Claudio Cecchetto: “Volo scrittore? Lo avevo previsto”. Fiorello il più pigro, Max Pezzali un irriconoscente”
![Immagine di copertina](https://www.tpi.it/app/uploads/2023/12/Claudio-Cecchetto-1-320x168.png)
Claudio Cecchetto: “Volo scrittore? Lo avevo previsto. Fiorello il più pigro, Max Pezzali un irriconoscente”
“Per me la posizione ideale è il numero due: immaginate una corsa, il secondo corre guardando il primo, sempre rivolto in avanti; il numero uno invece si deve sempre voltare indietro”. È la filosofia di Claudio Cecchetto, protagonista di di un docu-film in onda su Rai 1 domani sera. In un’intervista al Corriere della Sera, il deejay e produttore ha parlato delle sue più celebri scoperte e di alcuni episodi della sua lunga carriera.
Come quella volta che Mike Bongiorno, durante un provino gli disse che lo ascoltava in radio tutte le mattine, anche se andava in onda al pomeriggio. “Feci finta di niente e lo ringraziai. Poi qualche anno dopo gli confidai la gaffe: mi rispose che però non aveva sbagliato a scegliermi”, ha detto ricordando poi l’apice del successo, raggiunto con i tre Festival di Sanremo consecutivi. “Con le dovute distanze, alla fine dell’ultimo Sanremo mi è sembrato di capire i fanatismi che c’erano stati intorno ai Beatles: persone che mi mettevano in braccio i figli, gente che mi infilava le sue foto nella tasca della giacca. Lì ho pensato che potevo solo scendere da quell’apice”. Poi la scelta di lasciare la Rai per fondare Radio Deejay. “È la mia filosofia, io nella vita ho sempre cambiato. Quando arrivi al top qual è il passo successivo? Cercare di mantenere la vetta, ma è una condizione che non mi piace. Per me la posizione ideale è il numero due: immaginate una corsa, il secondo corre guardando il primo, sempre rivolto in avanti; il numero uno invece si deve sempre voltare indietro”, ha raccontato.
Tanti i talenti da lui lanciati, da Gerry Scotti (“lo convinsi a rinunciare al lavoro da copy per la McCann, l’agenzia di pubblicità”) a Sabrina Salerno, passando per Leonardo PIeraccioni e Jovanotti. Tra i più celebri c’è sicuramente Fiorello. “Il più pigro. E meno male, perché se no sarebbe presidente del mondo dello spettacolo. Lui è così: si è confezionato un programma al mattino presto perché si sveglia con il buio e va a fare colazione. E ha deciso che poteva diventare una trasmissione”. Amadeus? “Il nome nasce dal pezzo di Falco, un singolo di grande successo. Era perfetto, c’era già la sigla del programma pronta”, ha ricordato. “Mi fa ridere che anche sua mamma ormai lo chiama Amadeus”. Fabio Volo ricorda che già quando era deejay leggeva molti libri: “Sono contento del suo successo come scrittore, l’avevo quasi previsto, gli dissi che leggeva talmente tanti libri che un giorno avrebbe dovuto scriverli perché non ne avrebbe più avuti da leggere”. Laconico invece il giudizio su Max Pezzali: “Diciamo che la riconoscenza non è il suo forte”.