“Ho perso mia madre”, il dramma di Claudio Bisio durante la quarantena
Durante la quarantena Claudio Bisio ha perso la madre e toccato con mano la “disastrosa gestione” lombarda della pandemia. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera l’attore milanese ripercorre il suo dramma raccontando gli attimi terribili vissuti durante la quarantena.
L’attore ripercorre la scomparsa della madre: “Per me la pandemia è stato un momento duro, perchè il 4 aprile è mancata mia mamma. Aveva più di 90 anni e non sapremo mai le cause della morte. Non sappiamo se c’entrasse il Covid oppure no”.
Poi Bisio racconte: “Con mia sorella abbiamo deciso di tenerla a casa e non farla morire in ospedale. E’ stata durissima, non abbiamo ancora fatto il funerale. Dunque io come tanti altri conoscenti, amici, medici, ho davvero toccato con mano quanto sia stato tremendo questo periodo di Coronavirus. E quanto sia stata disastrosa la gestione, specie qui in Lombardia”.
Nella regione, spiega Bisio, “tanti amici medici erano disperati: perché non hanno fatto i tamponi?”, si domanda il popolare attore e poi spiega: “Uno può sbagliare all’inizio, quando ancora non si capiva l’entità della tragedia. Il sindaco Beppe Sala lo ha fatto, ha sbagliato, ma ha chiesto scusa. Perseverare nell’errore no. Qui il governatore Fontana e l’assessore Gallera hanno perseverato e non riconosciuto i troppi errori fatti”. Invoca quindi le dimissioni di Fontana e Gallera dicendo di essere tra “i firmatari per il commissariamento della Regione”.
Un periodo certamente drammatico per l’attore che però è riuscito a trovare qualche momento di spensieratezza anche durante la quarantena. “col mio vecchio amico Gigio Alberti ci siamo buttati in una nuova avventura durata un mese sul web, “#MaTuSeiFelice?” ognuno da casa propria, dialoghi come al bar. Grazie anche all’aiuto di mio figlio è andata benissimo”, racconta Bisio.
La quarantena Claudio Bisio l’ha passata tra film e lavoro: “Stavo lavorando a una sceneggiatura, ma non avevo la testa sgombra per scrivere, ho dovuto mollare. Alcune giornate ero depresso, altre meno. Certi giorni arrivavo a sera e non sapevo neanche come c’ero arrivato”.
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