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Home » Spettacoli

Iva Zanicchi, la stoccata a Patty Pravo su TPI: “Si è trasformata e ha fatto male. Tutta colpa dei chirurghi”

Immagine di copertina
Iva Zanicchi e Patty Pravo. Credits: Ansa

Covid, politica, musica, tv e Sanremo: TPI intervista Iva Zanicchi

La storia di Iva Zanicchi ha attraversato tutte le epoche e gli umori del nostro Paese. L’Italia che canta Zingara, La riva bianca la riva nera e vede il sogno di conquistare l’America partendo da un piccolo paesino emiliano. È l’Italia degli anni d’oro della tv commerciale che tutti i pomeriggi, per 13 anni, urla cento cento davanti a “Ok, il prezzo è giusto”. È l’Italia ammaliata dalle sirene Berlusconiane: l’onorevole Zanicchi passerà 6 anni al Parlamento Europeo arruolata tra le fila di Forza Italia. È l’Italia dei tristi bollettini del Covid: Iva è stata a lungo ricoverata in ospedale e suo fratello non ce l’ha fatta. “Lo dico sempre: per me dal 2019 si passa al 2021. Quell’anno che c’è in mezzo lo voglio solo dimenticare.”

E, alla soglia degli 81 anni, decide di ripartire, come opinionista, dall’Isola dei famosi targata Ilary Blasi, che, diciamocelo, non è partita con le migliori recensioni…
“Io penso che i concorrenti debbano dare di più: attendiamo che litighino, la fame, alla fine sono loro il centro dello show. È vero: anche noi opinionisti la seconda sera eravamo un po’ spenti, capita.”

Parliamo dei concorrenti: Daniela Martani, una che fu no vax.
“Io la chiamo signora vegana. Che già è una cosa che non concepisco: io non riesco a resistere una settimana senza culatello e tortellini, figurarsi una vita intera. Peraltro anziani e bambini non possono fare a meno di carne e pesce: chi vi dice il contrario mente. Sul resto dico solo che deve stare molto attenta a come si comporterà: se dirà cose inappropriate, starà a noi tapparle la bocca e stai pur certo che non starò zitta”

Lo stare zitta è un concetto su cui spesso travalichi: tipo quando dicesti a Renga “Se tutti quei braccialetti li mettesse un mezzo uomo sembrerebbe un frocio…”
“Fu una stupidata: lo ammetto. Ci rimasi male a lungo. Ma quando sbaglio lo ammetto”

Le incomprensioni con la comunità LGBT sono state tante: votasti pure una mozione contro il matrimonio omosessuale al Parlamento Europeo l’anno dopo in cui ti fu consegnato il Pegaso d’oro come icona LGBT..
“Al Parlamento Europeo si votava di tutto: da quanto dovevano essere lunghe le zucchine, al divieto di sperimentazione sugli animali (una delle mie più grandi battaglie) fino appunto al matrimonio egualitario. Lo so che faccio una figura di merda con quello che sto per dire, ma era impossibile essere sempre presenti e quindi ogni tanto gli assistenti andavano poi mi riferivano quello che accadeva insieme ai pareri dei capigruppo: ammetto quindi di aver votato senza sapere bene cosa si votasse. Ma che non mi si dica che sono contro la comunità: mio cugino è fidanzato da 45 anni e sposato da poco con un uomo, e tutti i miei migliori amici sono gay. Avevo detto qualcosa sui figli, temevo la società non fosse pronta. Poi io sono cattolica e osservante. Invece, ora, ritengo che le coppie gay o lesbiche dovrebbero poter adottare: dare una possibilità e amore a un bambino che soffre.”

Ascoltandoti mi viene in mente quando, mentre eri al Parlamento Europeo, c’era chi diceva che eri la più a sinistra dello schieramento di destra…
“Ma certo! Io ho un sacco di amici di sinistra. Un caro amico, con cui mi sento ancora è Marco Rizzo. Mi ricordo una scena al parlamento. Noi tutte ci vestivamo sempre come delle collegiali tristi, con il nostro tailleurino: ma un giorno arrivo tutta in rosso vivo da capo a piedi. Marco mi urla: “Iva, lo sapevo che arrivavi e venivi con noi” e io gli ho risposto “ci sto arrivando, eccome!” Marco lo stimo perché chiama le cose col proprio nome: rifondazione comunista, simbolo falce e martello. Alla faccia di quelli che si vergognano: chi mi urla rifondazione comunista mi piace.”

Iva Zanicchi, di questo governo di “larghe intese” cosa ne pensi?
“Siamo un paese complicato, difficilissimo da governare dove accadono vergogne continue: con le mascherine ci hanno mangiato su, rubano tutti a mani basse. Chi è al governo fa di tutto per governare ma non riesce perché è circondato da incapaci: anche questo Draghi, grande personalità, stimato ma si trova ad avere a che fare con nomi confermati dal governo precedente che si sa già dove andranno a parare. Peccato perché di persone capaci in politica ce ne sono ma non vengono mai chiamate per ruoli importanti.”

Anche in televisione è così? Persone importanti in ruoli in cui non sono adatti?
“Io penso solo che se ci sono persone che resistono anni ed anni avendo successo, meritano un plauso e tanto di cappello, poi ognuno può piacere o non piacere. Ad esempio mi piace molto Veronica Gentili, che seguo spesso su Rete 4. La Toffanin, una delle poche che quando ti intervista ti fa parlare, e Ilary Blasi che ha il raro pregio dell’educazione dentro e fuori dallo studio. Poi, vabbè, mio marito mi fa vedere sempre La7 e mi fa incazzare ma va bene.”

Quindi guardi Lilli Gruber a 7 e mezzo?
“No, mai.”

Iva Zanicchi, tu sei la donna che ha vinto più festival della storia: ben tre. Anche se l’ultimo a cui hai partecipato è finito con l’amaro in bocca: eliminata immediatamente. Benigni, colpevole di un intervento che ti riguardava subito prima della tua esibizione, l’hai perdonato?
“Ma sì certo: la sua fu una satira sbagliata, nel luogo sbagliato con un monologo bruttissimo, ma mi ha chiamato dopo una settimana chiedendo perdono alla mia famiglia e quindi per me è passata così. A Sanremo un grande impresario mi aveva invitato quest’anno ma ho declinato: erano appena accadute troppe brutte cose nella mia vita e non me la sentivo. Ma chissà: magari in un futuro”.

Musica, tv, teatro, libri, politica: 60 anni di carriera. Ma chi pensi possa essere la tua erede?
“Il nostro è un paese che non perdona. Guarda all’estero: una come Meryl Streep canta, fa musical, è poliedrica. Qui rimani sempre incasellato: la Carrà è stata in classifica in Inghilterra con Rumore, ma non è mai stata considerata una cantante. Io sono nata cantante e tale morirò. Quindi se devo pensare alla musica ora il mercato è cambiato. Alla nostra epoca dovevi avere una cosa fondamentale: la voce. Adesso è passata in secondo piano rispetto all’aspetto fisico, al look, alla scenografia, alla grinta: ecco, in merito alla grinta, molti dicono che la mia erede potrebbe essere la Marrone”

Rimpianti?
“Durante la tournee americana Dean Martin mi voleva ospite al suo show: sarebbe stato un colpaccio (c’era stato solo Modugno), ma io non parlavo inglese quindi saltò tutto. E poi l’Eurofestival: ci sono andata 20 giorni dopo la vittoria a Sanremo con “Zingara”. Potevo portare quella canzone e avrei fatto il botto: invece i miei discografici che erano avidi mi ci mandarono con una canzone che già dal titolo si capiva quanto era orrenda: due grosse lacrime bianche. E mi fecero perdere una grande occasione.”

Amanda Lear la settimana scorsa ci ha detto che quando incontra Patty Pravo le dice: “tu sei l’unica che ancora si riconosce nelle foto…”
“Patty è sempre autoironica ma ha ragione: lei stessa era un’icona incredibile, ora si è trasformata molto e ha fatto male. Penso a Virna Lisi con cui ho lavorato quando aveva 75 anni ed era bellissima con quelle rughette. Ora vedo queste bocche come canotti, zigomi altissimi, ma la colpa è dei chirurghi che dovrebbero rifiutarsi ma non lo fanno. Io ho rifatto il naso a 40 anni che mi dava stile ma l’ho segato comunque, ma non ho mai cambiato la mia fisionomia. Ma sai il punto quale è? La vecchiaia bisogna saperla prendere, seguirla e non temerla. L’unica cosa da temere a 80 come a 60 è la perdita dell’intelletto: di quella sì che c’è da avere paura”.

Leggi anche: Amanda Lear a TPI: “A Sanremo dovevo duettare coi Maneskin ma non avevano soldi. Achille Lauro? Roba stravista” (di Matteo Giorgi); // 2. Iva Zanicchi: “Benigni mi disse delle cose mostruose, che non puoi dire nemmeno a una donna che batte il marciapiede”

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