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Home » Spettacoli

Francesco Testi a TPI: “Garko, Adua, Tarallo: altro che setta, vi racconto tutta la verità sull’AresGate”

Immagine di copertina
Gabriel Garko, Francesco Testi, Adua

Francesco Testi ha lavorato con Alberto Tarallo e la Ares Film dal 2010 fino al 2015, recitando in alcune fiction di successo quali “Caterina e le sue figlie”, “Il peccato e la vergogna”, “L’onore e il rispetto 3”, “Furore”. Era destinato, secondo molti, a diventare l’erede di Gabriel Garko e ha avuto il suo momento di notorietà, poi qualcosa è andato storto. Eppure, nonostante la frattura con Tarallo ci sia stata e con qualche rancore, accetta di rispondere alle domande sul ciclone che ha travolto il suo ex agente con un certo distacco, un italiano invidiabile e senza giudizi emotivi.
Cosa c’è di vero in quello che Adua ha detto nella casa del Grande Fratello Vip e che Garko ha lasciato intendere?
Premetto una cosa: parlo della mia esperienza, quindi quello che vale per me può non essere stato lo stesso per tutti: quasi niente.

Allora partiamo dall’inizio: tu quando sei arrivato in Ares?
Intanto precisiamo: la Ares era una casa di produzione, poi c’era la “Numero chiuso Agency”, che ne era una sorta di costola, un’agenzia che metteva sotto contratto gli attori che recitavano nelle produzioni Ares. Io sono arrivato nel 2010.
Adua e Morra mi dicono vivessero in una dependance nella villa di Tarallo a Zagarolo, tu?
Mi sono trasferito da Roma a Zagarolo per risparmiare sull’affitto e stare lì dove c’era la gente con cui lavoravo, ma ho affittato una mia casa e stavo per i fatti miei. Un paio di anni sono stato nella ex casa di Eva Grimaldi, che è di fianco alla villa di Tarallo. Poi mi sono comprato casa a Zagarolo.

Ma vi trasferivate tutti a Zagarolo? Descritta così, questa cittadina sembra una specie di Neverland, di parco giochi di Tarallo.
Garko viveva lì, in una villa. Anche Ursula, Andress Rossella Falk, Angelo Frontoni. E so che la Arcuri lì aveva comprato un terreno…
Era davvero una setta?
Solo a sentire la parola mi viene da ridere, è una cosa ridicola.
E allora perché Adua lo ha detto e Garko ha lasciato intendere che ci fosse una forte manipolazione psicologica, ha parlato della loro storia finta come di una violenza imposta?
Credo che la ragione vada ricercata nella loro testa. Negli anni in cui io sono stato lì a me è stato chiesto di inscenare solo una cosa, e cioè la finta scazzotatta con Morra per gelosia, cosa di cui mi vergognavo pure.

Chi l’aveva ideata?
Lucherini, che era l’ufficio stampa di Ares Film e, come risaputo, un amante del cinema di una volta, delle paparazzate, delle storie create a tavolino. Mi sono turato il naso e l’ho fatto, ma nulla di così terribile. Era un po’ una vecchia roba alla Rock Hudson. Tarallo e Lucherini hanno sempre avuto quel riferimento lì delle produzioni americane, nella gestione degli attori e delle loro vite.

A te nessuno diceva come gestire la tua vita?
Non ho mai subito pressioni e con me non c’era bisogno di mettere in piedi delle recite, non ne avevo bisogno. Forse, e dico forse, ha fatto comodo anche a Garko fingere di essere altro, perché ora siamo nel 2020 e ragioniamo da progressisti, che uno sia etero o gay non ce ne frega nulla. Quindici anni fa un attore bellissimo come lui, amato dalle donne, forse raccontando tutto non avrebbe avuto la stessa carriera. Forse è stata una scelta condivisa e una tutela della sua professione.

Però qualcosa deve esser successo, se Adua è diventata anoressica, no?
Le lacrime non possono essere finte. Sarebbe interessante parlarle, perché , che io sappia, è l’unica ad aver avuto problemi così gravi, quindi qualcosa nella sua testa è scattato sicuramente. Il punto è anche capire da dove arrivava, cosa c’era a monte. Il suo percorso io non l’ho vissuto perché lei è entrata lì quando io stavo andando via. Così come del suicidio di Losito non posso dire nulla perché non lo vedevo dal 2015.

Perché Morra non ha detto ad Adua: “cosa stai dicendo? Quale Lucifero?
Penso che Massimiliano Morra possa avere dei semplici rancori nei confronti di Alberto Tarallo, tutto qui, ma se è per questo li ho anche io.
Perché?
Ho cominciato ad avere problemi lì quando sono venuto meno alla regola che potevi scoparti chi volevi ma non dovevi avere relazioni fisse perché distraggono dal lavoro. Una cosa che può essere moralmente contestabile, ma a me all’inizio non ha pesato più di tanto.

In che senso?
Perché all’inizio era quello che volevo anche io, mille donne ma mai una storia seria, quindi non l’ho mai sentita come un’imposizione. Questo finché non mi sono innamorato di Reda, la mia fidanzata. Lì è nato il problema. Il rancore ce l’ho perché, dopo che ho fatto il protagonista del primo “Furore”, non mi avrebbero proposto di fare la seguente stagione morendo la prima puntata, se non mi fossi fidanzato seriamente.
Be’, non è bello.
Sì, d’accordo, infatti posso avere del rancore, ma non butto merda addosso perché in quel piatto io ho mangiato.
Ok, però un’agenzia non ti dovrebbe dire come devi vivere fuori dal lavoro la tua vita. Così suona come un ricatto emotivo.
Vero, ma se non ti andava bene te ne andavi, non è che ti pressassero o ti obbligassero. Magari Adua era più fragile, io sono più freddo, sono quadrato, può essere che su alcune personalità un certo metodo abbia attecchito in modo diverso. Io non mi sono mai disperato perché non lavoravo più con loro.

Quando te ne sei andato da lì, come vi siete lasciati con Tarallo?
Ciao e arrivederci. Ripeto, io ero uno quadrato, non mi sono mai fatto neppure scrivere le risposte alle interviste come altri, facevo di testa mia.
In agenzia ti facevano delle avances?
Assolutamente no.
Qualcuno ha collegato la presunta storia della setta a vicende di macchine sabotate, della villa saltata in aria durante il Sanremo di Garko. Supposizioni molto azzardate.
Se ti bevi la storia della setta, allora tutte le cose che sono accadute in quegli anni possono diventare inquietanti, ma è tutta una forzatura. Per dirti, qualcuno ha tirato fuori la storia della mia depressione associandola “alla setta” perché rilasciai un’intervista a Dipiù sul tema. Ma io mi riferivo alla mia depressione adolescenziale! Non c’entra nulla col periodo in Ares.

Tarallo ti ha contattato in questi giorni?
No. L’ho chiamato io per chiedergli cosa stesse accadendo, lui mi ha ringraziato per le cose che abbiamo scritto io e Reda. Per difenderlo si è scomodata perfino Ursula Andress, che non parla da anni.
Avrà chiamato a raccolta gli amici perché lo difendano, nulla di male.
Può essere. Però ti dico una cosa: quando si apre una fogna ci si trovano tante cose, spesso non attinenti all’origine della questione, che in questo caso mi pare sia “la favola” di Garko e Adua. Su quello non mi esprimo, però ad esempio lei ha detto che non vedeva più la famiglia, che l’avevano allontanata. Io quando ero con Tarallo salivo di più a casa a Verona che ora. Mia madre venne a trovarmi anche a Zagarolo.

Qualcuno insinua che chi non parla, non parla perché potrebbero esserci dei ricatti. Tu sei ricattabile?
Ma figuriamoci. L’unica rottura di coglioni è che non voglio finire in quel calderone. Io sono andato via perché ero innamorato, e ho fatto bene. Reda è la cosa migliore che mi sia capitata. Anzi, ti dico un’altra cosa che la riguarda.
Cosa?
Reda, la mia fidanzata, è la famosa attrice su cui Lory Del Santo ha ricamato in tv dicendo che era sparita dopo che lei le aveva fatto fare un provino, cosa che ha alimentato la storia della setta, facendo intendere chissà cosa. Ha detto anche che Reda avrebbe cambiato il numero di telefono, insinuando che fosse stata plagiata da chissà chi. Il motivo per cui Reda ha cambiato numero non lo posso dire, ma sono cose riservate che non hanno anche fare con Tarallo o l’agenzia. E non c’era nessun mistero, posso garantirlo.

Guadagnavate bene con Tarallo?
Io per un certo periodo ho guadagnato discretamente, poi certo non sono arrivato a guadagnare le cifre di Garko. Se c’è uno che si è arricchito è lui. Gabriel è stato un esperimento clamorosamente riuscito, creato da quel sistema lì. Poi, sai, quando è nato lui c’erano solo i giornali, oggi i social hanno rovinato il mercato. Tarallo e i direttori creavano copertine finte o vere, si creava il mito del sex symbol, poi la gente che ne sapeva di cosa fosse vero o no. Anche cambiare i nomi e le età, prima si poteva fare, ora no, dopo 5 minuti tutti sanno tutto.

C’è chi parla di sesso in qualche villa, di cose estreme, racconti da setta insomma.
Vomito solo a sentir parlare di ‘sta roba. Era una vita anche noiosa. E io non ho rinunciato a nulla, neanche al mio vero nome, ho vissuto la mia vita.
Se è tutto vero, allora perché Garko è finito al Grande Fratello Vip lasciando intendere altro?
Non lo so, però la sua narrazione ha valore almeno quanto la mia, poi puoi scegliere a cosa credere. Se non mi espongo su Adua non è perché nasconda delle cose, è che davvero io non c’ero quando è arrivata. E io non vado a prendermi il gettone di 2/3.000 euro per andare in tv a raccontare cose che non ho visto o ad esprimere giudizi su altri dell’agenzia, mi fa schifo. Sto parlando ora di me, gratis.

Magari si sono incrociate persone fragili e persone con un forte ascendente, un mix tossico.
Questo è plausibile, ma appunto forse i problemi c’erano a monte, magari c’era una forte emotività di base. Di sicuro per Adua ci sono cose sospese, vedo che piange sempre. Tarallo, dal canto suo, ha fatto le sue mosse legali e loro lì dentro non si rendono conto del vespaio che stanno provocando.
Cosa pensi di Garko e della sua scelta?
Non mi riguarda.
Gli stanno dicendo di nuovo come deve gestire la vita?
Temo che si riproponga la stessa modalità del passato, col fine del guadagno.
Mi dici cosa ti ha detto Tarallo davvero?
Gli dispiace tutta questa situazione, di essere messo alla gogna. Dice: “Io ho le spalle larghe, sono incazzato nero ma ho un’età e mi difenderò”.

Leggi anche: 1. Perché Gabriel Garko sta sbagliando tutto (di Selvaggia Lucarelli) / 2. Gabriel Garko e il coming out un tanto al chilo (di F. Bagnasco)

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