Jasmine Trinca racconta a TPI il suo primo film da regista: “Ho costruito alcune scene osservando mia figlia”
Ventuno anni fa Jasmine Trinca debuttava come attrice in La stanza del figlio di Nanni Moretti. Oggi è tornata dal suo padrino per presentare il proprio debutto da regista – Marcel! – al Nuovo Sacher. Un ritorno a casa e quasi un deja vu, se si pensa che proprio Moretti le aveva fatto interpretare nel 2006 una giovane regista alle prese con il suo primo film in Il Caimano, mentre nel 2013 alla stessa rassegna nel cinema di Nanni aveva vinto il premio per la migliore attrice con Miele di Valeria Golino, che ora fa parte del cast del suo film.
Quando Moretti l’aveva scelta dopo 2500 provini, Jasmine stava studiando per l’esame di maturità. “Non avevo nessun intenzione di fare l’attrice: dicevo di voler diventare archeologa, e a dire il vero ogni tanto lo dico ancora” racconta. Il successo del film – Palma d’Oro al Festival di Cannes – le aveva spalancato le porte del cinema, facendone una delle più importanti attrici della sua generazione, con un curriculum che va da La meglio gioventù a Romanzo criminale, da Meraviglioso Boccaccio a Nessuno si salva da solo fino a Sulla mia pelle, e due David di Donatello per Fortunata di Sergio Castellitto e La dea fortuna di Ferzan Ozpetek.
Il suo primo film da regista – presentato quest’anno al festival di Cannes, dove era in giuria – è un’opera ambiziosa e sofisticata, che sembra rievocare atmosfere felliniane, anche se la regista non cita il maestro romagnolo tra le sue fonti di ispirazione. Interpretato dalla giovanissima Maayane Conti, Alba Rohrwacher e Giovanna Ralli, Marcel! si avvale di un cast stellare e variegato che comprende Umberto Orsini, Valentina Cervi, Valeria Golino, Giuseppe Cederna, Paola Cortellesi e uno degli attori-feticcio di Nanni Moretti: Dario Cantarelli, che interpreta ben due ruoli. E che non è l’unica “eredità” trasmessa dal pigmalione: anche la montatrice Esmeralda Calabria, Jasmine, l’ha conosciuta infatti sul set di La stanza del figlio.
Marcel! racconta, in chiave fiabesca, la storia di una bambina che vive nel quartiere della Garbatella, e divide la sua giornata tra la casa della nonna e una madre artista “che si crede la reincarnazione insieme di Marcel Marceau e Pina Bausch” ed è ossessionata dai Tai Chi e dal suo cane Marcel. “Il film ha una chiave surreale ma alcune scene sono prese da momenti di vita vissuta, e le ho costruite osservando mia figlia” spiega Trinca, impegnata in questi giorni nelle riprese della serie La storia di Francesca Archibugi. La stessa Archibugi, insieme alla troupe della fiction tratta dal romanzo di Elsa Morante, è presente in platea ad ascoltare l’intervista di Nanni a Jasmine e il confronto con il pubblico.
Come è stato il passaggio dalla finzione del Caimano – sedici anni fa – al tuo reale debutto come regista?
Devo dire che mi è capitato anche in seguito di interpretare una regista, e curiosamente una scena di quel film l’abbiamo girata proprio qui al Nuovo Sacher.
Sei stata anche tu ossessionata da Marcel! come Teresa del Caimano è ossessionata dal film su Silvio Berlusconi?
No, non direi: sono diversa della madre del mio film, secondo cui ‘L’arte viene prima di tutto’. Però sicuramente una volta iniziato questo progetto ho deciso che andava portato a termine.
Il film è girato in 4.3 – formato quadrato, come all’epoca del muto – ed è introdotto da capitoli.
Il codice del film è molto bizzarro. È una scelta: non so se coraggiosa, ma è una scelta ben precisa.
Tornerai dietro la macchina da presa?
Sicuramente mi piacerebbe fare ancora la regista, ma in questa fase della mia vita ho bisogno di un po’ di tempo per far ‘posare’ le cose.
L’ambientazione del film viene svelata progressivamente, e mai del tutto. Si direbbe che la storia si svolga negli anni ’80, ma la festa agreste sembra quasi di inizio Novecento. A un certo punto poi, si vede un televisore anni ’60 che trasmette a colori una televendita tipicamente anni ’90…
Quella televisione l’abbiamo trovata in un mercatino dell’usato. Effettivamente il film in parte si richiama agli anni della mia infanzia, ma vuole essere ambientato in un tempo indefinito, perché si tratta di una fiaba, con personaggi allegorici che non a caso non hanno nome. L’unico ad averlo è il cane.
A un certo punto compaiono i sosia di Albano e Romina che cantano “Ci sarà”.
Quelli sono due miei amici che di lavoro fanno tutt’altro. Un giorno ho scoperto che nel tempo libero fanno l’imitazione di Albano e Romina e li ho coinvolti. D’altra parte anche se è un inserto ironico, sono convinta che la musica che rimane nelle orecchie, al termine del film, è proprio quella canzone: non solo per la melodia, ma anche per il testo, che è pieno di speranza.
La rassegna “Bimbi Belli” del Nuovo Sacher, che vede Nanni Moretti presentare le migliori opere prime dell’anno, intervistare i registi e consegnare i premi votati dal pubblico, ha compiuto proprio nel 2022 vent’anni e si è conclusa venerdì 22 luglio con Settembre di Giulia Louise Steigerwalt.