era rimasto niente, come se il mio corpo avesse immediatamente reagito bene”.