Il corto per capire lo ius soli premiato alla mostra del cinema di Venezia
Il documentario racconta la storia di Majid Ashakarj, un adolescente siriano rifugiato arrivato a Roma che sogna di diventare un rapper
Alla 74esima edizione della mostra del cinema di Venezia vince anche un piccolo film dal titolo “L’amore senza motivo”, che ha concorso nella sezione Migrarti, creata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) un anno fa per volgere l’attenzione al vastissimo universo dei migranti in Italia.
Il corto-docuementario di Paolo Mancinelli, prodotto dalla Maiora Film, racconta la storia di Majid Ashakarj, un adolescente siriano rifugiato che sogna di fare il rapper, arrivato a Roma sull’aereo di Papa Francesco il 16 aprile del 2016.
L’8 settembre, all’Excelsior del Lido di Venezia l’opera ha ricevuto il Premio speciale della giuria Migrarti presieduta dal regista Francesco Patierno e il Premio Roma Lazio Film Commission.
L’intento del documentario, come spiegano i creatori, è quello di “attirare l’attenzione su un tema delicato come quello dell’integrazione”.
“Si discute tanto della scrittura di leggi chiare, di trasparenza, di comunicazione”, commentano i realizzatori. “Si parla molto, spesso a sproposito, ma poi cambia poco o nulla. Il caso più eclatante riguarda ius soli e ius culturae: due concetti complessi, di difficile sintesi”.
“E così i cittadini che non hanno avuto il tempo di approfondire, o che semplicemente non hanno voluto comprendere la questione in tutta la sua complessità, hanno tradotto: ius soli uguale cittadinanza indiscriminata a tutti quelli che arrivano in Italia. Niente di più falso, ovviamente”, concludono i creatori.
Majid, è un quindicenne siriano, scampato alla bombe e a un interminabile viaggio in mare con il gommone. Arrivato in Italia da Lesbo grazie a Papa Francesco, che ad aprile 2016 portò con sé in aereo dall’isola alcuni rifugiati, viene accolto dalla comunità di Sant’Egidio, si appassiona al rap, a Francesco Totti, a Trastevere e alla pizza margherita.
Il titolo del film è legato alla canzone in rap melodico che Majid scrive insieme ai suoi amici trasteverini, italiani e nuovi italiani, rifugiati come lui.
Di seguito il trailer del documentario, che ha portato al festival di Venezia il tema delicato delle morti nel Mediterraneo, e questioni universali come l’amore, l’amicizia e la passione per i proprio sogni: