L’avvocata Daniela Missaglia, che assiste Chiara Ferragni: “Fedez? Triste e scorretto”
L’avvocata matrimonialista Daniela Missaglia, che assiste Chiara Ferragni nel divorzio da Fedez, replica al rapper, che lo scoro settembre, nell’ambito del famigerato dissing con Tony Effe, l’aveva tirata in ballo.
“Dì al tuo avvocato che mi ha contestato un tentato suicidio che chiedo scusa, che chiedo venia, per procurato fastidio”, scandiva il rapper nel brano Allucinazione collettiva, rivolgendosi all’ex moglie.
A un mese e mezzo di distanza, intervistata dal Corriere della Sera, l’avvocata Missaglia risponde: “Riportare fatti che dovrebbero rimanere in ambito riservato è molto triste e scorretto. Al riguardo ho mantenuto fino ad oggi un estremo riserbo e continuerò a farlo”.
Nell’intervista, la legale definisce Ferragni “una persona semplice ed educata, con domande pratiche a cui voleva dare una risposta”: “Aveva bisogno di molti consigli – dice – soprattutto per tutelare i piccoli figli e ho costruito con lei un rapporto di fiducia”.
Interpellata sulla richiesta fatta da Fedez a Ferragni di non pubblicare più sui social immagini dei figli, Missaglia risponde: “Personalmente sposo la linea del Garante della privacy di non esporre i minori. Vero è che se dal concepimento fino alla separazione si è condiviso con il marito la scelta di pubblicare l’immagine dei figli, il cambio di impostazione mi pare tardivo e strumentale”.
Nel colloquio con il Corriere della Sera, l’avvocata parla anche di altri suoi clienti famosi, per i quali ha curato cause di divorzio a sei zeri, da Gigi Buffon (“In separazione aveva ecceduto in generosità. Abbiamo rivisto l’accordo e lo abbiamo reso equilibrato”) a Stefano Ricucci, da Nina Moric a Naomi Campbell (“Aveva un tema di privacy dei due figli: quando ci sono di mezzo loro diventa una leonessa”).
Ci sono anche uomini abusati che “spesso non sanno di esserlo”, dice Missaglia: “A differenza delle donne raccontano subito come stanno le cose e lasciano intravedere anni di recriminazioni, di frasi come ‘sei un buono a nulla’, ‘sei un fallito’… Violenza psicologica”. La donna – secondo l’avvocata – sopporta per mancanza di indipendenza economica, l’uomo “per la sindrome di Stoccolma: chi non è accettato ed è oggetto di umiliazioni ha bisogno di avere l’approvazione della partner abusante. Può avere anche altre storie, ma quella donna è il suo faro”.