Elodie: “Cresciuta fra droga in famiglia e amiche incinte a 15 anni. Ma si può venirne fuori”
Elodie: “Cresciuta fra droga in famiglia e amiche incinte a 15 anni. Ma si può venirne fuori”
Una Elodie inedita quella che si racconta, senza tabù, al Corriere della Sera. La sua infanzia travagliata nel quartiere Quartaccio di Roma, i suoi sogni, la musica, le paure. “Considero il mio passato la mia fortuna: mi ha dato la possibilità di vedere la vita cruda fin dall’inizio e non l’ho subìta”, afferma Elodie Di Patrizi. “I miei si sono separati quando avevo otto anni ma anche prima non erano molto felici, a casa non c’era una bella arietta — racconta —. Mia mamma faceva la cubista, era una ragazza con problemi, mi ha avuta a 21 anni. Entrambi hanno sofferto molto ed erano onesti in questo, non hanno mai camuffato il loro malessere. Ma per me che ero una ragazzina e li vedevo così erano dei folli”.
Problemi non da poco quelli dei suoi genitori: “Tossicodipendenza. l’ho capito dopo un po’ ma non ho reagito arrabbiandomi, anche se poi ho avuto dentro di me tanta rabbia per parecchio tempo. Ho detto vabbè vi do una mano, cerco di capire come aiutare. Non mi va di addossare colpe a loro, ma sono stata anni a tentare di sistemare una cosa che non è sistemabile, non da una ragazzina. Erano persone che stavano molto male”.
E così la sua infanzia non è stata delle più semplici: a 12 anni, racconta Elodie, “mi facevo le canne tutto il giorno”. “Ho iniziato in seconda media, per stare tranquilla: ero sempre arrabbiata. Facevamo delle collette con le amiche e quelle erano le mie giornate: al liceo non capivo le lezioni, tornavo a casa e me le facevo di nuovo, tanto nessuno diceva niente, ognuno faceva come gli pareva. Bevevo anche, uscivo e tornavo alle 7 del mattino, a 15 anni: ho avuto una libertà totale. E se hai troppa libertà sbagli”. Diverse sue amiche hanno avuto figli a 15, 16 anni. “Ecco io quello no, ero proprio vergine, anzi. Una delle più rigide su certe cose. Quando una mia amica si era fidanzata con un tossico di eroina ero impazzita: l’ho sequestrata dentro casa, le ho detto tu da qua non esci. Questo ha cercato di entrare, mia madre era spaventata, mi minacciava… ma cosa minacci, vatti a fa’ ’na pera”.
Eppure un rimpianto c’è, quello di non aver completato gli studi. “Io ho la terza media e per dirlo ci ho messo anni: mi vergognavo come una ladra. Ti senti sporco, questa è la verità. È un contesto che rischia di inghiottirti. Non studiamo, a nessuno gliene frega niente. Rimpiango moltissimo il fatto di essere ignorante. Mi fa sentire a disagio, anche perché sono stata vigliacca: ho fatto il liceo fino al quinto anno, senza mai essere bocciata. Arrivata a maggio, mi sono ritirata. Non mi sentivo all’altezza di fare l’esame. Avevo solo paura del fallimento, una cosa che mi ha accompagnata a lungo”. Elodie ha saputo uscire da un’infanzia così difficile, intraprendendo una grande carriera nel campo della musica. Per questo giustamente alla fine dei conti può dire ad alta voce: “Si può venirne fuori”.
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