Ezio Greggio: “Al politically correct indirizzo un sincerto ‘vaffa’, è un terrificante bavaglio alla satira”
Ezio Greggio contro il politically correct: “Terrificante bavaglio alla satira”
Ezio Greggio si scaglia contro il politically correct che definisce un “terrificante bavaglio alla satira”.
In un’intervista a Il Messaggero, in cui ha ripercorso la sua carriera, l’attore e conduttore ha dichiarato: “Al politically correct indirizzo un sincero ‘vaffa’, sia chiaro senza connotazione politica alla Beppe Grillo. È un terrificante bavaglio alla satira, che si nutre di attualità, e alla stessa libertà di espressione sancita dalla Costituzione. Io sono per la linea di Checco Zalone e Striscia la notizia di cui ho condotto 35 edizioni: per far ridere non si fanno sconti a nessuno”.
Il presentatore, poi, rivela che degli anni Ottanta c’è da rimpiangere “un po’ tutto, e non solo da parte di chi faceva la tv come me. Per tutti gli italiani è stato un periodo magnifico all’insegna di spensieratezza, nuovo benessere, leggerezza. Un clima perfettamente descritto dai nostri film”.
“Le nostre commedie avevano per protagonisti gli yuppies, professionisti rampanti che dalle loro scrivanie andavano alla conquista del mondo, gli italiani che scoprivano le vacanze a Cortina, a Montecarlo” aggiunge Ezio Greggio.
Una leggerezza che, secondo il conduttore, oggi si è persa del tutto: “Il mondo è cambiato e ogni Paese affronta problemi enormi”.
E sulle critiche ricevute dopo il suo appello alla mamma di Enea, il bambino che era stato abbandonato nella Culla per la vita del Policlinico di Milano, Ezio Greggio ha dichiarato: “Qualcuno ha cavalcato l’episodio in senso politico senza pensare all’aspetto umano della vicenda. Ma a darmi ragione sono stati i migliaia di ringraziamenti che ho ricevuto e i 18mila neonati che abbiamo salvato con le incubatrici donate dalla mia associazione benefica. Vorrei sapere cosa hanno fatto per queste creature i miei accusatori”.
L’attore, poi, racconta anche lo scherzo più cattivo che ha fatto nella sua vita: “Durante la registrazione di Drive In, lasciammo per oltre un’ora appeso al soffitto Enrico Beruschi che faceva l’angelo. Ancora me lo rinfaccia”.