Lino Banfi: “Mia moglie Lucia mi sta preparando l’aldilà. Papa Francesco? Un amico”
Lino Banfi, non è una novità, è un amico di Papa Francesco. A testimoniare il loro rapporto sono le tante foto che li ritraggono insieme: ben sette gli incontri da quando Papa Bergoglio è diventato Santo Padre. L’attore ha raccontato al Corriere della Sera che la prima volta che si sono incontrati, Lino Banfi disse: “Voglio diventare il giullare del Papa. Quando lei è incavoleto, mi chiama, e io la faccio sorridere. Ogni tanto mi chiama. E io gli racconto gli episodi più divertenti della mia vita, e pure quelli tristi: il mio sogno è sempre stato far ridere e piangere insieme. Come prova d’amicizia gli ho chiesto questa foto. Lui ha messo via il bastone, e si è appoggiato a me”.
Nel corso dell’intervista Lino Banfi ha parlato anche della sua famiglia. Suo papà, che si chiamava Riccardo Zagaria, aveva la terza elementare e faceva l’ortolano. La mamma “non era andata a scuola proprio. Quando doveva firmare le dicevano: Nunzia, fa’ la cruoce . Ma lei rispondeva: “Mi chiamo Nunzia Colia”, e di croci ne faceva due: una per il nome e una per il cognome. Mamma me la sono goduta più a lungo. Quando si ammalò, cercai per lei il miglior chirurgo. Dopo l’intervento il luminare volle incontrarmi, mi portò in uno sgabuzzino, chiuse a chiave. Pensai dovesse darmi notizie gravi. Si inginocchiò, mi baciò la mano, e disse: “Ho sempre sognato di baciare la mano che ha toccato il culo a Nadia Cassini”. Avevo affidato la vita di mia madre a un pazzo”.
E pensare che da ragazzo Lino Banfi entrò in seminario: “Mi cacciarono per indisciplina. Organizzavamo scherzi feroci, spiavamo le suore… Mi mettevano in ginocchio sui ceci, invano. Nelle recite sacre mi facevano fare Giuda, ma riuscivo comunque a far ridere. Fu chiamato il vescovo, monsignor Di Donna, un sant’uomo che era stato missionario in Madagascar, adesso lo fanno beato. Temevo un anatema terribile. Invece mi sorrise: “Figliuolo, la tua vocazione non è il sacerdozio, è divertire la gente””.
Banfi ha poi parlato delle sue simpatie relative alla politica smentendo di aver mai votato per il Movimento Sociale Italiano, anche se lo chiamavano “Pancetta nera”. Poi ha raccontato un incontro con Bettino Craxi: “Mio padre era un democristiano di centrodestra, e io pure. Ho sempre guardato l’uomo. Mi piace Veltroni e non solo perché si chiama Walter come mio figlio, quando si candidò a sindaco di Roma lo accompagnai nei centri anziani. Mi piaceva Craxi”. Lo ha conosciuto “in un ristorante milanese. Stava con Silvio Berlusconi, che ci presentò. Lui era presidente del Consiglio, io ero quello che toccava il culo a Nadia Cassini e sbirciava Edwige Fenech dal buco della serratura. Eppure fu gentilissimo, fece il baciamano a mia moglie. Un signore”. Ma non finisce qui.
Infine un pensiero per la sua adorata moglie Lucia, morta lo scorso 22 febbraio: “Abbiamo fatto in tempo a festeggiare i sessant’anni di matrimonio. Lucia mi sta preparando l’aldilà”.