Serie e film: cosa vedere questo weekend in tv. I consigli del regista Matteo Vicino su TPI
Cosa vedere questo weekend in tv: la rubrica di TPI
Dopo la consueta orgia del politicamente corretto vista a Venezia, a prescindere da qualità o meriti oggettivi, questa settimana, in attesa del grand opening della Seconda serie di “The Morning Show”, il miglior lavoro dell’anno passato nella serialità, con in questo caso due donne meritatamente vittoriose agli Emmy, Jennifer Aniston e Reese Whiterspoon, su Apple Tv dal 17 Settembre, parliamo ancora di cinema con “Irresistible”, un film assolutamente da vedere su Sky con Steve Carell e Chris Cooper.
Diretto da Jon Steward, il film è una satira sul potere tutta all american, ma davvero, davvero, divertentissima. Un potentissimo consulente del Partito Democratico decide di recarsi in un paesino sperduto del Wisconsin per aiutare un Ex Colonnello protagonista di un video virale, in cui si parla di immigrazione e solidarietà.
E’ una bomba a orologeria che scoppia nel momento in cui anche la Spin Doctor repubblicana arriva nel paese e comincia a finanziare in maniera intensiva il candidato repubblicano, attuale sindaco. Tra i due si scatena la guerra a colpi di finanziamenti, e il gioco è una metafora di quanto la democrazia americana sia in balia dei finanziamenti di aziende e grandi investitori, e di democratico nelle elezioni non rimanga più nulla. Non c’è nulla di più difficile di fare riflettere il pubblico facendolo ridere, e Jon Steward colpisce al centro di un meccanismo distorto. Il film è stato falciato dalla pandemia e non ha praticamente incassato nulla nella sua uscita theatrical, ed è un peccato perché è un lavoro assolutamente da non perdere.
Proseguiamo oltre con un documentario di Netflix di qualche anno fa, da vedere assolutamente, a tutti i costi. Si tratta di “What The Health” ed è un lavoro davvero controverso. Al di là di qualche esagerazione e inaccuratezza, come ad esempio il fatto che lo zucchero raffinato non abbia sostanzialmente controindicazioni, il documentario gestisce narrativa e inchiesta in maniera sublimi per raccontarci come l’unico tumore di questo pianeta sia l’industria dell’allevamento intensivo e macellazione animale. E che questo tumore passi a noi, attraverso diabete e malattie non curabili. Ci viene spiegato, ripeto, al netto di qualche esagerazione, che tutta la carne è cancerogena, oltre ad essere il principale agente inquinante al mondo. L’industria animale sta rendendo i batteri antibiotico-resistenti, e questo farà si che tra qualche anno potrebbe diventare impossibile fare semplici operazioni chirurgiche, pena l’infezione. Si passa in rassegna poi il formaggio, la caseina, come colpevoli, e uova. Per poi passare in rassegna l’industria farmaceutica, che vive sui danni provocati da questi agenti. Una industria da 1,5 Trilioni di dollari, solo in America. Il PIL dell’Italia. La realtà, e l’abbiamo visto anche durante la pandemia, è che nulla si è fatto per cambiare un sistema. Sappiamo tutti che l’industria che si basa sull’allevamento animale è la principale causa del cambiamento climatico e di malattie, ma nessuno fa nulla. In nome dei “posti di lavoro”. Ciò che si evince in “What the Health” è che l’industria alimentare esercita una pressione fortissima su tutte le organizzazioni che, teoricamente, dovrebbero aiutare i cittadini nella prevenzione, arrivando a consigliare il consumo di carne sui propri siti istituzionali.
Questa settimana sconsiglio vivamente la nuova serie di “American Horror Story”, con un Ryan Murphy sempre più in confusione. Vi racconto i primi dieci minuti: Una coppia di genitori omosessuali ha una figlia omosessuale di sedici anni (l’attrice ne dimostra 38, NDR) . La ragazza ha continui incubi su una coetanea di sedici anni (anche quell’attrice ne dimostra 38, NDR), e sogna di strangolarla. Il tutto in una casa infestata dove, novità assoluta, delle palline rotolano sul pavimento dal nulla e porte si aprono da sole. Inguardabile.
Sconsiglio anche per CRUDELIA, di Craig Gillespie, con una Emma Stone fuori sincro e fuori forma, lontanissima dai fasti di Birdman e de La Favorita, un’Emma Thompson copia incolla de Il diavolo Veste Prada, in un film che tutto ha meno che una buona sceneggiatura, e la sceneggiatura, si sa, è tutto. Ma Crudelia vale la pena di essere visto per chi ama il gusto. E’ un fasto, una gioia, una manna per gli occhi. Scenografie, costumi, colori, pazzesco. Buona visione