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La casa discografica BMG scarica il cofondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, per le sue posizioni contro Israele

Immagine di copertina
Credit: AGF

La casa discografica tedesca BMG ha rescisso il contratto con il cofondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, per le sue posizioni contro Israele. La notizia è stata confermata da diverse fonti al quotidiano statunitense Variety.

L’etichetta musicale con sede a Berlino aveva firmato un contratto con il musicista nel 2016 per pubblicare una nuova versione dell’album “Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd, uscito nel 1973, in occasione del suo 50esimo anniversario.

Ma il nuovo amministratore delegato Thomas Coesfeld, entrato in carica nel luglio scorso, ha dapprima rinunciato al progetto (tanto che l’album è stato poi pubblicato dall’etichetta britannica Cooking Vinyl) e poi avrebbe deciso di chiudere i rapporti con l’artista.

Lo stesso Waters in realtà aveva detto di essere stato “licenziato” dalla BMG già a novembre, durante un’intervista con il giornalista statunitense Glenn Greenwald, sostenendo che la scelta dell’etichetta musicale di Berlino era stata dettata da “interessi filo-israeliani” in Germania che avrebbero fatto pressioni sulla holding dell’azienda, Bertelsmann.

Finora, la società tedesca non ha commentato ufficialmente queste dichiarazioni ma una fonte di Variety afferma che da Berlino contestano la ricostruzione dei fatti presentata da Waters. Nel corso dell’intervista infatti, secondo il quotidiano statunitense, il frontman della disciolta band britannica si sarebbe riferito a una lettera aperta dell’associazione no-profit Creative Community for Peace, firmata da 14 organizzazioni ebraiche e inviata alla BMG per invitare la casa discografica a “riconsiderare il suo rapporto d’affari con il musicista”.

“Crediamo che gli artisti, data la loro enorme influenza nel mondo di oggi, abbiano la responsabilità unica e importante di denunciare l’intolleranza”, si legge nella missiva. “Il signor Waters ha ripetutamente dimostrato di essere determinato a fare il contrario e di essere pronto a utilizzare invece la sua voce, la sua piattaforma e il suo microfono per alimentare le fiamme dell’odio”. Soltanto a questo punto, secondo la ricostruzione delle parole di Waters offerta da Variety e contestata ufficiosamente da fonti interne a BMG, l’a.d. Coesfeld, membro della famiglia che controlla la Bertelsmann, avrebbe preso la decisione da solo.

Ufficialmente però l’azienda tedesca non ha commentato. Il cofondatore dei Pink Floyd invece è noto per le sue posizioni a favore della Palestina e contro lo Stato di Israele, definite da più parti “antisemite”. Come quando, nel maggio scorso, si presentò sul palco a Berlino indossando “un’uniforme in stile nazista”, episodio per cui fu prima indagato e poi prosciolto dalla polizia tedesca.

O come quando, durante l’intervista concessa a Greenwald, Waters affermò di non sapere “cosa abbia fatto” Hamas il 7 ottobre. “Se sono stati commessi crimini di guerra, li condanno”, disse l’artista, accusando lo Stato ebraico di aver “inventato storie” sugli attacchi in cui persero la vita circa 1.200 persone, la maggior parte civili. “Potrebbero esserci stati casi individuali” di civili uccisi”, sottolineò il cantante. “Probabilmente i primi 400 (morti) erano militari”, un questo genere di uccisioni che, per Waters, “non è un crimine di guerra”. “Era giustificato per loro resistere all’occupazione? Sì”, continuò durante l’intervista. “Ma ancora una volta, è quello che hai detto, sono le Convenzioni di Ginevra. Sono assolutamente, legalmente e moralmente obbligati a resistere all’occupazione dal 1967. È un obbligo”.

Tutto questo mentre, da parte sua, Bertelsmann esprimeva “solidarietà a Israele” per gli attentati compiuti da Hamas e dalla Jihad Islamica il 7 ottobre. “Bertelsmann condanna gli attacchi terroristici contro Israele nei termini più forti possibili. Siamo fermamente al fianco dei nostri amici e partner israeliani, nonché dello Stato di Israele. Nel corso dei decenni, Bertelsmann e Israele hanno sviluppato legami stretti ed estremamente stabili di amicizia”, ​​si legge nel comunicato diramato dall’aziendasubito dopo gli attacchi. “La nostra solidarietà va, senza riserve, al popolo di Israele”.

Il cantante però si è sempre detto contrario a ogni forma di antisemitismo un’accusa sfruttata da Tel Aviv, secondo Waters, “per ridurre al silenzio” chi contesta le azioni del governo israeliano contro i palestinesi. “Israele ha il diritto di esistere finché è una vera democrazia, finché nessun gruppo gode di più diritti di qualsiasi altro. Ma sfortunatamente, questo non è esattamente quello che sta succedendo in Israele e Palestina”, disse Waters nel 2022 in un’intervista al quotidiano Berliner Zeitung. “Fino ad oggi, la popolazione ebraica autoctona è una minoranza. Gli ebrei israeliani sono tutti emigrati dall’Europa e dagli Stati Uniti”.

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