Food for profit: un documentario racconta i legami tra industria della carne, lobby e politica
Il docu-film, realizzato da Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi e proiettato in anteprima internazionale al Parlamento europeo lo scorso 22 febbraio, è ora sul grande schermo in molte città d’Italia
Un viaggio investigativo attraverso l’Europa per svelare la realtà nascosta dietro al sistema di produzione alimentare. Un lavoro durato cinque anni, che restituisce una fotografia chiara di come la politica europea sia di fatto al servizio di alcune lobby della carne, senza alcuno scrupolo sulla tutela della salute dei cittadini e dei diritti degli animali.
Tutto questo è Food For Profit, il docu-film realizzato dalla giornalista Giulia Innocenzi e da Pablo D’Ambrosi, proiettato in anteprima internazionale a Bruxelles presso il Parlamento europeo lo scorso 22 febbraio, e ora sugli schermi dei cinema di molte città d’Italia.
Un documentario realizzato grazie anche al contributo di LAV che ha coordinato l’attività di inchiesta in alcuni allevamenti in Italia, Germania, Polonia e Spagna, scoperchiando il vaso di pandora degli interessi di affaristi ed europarlamentari.
“Aver potuto mostrare Food For Profit proprio nel cuore di dove si prendono le decisioni europee mi fa ben sperare che ciò che denunciamo arrivi alle orecchie giuste e che il documentario possa contribuire al cambiamento necessario. Non possiamo continuare a destinare miliardi di euro agli allevamenti intensivi, solo perché la lobby della carne e dell’industria zootecnica gira indisturbata per i corridoi che contano. Viviamo sempre più in una lobbycrazia, che mette in pericolo la nostra democrazia”, ha dichiarato Giulia Innocenzi.
L’inchiesta affronta molte problematiche collegate agli allevamenti intensivi, mostrando gli effetti devastanti di questo sistema: dall’inquinamento delle acque, allo sfruttamento dei lavoratori migranti, alla perdita di biodiversità, alla resistenza agli antibiotici.
Dalle immagini del docu-film, realizzate con una telecamera nascosta, emerge lo stretto legame tra lobby zootecniche e politica. Un lobbista sotto copertura registra diversi incontri con una serie di europarlamentari provenienti da diversi gruppi politici e di diverse nazionalità, tra loro anche alcuni italiani.
La sua richiesta è subito chiara: incassare l’appoggio politico per far presentare emendamenti che aumentino i profitti del comparto zootecnico. Gli europarlamentari, senza alcuno scrupolo in termini di tutela della salute pubblica, dell’ambiente, né ovviamente degli animali, si mostrano disponibili ad assecondare le assurde proposte. Fra queste, anche ipotesi fantascientifiche, come quelle di animali a sei zampe, geneticamente modificati, per ottimizzare in termini di guadagno per ogni corpo allevato.
“Il recente voto del Parlamento Europeo sulla possibilità dell’editing del patrimonio genetico è in realtà la realizzazione di un modello che il docufilm ha fatto emergere con chiarezza, svelando la predisposizione di istituzioni e politici a realizzare mostruosità in nome di un profitto irrispettoso della vita umana ed animale – dichiara Roberto Bennati, Direttore generale LAV – Nonostante i continui sussidi ad una Pac che alimenta un’agricoltura che è la prima causa di inquinamento ambientale, distruzione di tessuti sociali in zone rurali e con dati chiarissimi sulle emissioni dell’allevamento zootecnico, le lobby continuano ad imporre un sistema predatorio di risorse e della salute dei cittadini europei. È necessario invertire la rotta”, ha concluso Bennati di LAV.
Il docu-film pone quindi i cittadini italiani ed europei di fronte ad una scelta: continuare ad avere eurodeputati corruttibili che operano scelte basate sul profitto di alcuni, oppure invertire la rotta e scegliere persone che si impegnano a prendere decisioni politiche basate sulla tutela ambientale, la tutela della salute pubblica e quella degli animali, che sono strettamente collegate tra loro.
“È fondamentale cambiare direzione. Ciascuno di noi può farlo fin da subito, innanzitutto scegliendo cosa mangiare, scegliendo di non contribuire a quella violenza mostrata chiaramente nel docu-film, e optando quindi per un’alimentazione vegetale. E poi partecipando alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, votando quei partiti e candidati che decideranno di impegnarsi per una maggiore tutela degli animali e per un cambiamento sistemico del nostro modello distruttivo, sottoscrivendo gli obiettivi della campagna #VoteForAnimals”, conclude LAV.